On Your Tail Recensione: la “Vispa” avventura di Memorable Games arriva anche su Nintendo Switch

L’Italia dei e nei videogiochi finalmente sta alzando la testa negli ultimi tempi: al di là delle grandi produzioni targate Milestone e Ubisoft Milan sono diverse le opere indie nostrane che stanno accaparrandosi clamore internazionale. E una delle cose migliori è la volontà di portare sul palcoscenico storie ambientate nel nostro Paese, e non necessariamente […] L'articolo On Your Tail Recensione: la “Vispa” avventura di Memorable Games arriva anche su Nintendo Switch proviene da Vgmag.it.

Mar 23, 2025 - 13:31
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On Your Tail Recensione: la “Vispa” avventura di Memorable Games arriva anche su Nintendo Switch
On Your Tail

L’Italia dei e nei videogiochi finalmente sta alzando la testa negli ultimi tempi: al di là delle grandi produzioni targate Milestone e Ubisoft Milan sono diverse le opere indie nostrane che stanno accaparrandosi clamore internazionale. E una delle cose migliori è la volontà di portare sul palcoscenico storie ambientate nel nostro Paese, e non necessariamente negli scenari più scontati, quando si parla di panorami italiani. Perché chiaramente non ci sono solo Venezia, Firenze, Roma (e i paesaggi partenopei, anch’essi al momento molto gettonati): presentare lo sfaccettato folklore tricolore all’interno di storie misteriose è il riuscito obiettivo di singolari produzioni come Saturnalia o il qui recensito On Your Tail di Memorable Games.

On Your Tail
Malinconia e incertezza in sottotraccia, ma anche fiducia nel futuro e nelle proprie possibilità: Diana è (anche) questo.

Fare tanto con poco

Essere dei buoni scrittori non è facile: ancor più se si vuole fare i romanzieri. Lo sa bene, ad esempio, l’Arturo Bandini di Chiedi alla polvere: “Quanto ai timori sulle sue limitate esperienze nella vita in generale e con le donne in particolare, va da sé purtroppo che di norma uno scrittore abbia meno esperienze degli altri uomini. E ciò in forza del fatto incontestabile che non si può essere in due posti contemporaneamente, signor Bandini. O si è davanti alla macchina da scrivere o si è nel mondo a fare esperienze. Pertanto, poiché vuole scrivere e vuole fare esperienze di cui scrivere, deve imparare a fare molto con poco. E fare molto con poco è in breve, signor Bandini, il mestiere dello scrittore”. Un dilemma che si presenta anche alla giovane Diana, studentessa universitaria torinese in crisi: per scongiurare lo spettro della scrittura inespressiva molla tutto e parte all’avventura, cercando ispirazione nel paese dove sua nonna ha lasciato il cuore molti anni prima: Borgo Marina. Cosa avrà di tanto speciale questo anfratto di costa ligure? A voi scoprirlo in On Your Tail!

On Your Tail
Quando si suol dire “cartolina dell’Italia”… con tanto di Vespa, anzi, come viene chiamata nel gioco, “Vispa”!

(Vispa) 50 Special

Insomma, Diana si lascia alle spalle il capoluogo piemontese per cercare se stessa e la propria arte al sole delle Cinque Terre, fornendo ai giocatori un gameplay ibrido dalle diverse derivazioni ma nel complesso originale o, quantomeno, inusuale. L’ispirazione sarà rincorsa tramite la risoluzione del mistero che aleggia sul fantomatico furfante che si aggira nel paese come uno spettro. Diana ha in realtà un certo fiuto investigativo, ereditato dalla madre poliziotta, e un certo occhio per cose e persone, dote ripresa dalla nonna, insieme a un singolare artefatto: un monocolo in grado di percepire sfasamenti tra passato e presente e tramite il quale è possibile scoprire indizi utili per i tanti grandi e piccoli casi in cui la ragazza si imbatterà. Mettendo assieme i pezzi (o, meglio, le figurine relative a luoghi, oggetti, persone) Diana potrà risolvere gli enigmi e proseguire con la storia. Ma questo è solo il fil rouge dell’opera, che nella sua estensione è in realtà molto più ricco, nonché dispersivo: la quantità di personaggi e attività collaterali presenti in On Your Tail è difatti enorme, e stupisce per il suo essere al contempo accessoria e corollaria dell’esperienza.

