Captain America Brave New World Recensione: un potente scudo di “aspettative e responsabilità”

Arriva nelle sale da mercoledì 12 febbraio (regia di Julius Onah e distribuzione Walt Disney), il 35º film del Marvel Cinematic Universe (MCU), ovvero Captain America Brave New World. Sostanzialmente, si tratta del sequel del film Captain America: Civil War (2016), nonché del seguito della miniserie televisiva The Falcon and the Winter Soldier (2021), ma […] L'articolo Captain America Brave New World Recensione: un potente scudo di “aspettative e responsabilità” proviene da Vgmag.it.

Feb 12, 2025 - 16:44
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Captain America Brave New World Recensione: un potente scudo di “aspettative e responsabilità”
Captain America Brave New World

Arriva nelle sale da mercoledì 12 febbraio (regia di Julius Onah e distribuzione Walt Disney), il 35º film del Marvel Cinematic Universe (MCU), ovvero Captain America Brave New World. Sostanzialmente, si tratta del sequel del film Captain America: Civil War (2016), nonché del seguito della miniserie televisiva The Falcon and the Winter Soldier (2021), ma i legami si spingono fin a L’incredibile Hulk (2008). In questo nuovo e ultimo capitolo, infatti, Sam Wilson/Anthony Mackie (nell’assoluta novità del primo Captain America afroamericano) riceve in eredità lo scudo di Steve Rogers e diventa così a tutti gli effetti Captain America, mentre l’ex celebre Indiana Jones Harrison Ford si rivela in un doppio ruolo che promette davvero molte sorprese. Sullo sfondo si avvicendano poi, come da copione, una buona dose di azione e intrighi politici, canovaccio di una narrazione sempre di base action e muscolare, lasciando però ampio spazio e un ruolo nevralgico al lato umano e sentimentale della storia. Sarà infatti proprio il confronto tra aspettative e responsabilità (da eroe, ma anche banalmente paterne) a fare poi da traino a una narrazione dominata da scontri fisici, volteggi coreografici e letali scudi volanti.

Captain America Brave New World
Il nuovo Cap, ad ogni modo, mantiene la sua mitica tuta alare.

Captain America Brave New World: un nuovo, valente Captain America

Sam Wilson (Anthony Mackie) ha ricevuto lo scudo in “Avengers Endgame” e ha affrontato il suo personale percorso di elaborazione del nuovo ruolo nella serie “The Falcon and The Winter Soldier”. Ora, in questo capitolo nuovo di zecca dal titolo Captain America: Brave New World (letteralmente, coraggioso nuovo mondo), è giunto dunque il tempo di assumere ufficialmente oneri e responsabilità che il suo sfavillante scudo comporta. Facendo, però, anche a meno del famoso siero del super soldato. Nel frattempo, l’ex Generale Thaddeus “Thunderbolt” Ross (interpretato niente di meno che da Harrison Ford) è diventato presidente degli Stati Uniti, forte di una campagna elettorale che reclamava a gran voce l’Unità del Paese, e dunque sempre più legato alla necessaria collaborazione con il valente ed eroico Captain America, vessillo di forza e salvaguardia americana.

E, infatti, dopo il successo della pericolosa missione contro i Mercenari dei Serpenti, Sam Wilson sarà invitato proprio alla Casa Bianca per consolidare il suo ruolo. Ad affiancarlo all’evento presenzieranno anche il nuovo Falcon, Joaquin Torres, e il negletto Captain America della Guerra di Corea Isaiah Bradley, rimasto da tempo vittima di esperimenti governativi. Ma il delicato summit sarà letteralmente sgretolato da un evento a dir poco imprevisto, ovvero l’attentato alla vita stessa del Presidente. E, come se non bastasse, al caos generato dalla circostanza per fortuna non fatale, si aggiungeranno anche i segni di un primo incrinarsi dei rapporti con il potente ed essenziale Giappone, presente all’evento con l’intera delegazione, e al pari dell’America assai interessato a mettere “le mani” su un nuovo potente metallo (l’adamantio – curioso il riferimento proprio a questo elemento che nei fumetti rappresenta lo scheletro indistruttibile di Wolverine) in grado di scalzare perfino la potenza del vibranio. Un metallo presente in grande quantità nella remota quanto contesa “massa celestiale” dell’Oceano Indiano.

