Come funziona il 5G Broadcasting
Gli smartphone e i tablet riceveranno la TV del futuro senza consumare dati. Il nuovo standard di trasmissione televisiva via 5G promette di rivoluzionare il modo in cui guardiamo la televisione sui dispositivi mobili. The post Come funziona il 5G Broadcasting first appeared on Hackerjournal.it.

La televisione sta per fare un salto nel futuro grazie a una nuova tecnologia che promette di cambiare il modo in cui guardiamo i programmi sui nostri dispositivi mobili. Si chiama 5G Broadcast ed è una modalità innovativa per trasmettere contenuti televisivi direttamente su smartphone e tablet senza consumare i preziosi Gigabyte del piano dati. La Rai ha recentemente avviato la prima sperimentazione su larga scala di questo sistema nelle aree metropolitane di Roma e Torino, utilizzando frequenze dedicate in banda UHF assegnate dal Ministero di riferimento. L’obiettivo è portare programmi televisivi di alta qualità e bassa latenza direttamente sui dispositivi mobili di nuova generazione.
I vantaggi del 5G Broadcast
Come funziona esattamente questa nuova tecnologia? Il 5G Broadcast si differenzia sia dalle trasmissioni televisive tradizionali che dallo streaming via Internet. Invece di utilizzare la normale rete dati mobile, impiega una frequenza dedicata attraverso la quale trasmette il segnale in modalità “one-to-all”, proprio come fa il digitale terrestre. In pratica, un solo segnale raggiunge contemporaneamente tutti i dispositivi nell’area di copertura, indipendentemente dal numero di utenti che lo ricevono. I vantaggi sono molteplici: niente consumo del traffico dati, nessuna congestione della rete nelle aree affollate e una qualità costante, indipendentemente dal numero di spettatori. Inoltre, questa tecnologia potrebbe portare a una riduzione significativa delle emissioni elettromagnetiche e dei consumi energetici, dato che un singolo impianto può servire un numero elevatissimo di utenti.

La vera chiave per l’adozione del 5G Broadcast è nascosta nel cuore degli smartphone: i chip modem di Qualcomm includono già l’hardware necessario grazie all’esperienza maturata con LTE Broadcast, il predecessore di questa tecnologia. Non servirà quindi sostituire i dispositivi, ma solo un aggiornamento software per attivare la funzionalità.
La sperimentazione e gli ostacoli
La sperimentazione italiana guarda già ai grandi eventi del prossimo futuro: il Giubileo del 2025 e le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 saranno occasioni ideali per mettere alla prova il sistema in situazioni di alta concentrazione di pubblico.
C’è però un ostacolo da superare: al momento non esistono dispositivi commerciali in grado di ricevere questi segnali. Sebbene molti smartphone moderni utilizzino modem Qualcomm che integrano già l’hardware necessario, mancano ancora i software e i driver per attivare questa funzionalità. Gli esperti sono ottimisti: una volta che il segnale sarà disponibile, i produttori inizieranno ad aggiornare i loro dispositivi per supportare il nuovo standard. WindTre ha già annunciato che nel presto lancerà il suo servizio 5G standalone, un passaggio fondamentale per sfruttare appieno le potenzialità del 5G Broadcast. La Rai, dal canto suo, prevede di estendere la sperimentazione ad altre aree metropolitane nel corso del prossimo anno. Il 5G Broadcast rappresenta una piccola rivoluzione nel panorama delle telecomunicazioni: unisce la capillarità della televisione tradizionale alla comodità dei dispositivi mobili, promettendo di trasformare radicalmente la nostra esperienza di fruizione dei contenuti televisivi in mobilità. È il sogno, più di vent’anni dopo, del “videofonino”, che in Italia fece la sua comparsa nel 2003 con il 3G.
Dalla radio alla TV: un secolo di Broadcasting
Il termine broadcast ha radici profonde nella storia delle telecomunicazioni. Nato nel 1922 per descrivere le trasmissioni radio aperte a tutti (in contrapposizione alle comunicazioni punto-punto), il concetto ha rivoluzionato la comunicazione di massa. La televisione ha adottato lo stesso principio negli anni trenta, e oggi il 5G Broadcast rappresenta la terza generazione di questa modalità di diffusione. E c’è un grande vantaggio rispetto allo streaming tradizionale: consuma molto meno. Infatti, il video streaming rappresenta oggi oltre il 70% del traffico Internet mobile globale, con picchi durante eventi live come le partite di calcio o concerti. In queste situazioni, migliaia di connessioni simultanee allo stesso contenuto creano quello che gli esperti chiamano “effetto valanga”: ogni utente richiede una propria copia del flusso video, moltiplicando esponenzialmente il carico sulla rete. Un esempio pratico: durante una partita in uno stadio da 50mila posti, lo streaming tradizionale deve gestire 50mila flussi video identici, mentre il broadcast ne utilizza uno solo per tutti.
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*illustrazione articolo progettata da FreepikThe post Come funziona il 5G Broadcasting first appeared on Hackerjournal.it.