Scommesse sulle profezie: Polymarket e le crypto tra fede e finanza

Scommettere sulla fede: chi decide la verità?

Mar 24, 2025 - 17:59
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Scommesse sulle profezie: Polymarket e le crypto tra fede e finanza

Le crypto e il mondo delle scommesse online stanno dando vita a scenari sempre più imprevedibili: l’ultimo esempio arriva da Polymarket, dove è stato aperto un contratto che prevede un 3% di probabilità che Gesù Cristo ritorni prima della fine del 2025

Un’ipotesi audace che mescola finanza decentralizzata e profezie bibliche, evidenziando come il mercato crypto sia capace di inglobare anche le previsioni più bizzarre.

Quando le crypto interpretano l’Apocalisse: le scommesse su Polymarket 

Non è la prima volta che Polymarket attira l’attenzione con scommesse fuori dall’ordinario. Se in passato la piattaforma aveva generato dibattiti con previsioni sulla vittoria di Donald Trump, ora va oltre il mondo politico per inoltrarsi nel terreno della spiritualità.  

A oggi, sono stati puntati 44.760 dollari su questa ipotesi, trasformando un’antica credenza religiosa in una scommessa redditizia. Alcuni gruppi esoterici sostengono la validità dell’evento, basandosi su calcoli profetici:  

  • La Church of God fa riferimento a un “tempo di redenzione” di 24 anni, iniziato nel 2000.  
  • Il movimento Free Gift From God rielabora il concetto delle “70 settimane di Daniele”, utilizzando un decreto ottomano del 1535 emesso da Solimano il Magnifico.  

Questi studi profetici accostano figure storiche e religiose apparentemente scollegate, dal condottiero ottomano fino al cardinale George Pell

Tuttavia, la maggior parte degli esegeti tradizionalisti rigetta queste interpretazioni, ricordando il versetto evangelico che afferma: “Nessuno conosce né il giorno né l’ora” (Matteo 24:36).  

In un contesto del genere, sono gli algoritmi e i trader a decidere le sorti della scommessa, e non i leader religiosi. Gli speculatori del mercato crypto vedono l’opportunità di guadagnare indipendentemente dal dibattito teologico.  

Il contratto stabilisce che il “Sì” risulterà vincente solo se il ritorno di Cristo avverrà entro il 31 dicembre 2025, alle 23:59 ora di New York. Tuttavia, un aspetto controverso è la modalità di verifica: la decisione sarà presa sulla base di un “consenso di fonti credibili”.  

Ma a chi spetterà stabilire cosa rappresenta una “fonte credibile”? In un contesto decentralizzato, dove non esistono autorità uniche e riconosciute, questa ambiguità potrebbe scatenare infinite dispute. 

La controversia è simile a quelle sorte su Polymarket in passato, come nel caso di una scommessa sulla riserva strategica di Bitcoin sotto l’amministrazione Trump. All’epoca, il problema principale fu la definizione stessa del concetto di “riserva strategica”.  

La possibilità che una questione teologica possa trasformarsi in una disputa tecnica tra analisti e investitori crypto mostra le nuove dimensioni in cui stanno entrando i mercati predittivi.  

Criptovalute e misticismo: un matrimonio a rischio?

L’industria delle criptovalute si è sempre nutrita di narrazioni forti, siano esse politiche, finanziarie o culturali. La scommessa sul ritorno di Gesù rientra perfettamente in questa dinamica. 

Poco importa la verità religiosa o storica: ciò che conta è la viralità dell’evento e il coinvolgimento della rete.  

L’episodio non è isolato. Già nel 2021 un’altra predizione aveva coinvolto eventi biblici: un contratto legato all’Apocalisse e all’interruzione di un “sacrificio perpetuo” aveva generato grande interesse. 

Questi fenomeni suggeriscono che il mercato delle criptovalute non ha timore di incorporare concetti mistici e religiosi, sfruttandoli in chiave speculativa.  

Di fronte a questa tendenza, sorgono domande importanti:  

  • Fin dove può spingersi la decentralizzazione?
  • Quali sono i limiti tra credenze personali e mercati finanziari?
  • Se oggi si scommette sul ritorno di Cristo, domani cosa potrebbe diventare oggetto di speculazione?

L’ipotesi di un “ritorno Messianico” potrebbe lasciare spazio a previsioni sempre più fantasiose. C’è chi già ipotizza future scommesse su un’eventuale invasione aliena o sulla scoperta del Sacro Graal.  

L’idea di scommettere sul ritorno di Cristo potrebbe sembrare paradossale, ma riflette una realtà sempre più evidente: l’integrazione tra tecnologia, finanza e simbolismo religioso. Con l’aumento della digitalizzazione, la linea tra realtà e speculazione diventa sempre più sottile.  

Se da un lato queste iniziative alimentano il dibattito sulla credibilità delle previsioni nei mercati decentralizzati, dall’altro rivelano uno scenario più ampio. Il settore crypto sfrutta la voglia di narrazione e di coinvolgimento delle masse, superando i confini della razionalità.  

Con una probabilità fissata al 3%, l’evento appare altamente improbabile. Tuttavia, ciò che colpisce è la commistione tra sacro e digitale, con gli smart contract che si intrecciano con antiche profezie

In un mondo in cui tutto diventa una scommessa, il vero interrogativo non è se il Messia tornerà, ma fino a che punto i mercati spingeranno i limiti della credulità collettiva.