Aston Martin prepara il rilancio tra errori, ritardi e l'incognita dei dazi di Trump
Niente nuovi modelli nel prossimo futuro per contenere i costi. Aston Martin prova a rilanciarsi rimediando agli errori del passato, ma non mancano le incognite.
I programmi di Aston Martin per il prossimo futuro passeranno da una profonda opera di ristrutturazione per cercare di riportare il costruttore inglese a produrre profitti. È questo, in estrema sintesi, il compito che spetta al CEO Adrian Hallmark, che proverà a dettare le nuove linee guida basate sul miglioramento dei margini di guadagno anziché sul volume delle vendite fine a se stesso.
L'ex CEO di Bentley si muove con un ampio margine di manovra grazie al passo indietro fatto dall'azionista di Aston Martin Lawrence Stroll, noto ai più per il successo ottenuto alla guida dei marchi di moda Tommy Hilfiger e Michael Kors, nonché per la presenza in Formula 1 guadagnata in seguito all'acquisizione della Force India nel 2018, in seguito trasformata in Racing Point e diventata dal 2021 il team Aston Martin.
ERRORI E RITARDI NEL RECENTE PASSATO
In attesa di conoscere i risultati annuali che saranno presentati nelle prossime ore, Aston Martin e il suo CEO Hallmark si ritrovano alle prese con una serie di problemi che devono essere risolti per riportare in utile l'azienda. Secondo alcuni osservatori vicini al gruppo, uno degli obiettivi su cui i vertici Aston Martin si concentreranno è la riduzione del numero di consegne, che Hallmark dovrebbe portare sulle 8.000 unità all'anno anziché sulle 10.000 fissate in precedenza da Lawrence Stroll.