Crypto news: PlanB esce dal massimalismo e sposta i suoi Bitcoin on-chain all’interno di soluzioni di custodia ETF

Secondo quanto riportato dalle ultime news, PlanB avrebbe venduto i suoi Bitcoin on-chain e spostato l’intera allocazione su prodotti ETF.

Feb 17, 2025 - 11:20
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Crypto news: PlanB esce dal massimalismo e sposta i suoi Bitcoin on-chain all’interno di soluzioni di custodia ETF
Bitcoin etf news

Secondo quanto riportato dalle ultime news, il noto analista crittografico PlanB avrebbe venduto i suoi Bitcoin on-chain e spostato l’intera allocazione su prodotti ETF.

Il fautore del modello stock-to-flow applicato a Bitcoin si è giustificato spiegando che una custodia istituzionale gli permette di non dover gestire chiavi private e di poter vivere sonni più tranquilli, pur perdendo una componente di decentralizzazione.

Approfondiamo la notizia di seguito.

Crypto news: PlanB trasferisce i suoi Bitcoin agli ETF 

Il famoso crypto analista PlanB ha recentemente annunciato di aver trasferito l’intera sua posizione in Bitcoin dall’auto-custodia a fondi negoziati in borsa (ETF) spot. In un post su X del 15 febbraio ha reso pubblica la news dicendo ai suoi 2 milioni di followers di non essere più un massimalista Bitcoin, nonostante il suo rinnovato supporto per l’asset digitale. Generalmente i “maxi” detengono BTC attraverso soluzioni di auto-custodia software o hardware, e non approvano altre forme di detenzione a cui partecipano entità di terze parti.

Gli ETF spot su Bitcoin sono strumenti finanziari che detengono direttamente Bitcoin come asset sottostante, affidando la custodia degli asset a istituzioni finanziarie, come banche depositarie o società di custodia specializzate. Questo consente agli investitori di ottenere esposizione al prezzo di Bitcoin senza dover gestire direttamente le chiavi private e con una maggiore tutela da parte degli enti regolatori.

Questa decisione da parte di PlanB rappresenta un cambiamento significativo nella sua strategia di gestione degli investimenti in crypto. L’analista ha spiegato che così facendo potrà maneggiare le sue posizioni in Bitcoin in modo più simile agli asset tradizionali, eliminando un fattore di complessità dato dalla gestione on-chain. L’auto-custodia comporta infatti la responsabilità di dover tenere quelle chiavi al sicuro da hacker, ladri e altri malintenzionati.

PlanB ha anche riferito che nel suo caso specifico, avendo residenza fiscale nei Paesi Bassi, la vendita di Bitcoin per fiat non è soggetta a tassazione. Piuttosto nel suo Paese esiste una tassa nota come imposta patrimoniale che prevede il versamento del valore di circa il 2% dell’intera ricchezza netta dei contribuenti ogni anno.

Fonte: https://x.com/100trillionUSD/status/1890721205059031311

Maggiore comodità a discapito della decentralizzazione e dei costi di gestione

La scelta di PlanB di passare ad una gestione ETF dei propri Bitcoin offre sicuramente più comodità, ma allo stesso tempo sottende una minor componente di decentralizzazione.

Da un lato il detenere Bitcoin attraverso gestori patrimoniali come BlackRock, Fidelity, Ark Invest o Bitwise garantisce maggiore sicurezza, liquidità e conformità alle normative, riducendo i rischi legati alla perdita delle chiavi private o agli attacchi informatici. Dall’altro però implica che quelle monete non siano più effettivamente in possesso di PlanB, rispecchiando la filosofia “not your keys, not your coins”.

Inoltre, c’è da considerare che gli ETF non sono strumenti completamente gratuiti, ma presentano un costo di gestione annuo noto come “TER”. BlackRock ad esempio impone una fee dello 0,25% sugli asset depositati all’interno del prodotto IBIT. Questi costi, se sommati ogni anno con la regola dell’interesse composto, finiscono per erogare una parte significativa del capitale in un orizzonte di lungo periodo.

A tutto ciò si aggiunge il fatto che, con gli asset manager che stanno accumulando grandi quantità di Bitcoin in tempi record, si rischia di centralizzare eccessivamente il network. Pensate che ad oggi circa 114,4 miliardi di dollari, pari al 5,94% dell’intera marketcap di Bitcoin, è in mano alle gestioni ETF. Se questa cifra dovesse continuare a salire ancora di più nei prossimi anni, si rischierebbe una concentrazione pericolosa del controllo di Bitcoin nelle mani di poche entità finanziarie, andando contro il principio di decentralizzazione su cui si basa il protocollo.

PlanB ha ricevuto feedback contrastanti dai suoi follower dopo l’annuncio su X. Qualcuno ha appoggiato la scelta dell’analista sostenendo che una sicurezza dei propri asset off-chain diventa necessaria quando si maneggiano cifre considerevoli in Bitcoin. Altri lo hanno criticato aspramente dicendo che il cold storage rappresenta ancora ad oggi la soluzione migliore per essere i veri proprietari dei propri crypto assets.

Una cosa è certa: Satoshi non ha creato Bitcoin affinché fosse detenuto da istituzioni centralizzate e sicuramente non avrebbe sostenuto la mossa di PlanB.

Fonte: https://x.com/HodlingCarla/status/1890727361907163315

L’outlook degli afflussi negli ETF Bitcoin: obiettivo 50 miliardi di dollari nel 2025

Da inizio anno gli ETF spot su Bitcoin stanno registrando un forte afflusso di capitali, segnalando un crescente interesse da parte degli investitori istituzionali e retail. Secondo Matt Hougan, responsabile degli investimenti di Bitwise, il 2025 potrebbe essere un anno record per questi strumenti finanziari, con afflussi che potrebbero superare i 50 miliardi di dollari. Già a gennaio 2025, gli ETF spot Bitcoin hanno raccolto 4,94 miliardi di dollari, il che, su base annuale, proietterebbe un totale di circa 59 miliardi di dollari, superando nettamente le aspettative iniziali. 

La mossa di PlanB si inserisce dunque all’interno di un contesto di crescente adozione istituzionale e interesse per gli ETF su Bitcoin. Nonostante le critiche, l’aumento degli afflussi in ETF Bitcoin suggerisce che l’asset sta guadagnando sempre più legittimità tra gli investitori istituzionali, consolidando la sua posizione nel panorama finanziario globale.

Gli ETF stanno diventando una delle principali modalità per accedere a Bitcoin senza le complessità dell’auto-custodia, eliminando l’attrito che c’è nella gestione diretta delle chiavi private.

Al momento della stesura, gli ETF spot Bitcoin US sono composti da assets per un valore di 112,4 miliardi di dollari, in leggero calo i dati di fine gennaio. BlackRock rappresenta il gestore patrimoniale come più AUM, con oltre 57 miliardi di dollari di investimenti, seguito da Fidelity, Grayscale e Ark invest. Dal loro listing sulle borse regolamentate di Wall Street, questi ETF hanno registrato inflow netti cumulati per circa 40 miliardi di dollari.

Fonte: https://sosovalue.com/assets/etf/Total_Crypto_Spot_ETF_Fund_Flow?page=usBTC