Boom di investimenti in Bitcoin per le public company

Il 2024 è stato un anno da record, oltre ogni aspettativa.

Mar 19, 2025 - 11:09
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Boom di investimenti in Bitcoin per le public company
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Il 2024 è stato un anno da record per quanto riguarda gli investimenti in Bitcoin effettuati dalle cosiddette public company. 

Inoltre il 2025 si accorge già ad essere un altro anno record. 

È quanto rivelato da Ryan Rasmussen, Head of Research di Bitwise Asset Management.

Gli investimenti in Bitcoin delle public company

Rasmussen ha condiviso un grafico di Bitwise che mostra l’andamento nel corso del tempo del totale dei BTC acquistati annualmente dalle public company.

Nel 2019 questo dato era pressochè nullo, mentre nel 2020, quando iniziò a comprare MicroStrategy (ora Strategy), non si superarono i 100.000 BTC.

Da notare che all’epoca il prezzo era inferiore ai 20.000$, quindi gli investimenti necessari per acquistare ad esempio 100.000 Bitcoin erano molto inferiori a quelli attuali. 

Nel 2021, grazie alla grande bull run, vennero superati i 200.000 BTC, mentre nel 2022 a causa del bear-market si tornò sotto quella cifra, nonostante i prezzi più economici. 

Nel 2023 vennero appena superati i 250.000 BTC, mentre nel 2024 si è verificato un vero e proprio boom, superiore anche a quello del 2021: quasi 600.000 BTC acquistati in un solo anno complessivamente da tutte le public company monitorate da Bitwise.

Rasmussen scrive: 

“Nel 2024, le società pubbliche hanno acquistato il doppio dei bitcoin rispetto a tutti gli anni precedenti messi insieme”. 

Oltretutto nel 2025 sono già stati superati i 600.000 BTC acquistati dalle public company, anche se non è ancora nemmeno finito il primo trimestre. Rasmussen aggiunge che le circa 70 aziende da loro monitorate attualmente possiedono un valore combinato di 52 miliardi di dollari in Bitcoin, pari al 3% dell’offerta totale. 

Le public company

Con la dicitura “public company” si intendono banalmente le società ad azionariato diffuso, ovvero le cui azioni sono acquistabili e scambiabili pubblicamente (in Borsa), e che non hanno un singolo proprietario di maggioranza. 

Vengono chiamate società pubbliche non perchè siano di proprietà pubblica (sono a tutti gli effetti società private), ma perchè per legge devono rendere pubblici i propri bilanci. 

Proprio a causa del fatto che le società quotate in borsa hanno l’obbligo di legge di comunicare pubblicamente i loro dati, è possibile monitorarne ad esempio gli acquisti e le vendite di Bitcoin, visto che che hanno anche l’obbligo di renderli pubblici. 

Praticamente tutte le grandi società quotate in borsa rientrano in questa categoria, comprese Apple, Microsoft, Nvidia, e le altre magnifiche sette. 

Public company, private company e Bitcoin

La prima public company ad aver iniziato ad investire molto in Bitcoin è stata proprio MicroStrategy nel 2020. 

Ora la società ha cambiato nome, si chiama solo Strategy e possiede quasi mezzo milione di BTC. 

Dei 52 miliardi di dollari citati da Rasmussen ben 41,5 appartengono a Strategy, che quindi in questa speciale classifica ha una dominance di quasi il 79%.

D’altronde Strategy già nel 2021 da sola aveva superato i 100.000 BTC, mentre ad oggi non risulta esserci alcun’altra public company che arrivi a questa cifra. 

Da notare però che tra le società non quotate in borsa (le private company) ce n’è almeno una che risulterebbe superare quella soglia: si tratta di Block.one, ovvero la società dietro il progetto crypto EOS, che ne dovrebbe possedere circa 164.000. 

La differenza tra le public company e le private company è soprattutto il fatto di essere presenti in borsa, dato che le private company non lo sono. Non essendolo, non hanno l’obbligo di rendere pubblici i loro dati, e quindi è più difficile reperire informazioni sui loro conti. 

Oltretutto anche la terza società al mondo per numero di BTC posseduti, dopo Strategy e Block.one, è una private company. Si tratta della famosa Tether, la società dietro la stablecoin USDT, che ormai risulta essere arrivata a possederne più di 83.000. 

In totale, le public company risultano possedere nel complesso circa 658.000 BTC, mentre le private company 424.000. 

Da notare che invece quelli detenuti da istituzioni statali, come ad esempio il Dipartimento di Giustizia degli USA, ammontano a circa 526.000. 

Gli ETF su Bitcoin spot

Questi numeri però impallidiscono rispetto ai quasi 1,3 milioni di BTC detenuti dagli ETP (tra cui ETF e ETN). 

C’è però un’enorme differenza. 

Infatti, sia i Bitcoin posseduti dalle società private che quelli detenuti dalle istituzioni statali di fatto sono di loro proprietà, e quindi possono disporne a piacimento, a patto di farlo rispettando le leggi. 

Invece, i BTC detenuti dai fondi come gli ETF non sono di loro proprietà. 

O meglio, i fondi come gli ETF non sono affatto di proprietà di chi li gestisce, ma degli azionisti che ne posseggono le azioni. Quando si tratta di ETF collateralizzati in un singolo asset, come ad esempio IBIT di BlackRock (collateralizzato solo in Bitcoin), i gestori non possono affatto disporre a piacimento del sottostante. 

Anzi, sono di fatto obbligati per legge a comprare e vendere il sottostante a seconda di quante azioni vengono immesse o ritirate dal mercato. Infatti la quantità di BTC che detengono varia ogni giorno, mentre quella di molte società spesso rimane invariata per mesi.