Chiusa l’indagine della SEC contro Crypto.com, e CRO sale

Notizia ufficiale, ma nonostante ciò il prezzo di CRO stenta comunque a riprendersi.

Mar 28, 2025 - 11:33
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Chiusa l’indagine della SEC contro Crypto.com, e CRO sale
sec crypto.com

Ieri, la giornalista Eleanor Terrett ha riferito che la SEC ha ufficialmente chiuso la sua indagine su Crypto.com.

In seguito è arrivata anche la conferma del CEO della società, Kris Marszalek.

La reazione del prezzo di CRO è stata immediata, ma non particolarmente significativa.

La SEC contro Crypto.com

La SEC aveva iniziato ad indagare sull’exchange Crypto.com già tempo fa, tanto che l’exchange in un primo momento aveva deciso di uscire del tutto dal mercato statunitense. 

Ad ottobre 2024, Crypto.com aveva ricevuto un Wells Notice dall’agenzia con la quale veniva avvisata dell’inizio delle indagini ufficiali. 

La situazione però era cambiata il mese dopo, con la vittoria elettorale di Donald Trump

Dopo la vittoria di Joe Biden nel novembre del 2020, la presidenza dell’agenzia era stata affidata al democratico Gary Gensler, nell’aprile del 2021, e da allora la SEC ha avviato una specie di guerra contro le criptovalute e contro gli exchange crypto. 

Tale strategia è andata avanti fino a novembre dell’anno scorso, quando con la vittoria del repubblicano Trump Gensler ha annunciato le sue dimissioni, poi diventate effettive a partire dal giorno dell’insediamento di Trump alla Casa Bianca, il 20 gennaio 2025. 

Ora la strategia dell’agenzia è completamente cambiata, anche perchè attualmente è guidata pro-tempore dal repubblicano Mark Uyeda, favorevole alle crypto, e ci si attende che la sua guida venga affidata a Paul Atkins, anch’egli favorevole alle crypto. 

Non stupisce pertanto che, dopo aver avviato e chiuso molte cause contro società crypto, la SEC alla fine abbia chiuso anche quella contro Crypto.com.

Le conseguenze

Come rivelato da Eleanor Terrett, e confermato da Kris Marszalek, la causa della SEC contro Crypto.com è stata chiusa senza che siano state intraprese azioni coercitive contro l’exchange. 

Di fatto quindi questa iniziativa dell’agenzia che supervisiona il mercato americano delle security è risultata essere alla fine completamente inutile, oltre che inutilmente costosa sia per l’exchange che per l’agenzia stessa. Va ricordato che la SEC è finanziata, ovviamente, con le tasse pagate dai contribuenti. 

Va anche aggiunto che lo stesso exchange aveva a sua volta denunciato la SEC per abuso di giurisdizione, dopo aver ricevuto il Wells Notice, perché la U.S. Securities and Exchange Commission dovrebbe occuparsi solo del mercato delle security, e non di quello delle commodity, la cui vigilanza è affidata alla CFTC

Il punto chiave di tutta la strategia della SEC era proprio quello di voler ritenere molte criptovalute delle security, ovvero dei contratti di investimento, e non delle semplici commodity. Solo Bitcoin veniva di certo identificato come una commodity, mentre persino su Ethereum l’agenzia aveva qualche dubbio. 

Infine, va ricordato che nel 2023 un tribunale diede esplicitamente torto alla SEC proprio su questo punto, all’interno di una causa contro Ripple riguardante XRP, visto che sancì in modo esplicito che la vendita di XRP sul mercato secondario (gli exchange) non poteva essere considerata la vendita di contratti di investimento. 

La reazione del prezzo di CRO dopo la vittoria di Crypto.com contro la SEC

CRO è la criptovaluta nativa del progetto Cronos, dietro il quale però c’è proprio Crypto.com.

Ormai da quasi tre anni il prezzo di CRO è in sofferenza, tanto da trovarsi ancora a -89% dai massimi del 2021. 

A dire il vero quella del 2021 fu un’evidente bolla speculativa scoppiata l’anno successivo, tanto che il prezzo iniziale a fine 2020 era enormemente inferiore. 

Il grosso problema è che prima che iniziasse a gonfiarsi la bolla CRO veleggiava attorno ai 6 centesimi di dollaro, mentre ora è attorno ai 10 centesimi. 

Anzi, a fine ottobre 2024 era sceso anche sotto gli 8 centesimi, pericolosamente vicino a quei 6 centesimi che aveva esattamente quattro anni prima. 

La situazione pertanto è evidentemente difficile, tanto che il picco massimo raggiunto a dicembre grazie al Trump trade è stato solamente di poco superiore ai 20 centesimi, ovvero una cifra in linea con quella di metà maggio 2022 dopo il crollo dei mercati crypto generato dall’implosione dell’ecosistema Terra/Luna. 

Oltretutto dopo essere risalito sopra i 20 centesimi a dicembre, il prezzo di CRO era tornato poco sopra i 7 centesimi a febbraio, ovvero solo di qualche millesimo di dollaro sopra il livello molto basso di ottobre 2024. 

Basti pensare che il livello di prezzo attuale, nonostante le buone notizie, è ancora inferiore a quello di maggio 2024. 

Il problema dell’incremento della supply

Il fatto è che su CRO pende un’enorme spada di Damocle. 

Di recente è stato deliberato un notevole aumento della total supply, passata da 27 a 97 miliardi di token.

Per i mercati quello che conta in realtà è la circulating supply, rimasta inferiore ai 27 miliardi di token, ma ora nessuno vieta di mettere in circolazione parte dei 70 miliardi di nuovi token che sono stati creati. 

Qualora una parte significativa di questi nuovi token venissero messi in circolazione (ovvero finissero nella circulating supply), la pressione di vendita potrebbe aumentare anche di molto, facendo scendere il prezzo. 

Ciò è possibile che accada nei prossimi anni, mentre non sembra che ci sia il rischio che avvenga sul breve periodo, e questo rende difficile immaginare performance di prezzo davvero interessanti per questa criptovaluta nei prossimi anni.