Bodycam per gli infermieri: la tecnologia per combattere le violenze parte dal Veneto
Per combattere ogni forma di violenza, come quelle denunciate negli ultimi tempi, i medici in Veneto adotteranno delle bodycam apposite.
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Il problema dei medici che vengono spesso malmenati dai pazienti negli ospedali è ormai diventato di dominio pubblico e soprattutto una situazione da risolvere. A tal proposito, sembra che la rivoluzione questa volta parta dal Veneto, dove la Regione ha deciso di introdurre delle bodycam. Queste telecamere, appositamente pensate per riprendere durante tutto il turno di servizio del personale e quello che succede, contribuiranno a contrastare le varie aggressioni che avvengono ormai puntualmente ai danni di infermieri e medici.
Oltre alle bodycam, verranno utilizzati anche dei braccialetti smart provvisti di allarmi di emergenza. Il presidente della Regione, Luca Zaia, ha ufficializzato un investimento di 4 milioni di euro.
Come funzioneranno le bodycam
Le bodycam saranno piccole telecamere agganciate ai camici tramite un magnete. I basterà solo premere un pulsante per attivarle ma bisognerà avvisare i pazienti che il dispositivo sta funzionando. Saranno sette i giorni entro i quali i filmati saranno disponibili in memoria e accessibili solo per le autorità sanitarie, per la magistratura e ovviamente per le forze dell’ordine.
I braccialetti smart per i reparti a rischio
Accanto alle bodycam, verranno introdotti braccialetti smart, pensati per il personale che lavora nei reparti più esposti a situazioni critiche, come pronto soccorso e salute mentale. Questi dispositivi avranno funzioni avanzate:
- Monitoraggio dei parametri vitali degli operatori;
- Rilevamento di cadute o situazioni di pericolo;
- Allarmi geolocalizzati diretti alla sicurezza ospedaliera o alle forze dell’ordine.
Una sperimentazione che parte dall’Azienda Sanitaria 4
Il Veneto è la prima regione italiana a introdurre queste tecnologie nel settore sanitario. La sperimentazione partirà a breve nell’Azienda Sanitaria 4 del Veneto Orientale, coinvolgendo i reparti di accettazione e triage. La fase di test durerà due mesi, mentre nel frattempo le altre aziende sanitarie regionali valuteranno i propri fabbisogni per avviare la gara d’appalto europea. In questo modo lo staff sanitario dovrebbe avere molte più garanzie sulla propria incolumità.