Bitcoin: hashrate in ripresa, segnale positivo per il mercato?

Nonostante il calo del prezzo di BTC, l'hashrate tiene molto probabilmente grazie ad un incremento dell'efficienza.

Mar 25, 2025 - 13:45
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Bitcoin: hashrate in ripresa, segnale positivo per il mercato?
Bitcoin hashrate

Dopo un breve periodo di calo, ora è in ripresa anche l’hashrate di Bitcoin

Stando alle stime di Hashrate Index, la media mobile a sette giorni era scesa sotto gli 800 Eh/s la scorsa settimana, ma a partire da sabato è risalita sopra questa soglia. 

Il picco massimo storico è stato toccato ad inizio febbraio, a quasi 850 Eh/s, ed a fine febbraio era sceso a 750. Poi a metà marzo era risalito a 840, ma in seguito era di nuovo sceso sotto gli 800. 

Sostanzialmente è da metà dicembre che non sale più in modo significativo, ovvero da quando superò per la prima volta nella storia gli 800 Eh/s. 

Il rapporto dell’hashrate con il prezzo di Bitcoin

Come si può intuire dai dati precedenti, c’è un rapporto diretto tra l’hashrate di Bitcoin ed il prezzo di BTC. 

A differenza però di quanto comunemente si crede, non è l’hashrate ad influenzare il prezzo, ma l’esatto contrario. 

Dopo la vittoria elettorale di Trump ad inizio novembre il prezzo di Bitcoin ha iniziato a salire da 70.000$ a 100.000$. Questa salita di colpo ha incrementato la profittabilità del mining di BTC, e così i miner hanno aumentato la loro potenza di calcolo. 

Occorre ricordare che il mining è una competizione in cui è favorito chi ha maggiore potenza di calcolo, e l’hashrate è proprio il parametro che misura la potenza di calcolo impegnata nel mining. 

E così da inizio novembre a metà dicembre la media mobile a sette giorni dell’hashrate del mining di Bitcoin è salito da circa 700 Eh/s a 800, per poi fermarsi lì nel momento in cui si è fermata anche la risalita del prezzo di BTC. 

La tenuta del livello di hashrate

Ciò che potrebbe stupire è il fatto che l’hashrate sia ancora ampiamente sopra gli 800 Eh/s anche dopo il crollo del prezzo, anche se da questo punto di vista negli ultimi giorni c’è stato un rimbalzo che lo ha riportato ampiamente sopra gli 86.000$.

Va però specificato che la reazione dell’hashrate tende ad essere lenta, anche perchè più lo si riduce più si rischia di incassare meno da questa attività. 

In altri termini, i miner sono comunque sempre incentivati a mantenere l’hashrate il più alto possibile, anche quando il prezzo di BTC scende, ed è per questo che le discese del prezzo tendono ad avere un impatto molto lento sull’hashrate. 

Gli incassi dei miner avvengono sempre in BTC, e la quantità di BTC distribuiti complessivamente ai miner rimane sempre la stessa per ogni ciclo scandito dall’halving. Quindi quando aumenta il valore di mercato di BCT aumentano anche di fatto i guadagni per i miner, e viceversa. 

Ad esempio, mentre il prezzo di BTC aumentava da 70.000$ a 100.000$, facendo segnare un +43%, l’hashrate aumentava solamente da 700 a 800 Eh/s, con un incremento di solo il 14%. Questo spiega perchè l’hashrate stia tenendo anche dopo il calo del prezzo, visto che praticamente non era ancora aumentato a sufficienza prima che la risalita del prezzo di fermasse. 

La riduzione dei costi

Quando aumenta l’hashrate tendono anche ad aumentare i costi complessivi del mining. 

Ma il costo dell’hashrate a volte può anche ridursi grazie ad un incremento dell’efficienza. 

L’Hashprice Index misura il costo dell’hashrate, inteso come il costo di esercizio di 1 Ph/s. 

Un Petahash al secondo (Ph/s) è un millesimo di un Exahash al secondo (Eh/s), ovvero dell’unità di misura con cui si esprime il valore stimato dell’hashrate complessivo. 

Un anno fa il costo medio di un Ph/s era addirittura superiore ai 100$, ma a maggio dell’anno scorso scese a 44$. 

Oltre all’efficienza, altri due fattori chiave influiscono su questo costo: il costo dell’energia elettrica, e la difficulty

L’energia elettrica ha costi molto differenti in giro per il mondo, e non ha strettamente a che fare con Bitcoin. 

Invece la difficulty è proprio il livello di difficoltà necessario per riuscire ad estrarre l’hash che conferma i blocchi di Bitcoin. 

Da maggio 2024 ad oggi la difficulty è salita da poco più di 80T ad oltre 110T, ma nonostante ciò l’Hashprice Index è rimasto relativamente stabile attorno ai 50$, con escursioni da 40$ a 60$.

Questo significa che l’efficienza è aumentata, tanto da riuscire a fare rimanere stabile l’hashprice nonostante l’incremento della difficulty. 

Tra l’altro, a fine gennaio l’hashprice era di poco superiore ai 60$, mentre poco prima della metà di marzo era sceso a 44$. Ora però è risalito a circa 49$, ovvero in perfetta media rispetto agli ultimi dieci mesi.