Huawei: Parlamento UE vieta accesso ai lobbisti, Commissione sospende contatti
Le istituzioni europee prendono provvedimenti contro la multinazionale cinese
La Commissione europea ha disposto la sospensione immediata di tutti i contatti e incontri con Huawei, mentre il Parlamento europeo ha vietato l’accesso ai propri edifici ai rappresentanti e lobbisti della società cinese. La decisione, annunciata da un portavoce della Commissione, arriva in seguito all’indagine aperta dalla magistratura belga per presunta corruzione legata alle attività di lobbying della multinazionale delle telecomunicazioni.
"I team dei commissari UE e tutti i dipartimenti della Commissione saranno istruiti a sospendere immediatamente i contatti e gli incontri con Huawei fino a nuovo ordine”, ha dichiarato il portavoce dell'esecutivo europeo.
Il Parlamento europeo ha adottato una misura simile, sospendendo con effetto immediato l'accesso alle proprie sedi ai rappresentanti di Huawei a titolo precauzionale. Il divieto resterà in vigore almeno fino alla conclusione delle indagini e si applica a tutti i locali del Parlamento, comprese le sedi di Bruxelles, Strasburgo, Lussemburgo e gli uffici di collegamento nei 27 Stati membri dell'UE.
LE ACCUSE
L'inchiesta condotta dalla procura federale belga sta esaminando presunti episodi di corruzione attiva, falsificazione di documenti e riciclaggio di denaro legati a Huawei. Le autorità ipotizzano che la società possa aver influenzato decisioni politiche europee attraverso pagamenti, regali di valore e inviti ad eventi esclusivi.
Le attività illecite sarebbero avvenute tra il 2021 e il 2024 e comprenderebbero il pagamento di compensi per orientare decisioni politiche, l'offerta di viaggi e pranzi di lusso, oltre a inviti regolari a eventi sportivi per consolidare rapporti con funzionari UE. Le autorità belghe hanno eseguito perquisizioni in 21 abitazioni tra Bruxelles, Fiandre, Vallonia e Portogallo, portando all'arresto di diverse persone. Due uffici di assistenti parlamentari sono stati sigillati per ordine della magistratura.
GLI UFFICI PARLAMENTARI SIGILLATI
Uno degli uffici sotto sequestro si trova nella delegazione italiana del Partito Popolare Europeo (PPE). Il secondo appartiene alla delegazione bulgara del gruppo Renew Europe ed era occupato da Adam Mouchtar, assistente dell'eurodeputato Nikola Minchev. Mouchtar, noto per essere stato cofondatore del gruppo EU40, ha negato ogni coinvolgimento. Minchev ha però deciso di sospenderlo immediatamente dalle sue funzioni.
Un altro ufficio sotto esame sarebbe stato assegnato agli assistenti degli eurodeputati italiani Fulvio Martusciello e Marco Falcone. Quest'ultimo ha dichiarato al Corriere della Sera: