Studio rivela come l’AI sia più compassionevole rispetto agli esseri umani
L'AI più compassionevole dei professionisti della salute mentale? Uno studio rivela un aspetto finora sconosciuto di questa nuova tecnologia.
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Con l’impressionante evoluzione dell’Intelligenza Artificiale che abbiamo vissuto negli ultimi anni, oggi questa propone capacità di interazione simile a quella umana. In alcuni casi, è in grado di andare anche oltre.
Secondo un recente studio, le risposte dell’AI possono essere percepite come più compassionevoli rispetto a quelle di professionisti della salute mentale. La ricerca, effettuata da un team guidato da Dariya Ovsyannikova, ricercatrice di psicologia all’Università di Toronto, ha coinvolto 550 persone.
I partecipanti alla ricerca hanno valutato le risposte generate dall’AI e da esperti umani in risposta a specifiche situazioni emotive. I risultati hanno mostrato che le risposte dell’AI sono state percepite il 16% più compassionevoli di quelle umane e sono state preferite nel 68% dei casi, anche quando i partecipanti sapevano che le risposte erano “artificiali”.
L’AI compassionevole? Sì, ma non sostituisce il supporto di uno specialista
Secondo Ovsyannikova, l’AI riesce a generare risposte più empatiche grazie alla sua capacità di identificare dettagli che spesso passano inosservati agli esseri umani e rimanendo obiettiva, senza farsi influenzare da aspetti come fatica e stress.
Eleanor Watson, esperta di etica dell’AI presso la Singularity University, sostiene che questa tecnologia può modellare risposte di supporto pressoché perfette, in quanto l’AI non è soggetta a pregiudizi o altri fattori simili.
Questa ricerca, sebbene basata su un campione limitato di partecipanti, potrebbe aprire scenari alquanto interessanti per quanto concerne l’applicazione dell’AI nell’ambito medico. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), più di due terzi delle persone con problemi di salute mentale non ricevono le cure necessarie, con una percentuale che raggiunge l’85% nei paesi meno ricchi.
Tuttavia, è importante procedere con cautela, poiché l’AI non può replicare la profondità della connessione umana, necessaria per una vera guarigione. La tecnologia può fornire supporto, ma l’aiuto di un professionista resta comunque, almeno al momento, ineguagliabile.