I ragazzi di Memorable Games hanno messo insieme elementi da molteplici giochi (perlopiù nipponici) per riproporli secondo la loro visione unica. Alla base c’è una sorta di “Shenmue al pesto” che del resto ha dato il là ad esperienze come quelle della saga Yakuza, che alterna trama principale a miriadi di sottotrame e minigiochi, dramma e bizzarria, il tutto con un flavour indiscutibilmente nipponico. Ecco, per certi versi siamo dalle stesse parti, anche se al posto dei combattimenti ci sono le parti prettamente investigative, più affini ad Ace Attorney, Danganrompa, Professor Layton, e al posto dei caratteristici quartieri di Tokyo e Osaka abbiamo gli stessi scenari che abbiamo visto nel Luca pixariano, in cui è inserito un poliziesco che ricorda (nel senso buono) uno sceneggiato Rai o Sky del tipo Montalbano/Lolita Lobosco/I delitti del Barlume e lo stile trasognato e slice of life di tanti cozy adventure in terza persona visti negli ultimi anni, come Dordogne, Mika e la montagna della strega, Alba. Nonostante un incipit piuttosto blando e non troppo intrigante, si viene presto travolti dalla brezza di Borgo Marina e rapiti dal suo calore italico: sembra davvero di vivere una insolita vacanza (condita di mistero) nell’Italia eternamente ferma alla fine degli anni ’90, tra sole e mare, canzoni da Festivalbar, attività in spiaggia e lavoretti estivi. I minigiochi sono originali, divertenti e simpatici, e sono molto ben integrati nel contesto di modo che fungano da rilassante riempitivo e da contesto-cuscinetto alla trama principale, grazie anche alla “fauna” locale, composta da tanti personaggi da scoprire e con cui intrecciare profonde relazioni personali. On Your Tail

Parliamo di “fauna” non a caso, dato che i personaggi sono tutti realizzati in un delizioso stile furry che tanto ricorda quello utilizzato nello Sherlock Hound di Hayao Miyazaki (che, ricordiamolo, per metà era italiano, dato lo zampino dei mitici Pagot) e quindi il ponte tra Italia e Giappone appare così automatico.
L’Italia di On Your Tail è chiaramente da cartolina, ma anche autentica: non è la visione di uno straniero, quanto quella di un autoctono in grado di riportare visivamente tutti quelli elementi che fanno parte del paesaggio italiano tipico degli ultimi cinquant’anni. Che a noi fa anche un po’ strano ritrovare in un videogioco, dato che oltre a elementi caratteristici classici come le trattorie e le vespe presenta anche gli scalcinati guardrail con vista mare o i tondi cartelli gialli dei vecchi uffici postali. Qualcosa che, sicuramente, attira l’attenzione e che a maggior ragione può far presa sugli stranieri per via del suo essere autenticamente “alieno”.

Il risultato finale, in quanto ad atmosfera, è egregio e accattivante, dando al giocatore sempre qualcosa di diverso da fare a seconda delle inclinazioni del momento: anche il giochino più semplice e la fetch quest più banale trova nuova linfa vitale nel contesto tricolore e risulta piacevole, nonostante il backtracking continuo e implacabile, senza possibilità di scorciatoie: preparatevi a consumare le suole delle scarpe di Diana. Al di là di certe meccaniche ripetitive (che come già detto sono ben stemperate) e della meccanica “trial and error” a volte poco appagante tipica di certi giochi investigativi, On Your Tail mostra il fianco nelle prestazioni tecniche altalenanti e nella presenza di bug qua e là, oltre che nella visuale scelta, che non ci ha convinti a pieno. I diorami delle parti di ricostruzione del crimine funzionano a meraviglia, ma l’alternanza tra prima e terza persona in quelle investigative stanca: dato che il pov della terza persona è fastidiosamente troppo vicino alla protagonista tanto valeva fare tutto in prima persona. Oppure allargare di molto il FOV e lasciar respirare i magnifici paesaggi marittimi.


On Your Tail non mira a essere un titolo innovativo o complesso, tutt’altro: è un cozy game in cui l’elemento narrativo è adorabile ma anche semplice e genuino, mentre quello investigativo è volto ad accrescere l’esperienza, senza soverchiarla rispetto allo spaccato di vita quotidiana estiva proposto. Bisogna stare al gioco ed entrare nel meccanismo, ma se si entra in sintonia con l’opera finisce per conquistarvi, nonostante una veste tecnica altalenante. A livello di design c’è molta ispirazione e visione, purtroppo non supportata da una resa altrettanto buona in termini di frame rate, visuale problematica, texture e piccoli bug qua e là. Niente che invalidi l’esperienza, ad ogni modo, confermando il titolo Memorable Games tra i miglior giochi italiani usciti nel 2024 (su PC) e che ora si ripropone con lo stesso spirito libero nella versione per Nintendo Switch.


 

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