A Sam Wilson spetterà dunque l’arduo nonché delicato compito di comprendere, affrontare e sedare il complesso intrigo internazionale, non senza prima confrontarsi con un ventaglio di nemici ma anche alleati non particolarmente “facili” da gestire: l’agente presidenziale Ruth Bat-Seraph, di origini israeliane ed ex Vedova, il super villain Samuel Sterns/Leader (interpretato con malvagio brio da Tim Blake Nelson) – biologo di un’intelligenza sovrumana per essere stato esposto al sangue di Hulk, e infine il temibilissimo Hulk Rosso, vero protagonista visivo di quest’ultimo film targato Marvel Studios. Il nuovo Captain America sarà dunque all’altezza del suo arduo compito?

Captain America Brave New World
Red Hulk… decisamente qualcuno da non far arrabbiare!

Una parabola action/buonista a cui forse manca una vera anima, e identità

Se in questo film gli ingredienti per un film d’intrattenimento, che possa soddisfare in particolar modo il proprio pubblico di riferimento, sembrano esserci effettivamente tutti (super cast, grande livello di azione, e una serie di “soprese” centellinate qui e là per concedere un po’ di brio alla narrazione), il complesso del film Captain America Brave New World sembra mancare sostanzialmente di una sua vera identità narrativa. In costante bilico tra racconto epico, thriller politico, e riflessione antropica, in quest’ultimo lavoro targato Marvel sembra infatti a tratti voler prevalere la tematica del confronto personale (tanto di Cap quanto del presidente Ross) con l’oneroso bagaglio delle proprie fragilità e dei propri limiti. Da una parte abbiamo dunque un grande supereroe che vuole emanciparsi dal proprio passato “Non è il nostro passato a definire chi siamo”, ma è pur sempre alle prese con i propri dubbi e le proprie insicurezze “Se mi capita di sbagliare sento di deludere tutti quelli che lottano per un privilegio come il mio – La pressione è tanta, ti schiaccia”.

Dall’altra, invece, c’è un presidente degli Stati Uniti in profonda crisi non solo per la complessità del suo ruolo, ma soprattutto per il difficile rapporto con la figlia. Temi e crucci dunque squisitamente umani. E se in un certo senso questa sorta di accelerazione sull’umanizzazione della parabola filmica e sul buonismo intrinseco della storia regalano al film alcuni momenti validi e anche toccanti, sono d’altro canto tasselli che tolgono un po’ di fiato (e pathos) all’anima prettamente dinamica e muscolare del racconto. Una sorta di compromesso narrativo che, a conti fatti, rischia di deludere un po’ le aspettative globali riposte nel film dal proprio target. Nota a latere: è curioso notare e apprendere come in questo capitolo venga in qualche modo tirato in ballo più volte e attraverso vari personaggi il mondo di Hulk (compare il suo arci-nemico Sterns, la sua fidanzata Beth/figlia di Ross è più volte menzionata, fa il suo ingresso la versione esplosiva di Hulk Rosso). Forse dettagli in grado di rimandare e alludere a prossimi sviluppi e appuntamenti filmici.


Per la regia di Julius Onah e la distribuzione della Disney, arriva nelle sale mercoledì 12 febbraio il 35º film del Marvel Cinematic Universe dal titolo Captain America: Brave New World. Si tratta di un capitolo in cui non mancano certamente novità (entra in scena il primo Captain America afroamericano), sorprese (una serie di intrighi politici e complotti globali a fare da sfondo alla storia) e colpi di scena (l’imponente “apparizione” di Hulk Rosso), ma nel quale vengono forse meno un po’ di vera identità e fluidità narrative. Perché se da un lato gli elementi messi in campo da Julius Onah e dall’enorme sistema produttivo (chilometrica la lista dei credits prima delle scene post) sono tanti e variegati, l’equilibrio tra lato action e riflessione morale dell’opera sembra arrancare, determinando in qualche modo uno sfaldamento, un prodotto che senza dubbio intrattiene, ma rischia però di essere anche fin troppo dimenticabile.


 

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