Bitcoin: il ritracciamento potrebbe non essere ancora terminato
Il problema di fondo è la pressione di acquisto, ancora troppo bassa e che non dà segni di voler risalire.


Ieri, Bitfinex ha pubblicato il suo ultimo report Alpha dedicato al recente ritracciamento del prezzo di Bitcoin.
Nel report fa notare che il ritracciamento è stato del 29,7%, ovvero la seconda correzione più profonda di questo ciclo rialzista, e soprattutto che gli acquirenti istituzionali non sono ancora tornati con forza sufficiente per contrastare la pressione di vendita.
Ciò induce a pensare che l’attuale fase di ritracciamento potrebbe anche non essersi ancora conclusa.
Il ritracciamento di Bitcoin
L’attuale ritracciamento del prezzo di Bitcoin in teoria è iniziato pochi giorni dopo il massimo storico, toccato il 20 gennaio sopra i 109.000$. Quello è anche stato il giorno in cui Donald Trump si è insediato alla casa bianca.
In un primo momento si era trattato solo di un ritorno a 100.000$, ma già ad inizio febbraio scese abbondantemente sotto questa soglia. Fino però al 23 febbraio sembrava potesse semplicemente continuare la fase di lateralizzazione iniziata a metà novembre, ma così non è stato.
Infatti tra il 24 ed il 28 febbraio è sceso fino a 78.000$, ovvero ampiamente sotto il livello minimo della fase di lateralizzazione precedente.
A quel punto è diventato chiaro che la discesa cominciata a fine gennaio non era solamente un movimento temporaneo all’interno di una fase di lateralizzazione, ma l’inizio di una vera e propria fase di ritracciamento.
Il ritracciamento del prezzo di Bitcoin continua
Il fatto è che questa fase di ritracciamento non sta ancora dando alcun chiaro segnale di essere vicina alla sua fine.
Ad esempio, il report di Bitfinex sottolinea come vi siano continui deflussi dagli ETF spot su Bitcoin (921,4 milioni di dollari in totale la scorsa settimana), e ciò suggerisce che gli acquirenti istituzionali non siano ancora tornati con forza sufficiente per contrastare la pressione di vendita.
Sebbene la pressione di vendita nel complesso rimanga bassa, la pressione di acquisto è bassissima, ed in un tale scenario sembra davvero difficile che il prezzo di Bitcoin (BTC) possa rimbalzare.
Anzi, proiettando in avanti il trend dell’attuale fase di ritracciamento si possono intravedere due possibili punti di approdo.
Il primo è compreso tra i 74.000$ ed i 76.000$, e potrebbe anche essere raggiunto a breve, magari entro la fine del mese.
Il secondo invece è compreso tra i 68.000$ ed i 72.000$, e potrebbe volerci più tempo per raggiungerlo, magari anche più di un mese.
Si tratta però solo di proiezioni, e non di previsioni, pertanto in caso di eventi esterni particolarmente favorevoli questo trend in teoria potrebbe anche interrompersi.
L’indebolimento della domanda
Il grosso problema è l’indebolimento della domanda di acquisto, che non solo sta rimanendo debole, ma non dà segni di voler invertire questa tendenza.
Il report di Bitfinex sottolinea come i detentori a breve termine, che attualmente sono prevalentemente in perdita, sono spesso i più suscettibili alla capitolazione, e storicamente quando i nuovi afflussi di capitale rallentano, ciò segnala un indebolimento della domanda.
Scrivono:
“Senza l’intervento di nuovi acquirenti, Bitcoin rischia un consolidamento esteso o addirittura un ulteriore ribasso poiché le mani più deboli continuano a uscire dalle loro posizioni”.
A questo punto i fattori chiave per gli analisti di Bitfinex diventano i detentori a lungo termine e la domanda istituzionale, perché se dovessero iniziare ad assorbire l’offerta potrebbe iniziare un nuovo periodo di accumulo in grado potenzialmente di stabilizzare l’azione dei prezzi ed invertire il sentiment.
L’economia USA: rischio recessione
Dietro tutto ciò probabilmente c’è l’evolvere della situazione economica degli USA.
Secondo gli analisti di Bitfinex, l’economia statunitense sarebbe ad un bivio, con un mercato del lavoro resiliente ma in raffreddamento, un’inflazione in moderazione, ed una fiducia dei consumatori in calo.
Scrivono:
“La fiducia dei consumatori è crollata al livello più basso in oltre due anni, con aspettative di inflazione in aumento e incertezza economica che smorza le prospettive sia delle famiglie che delle aziende. Con l’evolversi delle politiche commerciali e dei rischi inflazionistici, la risposta della Federal Reserve sarà fondamentale per determinare se l’economia si stabilizzerà o si indebolirà ulteriormente”.
A ciò va aggiunto che proprio domani la Fed annuncerà la sua nuova decisione sui tassi di interesse.
Sebbene sia praticamente scontato che annuncerà di lasciarli invariati, il punto chiave sarà per i mercati quello di cercare di capire dalle parole del presidente Powell se la banca centrale americana è più orientata verso due o tre tagli di interesse nel corso della seconda metà dell’anno, a partire da giugno, oppure se ha cambiato idea.
A dire il vero probabilmente c’è estrema incertezza, anche perché non è ancora ben chiaro quale sarà l’impatto dei nuovo dazi sull’inflazione. Se i dazi dovessero creare problemi significativi all’economia statunitense, o far rialzare l’inflazione, l’impatto sui mercati finanziari potrebbe essere pessimo.