Churchill: il gioello da tavolo
Ci sono giochi che sono destinati ad entrare nell’Olimpo delle creazioni ludiche. Giochi sui quali, almeno una volta nella vita, bisogna fare un giro per

Ci sono giochi che sono destinati ad entrare nell’Olimpo delle creazioni ludiche. Giochi sui quali, almeno una volta nella vita, bisogna fare un giro per capire che il gioco da tavolo può essere sia svago sia esperienza più profonda dalla quale trarre sicuramente spunti per approfondimento e soddisfazione personale. Tra questi titoli c’è quello di cui parleremo oggi: Churchill.
“Il successo è la capacità di passare da un fallimento all’altro senza perdere entusiasmo.”
Uno dei personaggi più importanti nel triste ricordo della seconda guerra mondiale è, in qualche modo, colui che ha donato il titolo al gioco e vede sfidarsi al tavolo (in tutti i sensi) i 3 grandi potenti dell’epoca: Stalin, Roosevelt e appunto Winston Churchill.
In questo gioco, creato dalla fervida mente di un maestro come Mark Herman (qui puoi leggere la mia recensione di Versailles 1919 dello stesso autore) ed edito dalla GMT Games, avremo l’occasione di vestire i panni dei 3 famigerati personaggi e l’onere di guidare il mondo verso la fine del conflitto cercando, ove possibile, di far cadere le forze dell’asse.
Un gioiello
“La politica è eccitante quasi quanto la guerra ed è quasi altrettanto pericolosa. In guerra puoi essere ucciso una sola volta, in politica molte volte.”
Ci troviamo dinanzi a un vero e proprio gioiellino che ha creato l’ennesimo ponte tra due mondi distanti come il wargame e il boardgame. Due mondi che spesso hanno voluto rimanere agli antipodi in una lotta elitaria tra fazioni di giocatori sempre pronti a snobbare l’uno o l’altro, spesso senza rendersi conto che le cose attorno a loro stavano cambiando. Un giorno poi Mark Herman decise di creare il primo card driven ovvero: We the people e possiamo dire che le cose non sarebbero state più le stesse da lì in poi. Esattamente come per Twilight Struggle anche Churchill ha dalla sua una visione più bordgamestica che viene messa al servizio di un tema storico utilizzando meccaniche innovative che riescono a ricreare benissimo quelle tensioni che ci si aspetta da un gioco in cui dovremmo trattare su ogni singola scelta.
Il gioco da tre per eccellenza
Una conformazione, al tavolo, spesso difficile da raggiungere con questa efficienza. Lo dimostra l’esiguo numero di giochi editi e tra questi abbiamo di certo capolavori come Triumph & Tragedy e Maria, altro gioco con una meccanica (quella del giocatore schizofrenico) splendida. Churchill però, secondo me, coadiuva incredibilmente bene due fattori:
- Incertezza al tavolo
- Finta cooperazione
Siamo infatti davanti a un gioco che recita con le vesti di un cooperativo, che a tratti ti costringe a lavorare con il tuo avversario ma che poi, con un incredibile colpo di genio, al punteggio finale ti svela tutta la durezza di un competitivo in cui avresti potuto o dovuto fare altro. Già… avresti.
Il condizionale è d’obbligo quando si parla di scegliere con tre teste. Ogni giocatore dovrà infatti scegliere 2 questioni da dibattere al tavolo, magistralmente ricreato in una sorta di *flusso canalizzatore” stile Ritorno al futuro, e dovrà poi giocare carte staff (personaggi storici della fazione in questione) per cercare di portare dalla propria parte la stessa e vincere così la trattativa. Il vostro asso nella manica ovviamente sarà la carta leader ma attenzione ad usarla nel giusto momento. Non che sia l’unica cosa che conta visto che ogni singola scelta e ogni singola questione avrà delle ripercussioni sul fronte di guerra. Qui gli equilibri sono sottili. Il gioco infatti ci dice che è necessario vincere ma “non troppo” in alcuni casi; che bisogna cooperare per far cadere l’asse ma se questo non accadesse è probabile che gli egoismi di uno aiutino gli altri.
Non vi spoilero il punteggio finale e il come si calcola perché secondo me è una chicca e mi piace pensare che affronterete la prima partita con quell’incertezza e quel fascino che questo gioco saprà regalarvi.
Non mi dilungherò sul flusso di gioco, quella di oggi non è una recensione ma una disamina su un gioco importante e su un editore che ha messo a segno un altro grande colpo. Da pochissimo il gioco è stato portato in Italia dalla Ergo Ludo che credo, per l’ennesima volta, abbia fatto la scelta perfetta per continuare ad avvicinare giocatori al catagolo GMT e rendere felici gli afecionados che possono gustarsi questo titolo nella nostra lingua madre.
Dopo Time of Crisis e Imperial Struggle, infatti, Churchill è un tassello immancabile nella libreria di chi vuole avere un gioco sui generis che necessita di abnegazione e un gruppo di 3 giocatori (ok, è da 1 a 3 ma io personalmente lo consiglio full player) ma che sa restituire grandi soddisfazioni e una più semplice intavolabilità.
L’importanza del gioco in italiano
Spesso ci lamentiamo della durata, della complessità e della difficoltà di trovare giocatori. A parer mio con una localizzazione si abbattono tutti o almeno molti di questi muri. Un gioco in italiano è un passo necessario per superare uno scoglio che spesso rimane insormontabile per tanti. Va compreso e va capito. Giocare in italiano rende fruibile un titolo a una maggioranza di persone che altrimenti ne sarebbero escluse a priori. In Churchill non abbiamo molto testo ma quel poco e, soprattutto, il regolamento, possono sicuramente inficiare la scorrevolezza di una partita. Dovremo infatti leggere le abilità delle carte da abbinare alle discussioni sulle singole questioni, avremo il player-aid con le fasi di gioco e i dettagli sulle condizioni di vittoria. Avere una lingua madre pur non avendo chiaro il flusso aiuta e spero veramente che altri titoli vengano portati alla luce da Ergo Ludo, un editore che a parer mio sta facendo molto per la divulgazione del genere.
Perché scegliere Churchill
Perché il gioco potrà piacere a molte più persone di quante sospettiate. Perché offre una possibilità di trattativa al tavolo, da buon gioco diplomatico, ma senza sfociare nella dialettica pura. Perché in Churchill avrete la possibilità e necessità di pensare su due mappe in cui una (il tavolo) sarà propedeutica all’altra (i fronti di guerra). Perché tutto è cesellato a modino e perché lo scenario medio vi farà giocare in un tempo tutto sommato accettabile una fetta notevole di gioco. Perché se volete esplorare Pericles questo è un passo necessario. Perché avrete un titolo da 3 secco e vi piacerà da morire. Perché avete l’opportunità di approcciare il mondo dei giochi storici da un ingresso dedicato che, probabilmente, non vi ribalterà sugli esagoni o nelle tabelle dei terreni ma vi farà assaporare quel flavour che troppo spesso è precluso per tanti fattori ai più.
Mentre scrivo questo articolo sono alla conferenza proprio di Mark Herman organizzata da Ergo Ludo per presentare appunto Churchill e tanti altri giochi tra anteprime e prossime pubblicazioni. Ne parlerò presto in un nuovo articolo. Intanto vi lascio il gameplay del Puzzillo del Sud che potete vedere qui!
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