Laser anti-drone della US Navy: Ora l'AI è al comando
L'AI sostituisce l'operatore umano nei sistemi di difesa laser della Marina americana contro gli attacchi di droni
La Marina degli Stati Uniti sta compiendo significativi passi avanti nell'ambito della difesa militare contro gli sciami di droni, e dopo aver testato un'arma laser capace di colpire a 8km di distanza, ora lavora a un innovativo progetto guidato dal Naval Postgraduate School (NPS) che integra l'intelligenza artificiale in sistemi simili. Questa tecnologia promette di superare i limiti dell'intervento umano nella gestione delle minacce multiple.
I sistemi laser, capaci di colpire i bersagli alla velocità della luce, stanno attirando sempre più l'attenzione delle principali potenze militari come contromisura efficace contro diverse tipologie di minacce, in particolare i droni di ultima generazione. Tuttavia, l'implementazione pratica di queste tecnologie presenta ancora diverse sfide da superare.
Uno dei principali ostacoli è legato alla necessità di un operatore umano con competenze specifiche per l'identificazione e il targeting dei bersagli. Il processo si articola in due fasi fondamentali: prima occorre identificare il tipo di drone per individuarne i punti deboli, poi è necessario mantenere il raggio laser concentrato su questi punti per un tempo sufficiente a neutralizzare la minaccia. Quest'ultimo aspetto diventa particolarmente complesso considerando l'evoluzione dei droni autonomi, sempre più veloci e agili.