Rinnovabili, Italia a rischio sanzioni: ritardi nel recepimento della direttiva UE
Italia richiamata dall'UE per i ritardi sulla direttiva UE in merito alle rinnovabli
La Commissione Europea ha richiamato Italia, Bulgaria, Spagna, Francia, Cipro, Paesi Bassi, Slovacchia e Svezia per non aver ancora adottato a livello nazionale le disposizioni della Direttiva UE 2023/2413, che mira a velocizzare le procedure autorizzative per i progetti legati alle energie rinnovabili.
LA DIRETTIVA
La Direttiva UE 2023/2413 aggiorna la precedente (2018/2001), introducendo norme più snelle e veloci per l’autorizzazione di impianti rinnovabili e per le infrastrutture necessarie al loro inserimento nella rete elettrica. Tra le principali novità ci sono:
- l’introduzione di uena tempistica ben definita per il rilascio dei permessi, specificI per ogni tecnologia o progetto;
- la dichiarazione dell’interesse pubblico prevalente per i progetti legati alle rinnovabili, agli impianti di accumulo e alle reti di distribuzione;
- la creazione di "zone di accelerazione" destinate alle rinnovabili, dove i progetti beneficiano di procedure autorizzative più rapide.
Il termine per il recepimento della Direttiva nelle normative nazionali era fissato per il 1° luglio 2024. Tuttavia, a settembre si è riscontrato che 26 dei 27 Stati membri non avevano ancora adottato la normativa. I nuovi avvisi della Commissione Europea rappresentano un secondo richiamo, dopo che, cinque mesi fa, erano state inviate lettere di costituzione in mora.