Xenoblade Chronicles X Definitive Edition Recensione: il seme di una nuova vita
L’aria che si respira nel microcosmo Nintendo è quella di un passaggio di testimone. Switch si avvia verso il viale del tramonto, la sua erede è proprio dietro l’angolo, ma lungo il cammino vuole ergersi a santuario della preservazione videoludica, o almeno di quella prodotta dietro i cancelli della casa di Kyoto. Rimasterizzazioni come Donkey […] L'articolo Xenoblade Chronicles X Definitive Edition Recensione: il seme di una nuova vita proviene da Vgmag.it.


L’aria che si respira nel microcosmo Nintendo è quella di un passaggio di testimone. Switch si avvia verso il viale del tramonto, la sua erede è proprio dietro l’angolo, ma lungo il cammino vuole ergersi a santuario della preservazione videoludica, o almeno di quella prodotta dietro i cancelli della casa di Kyoto. Rimasterizzazioni come Donkey Kong Country Returns HD e Luigi’s Mansion 2 HD assolvono a un duplice scopo, ossia rivolgersi tanto a chi aveva perso l’occasione di provarli quando erano arrivati sul mercato quanto a chi invece li ha già vissuti ma vuole cogliere l’occasione di rivisitarli su una console (relativamente) al passo con i tempi. E così, tra gli ultimi titoli in arrivo, ce n’è uno che spicca in particolar modo: il qui presente Xenoblade Chronicles X Definitive Edition, un ritorno atteso invero da molti, nonché l’ultimo tassello mancante della saga Xenoblade su Switch. X è un titolo che, all’epoca del suo arrivo su Wii U, non ottenne il successo meritato: un’opera dalla portata magniloquente, un esperimento coraggioso di Monolith Soft sbarcato su una macchina forse inadeguata per le sue stesse ambizioni che ora, a quasi 10 anni di distanza, si ripresenta in una veste opportunamente riveduta e corretta. Ammetto di averlo atteso con trepidazione fin dal suo annuncio, desideroso di sperimentare a fondo un’iterazione affascinante e controversa che ai tempi avevo soltanto sfiorato, un’avventura che sembrava promettere un’epica spaziale degna del Dune di Frank Herbert, del Signore della Luce di Roger Zelazny, e di Mass Effect.
Nel corso dei mesi, i trailer hanno svelato nuovi personaggi e scenari inediti, corroborando le voci di un’espansione della trama, un corollario che avrebbe potuto colmare la chiusura manchevole della versione originale, lasciando i giocatori con un senso di compiutezza che fino ad oggi era stato loro negato. Le aspettative insomma erano alte, soprattutto considerando il curriculum di Tetsuya Takahashi e della sua Monolith Soft, uno studio che ha saputo reinventarsi e stupire più volte nel corso del tempo, sia con i propri titoli che collaborando alle produzioni Nintendo di una certa caratura in qualità di sussidiaria, tra cui la duologia Breath of the Wild e Tears of the Kingdom. Ho avuto l’occasione di provare in anteprima la Definitive Edition di Xenoblade Chronicles X, immergendomi nel suo mondo e analizzando ogni aspetto, dalla trama alla grafica passando per il gameplay. Un’indagine preliminare approfondita per capire se questo titolo è una degna evoluzione dell’originale, una rilettura che merita di essere giocata e vissuta appieno anche da coloro che serbano intatto il ricordo della primigenia incarnazione. Nella recensione verrà e propria, ho voluto focalizzarmi sulla pletora di novità e migliorie introdotte, sui complementi che vanno ad arricchire l’esperienza d’insieme, i tanto discussi e agognati “quality of life” grandi e piccoli che rendono l’avventura meno impacciata e più coinvolgente. In poche parole, mi sono domandato se Xenoblade Chronicles X Definitive Edition sia davvero la consacrazione della filosofia open-world secondo Takahashi oppure un semplice passatempo, una curiosità effimera e poco incisiva per ingannare l’attesa della prossima console Nintendo. Il responso, come di consueto, lo troverete nelle righe che state per leggere.
Xenoblade Chronicles X Definitive Edition: si tratta di un caso speciale
Xenoblade Chronicles X ci trasporta in un futuro distopico, un’era in cui la Terra, ormai devastata da un conflitto interstellare tra due potenti razze aliene, è ridotta a un cumulo di macerie. L’umanità, tuttavia, aveva previsto questa successione di eventi e, grazie al progetto di evacuazione battezzato come Exodus e composto da una flotta di immense arche spaziali, è riuscita in buona parte a scampare al disastro. Ma la minaccia aliena non si è arrestata alla devastazione del nostro pianeta natale: braccati dagli invasori galattici, i superstiti della nave denominata Balena Bianca sono stati costretti a un atterraggio di emergenza su Mira, un mondo sconosciuto e selvaggio, ricco di meraviglie naturali ma anche di insidie autoctone. Qui sono riusciti a fondare Neo Los Angeles, un’ultima roccaforte della civiltà terrestre eretta sui resti del modulo abitativo dell’arca, e l’organizzazione marziale BLADE, con l’obiettivo di garantire la sopravvivenza della specie e di esplorare questo nuovo e pericoloso territorio per recuperare la capsula criogenica della Balena Bianca, separata dal corpo principale dopo lo schianto. Il nostro alter ego, privo di memoria, si unisce ai BLADE dopo essere stato risvegliato da Elma, enigmatica comandante di una delle molteplici divisioni del gruppo, intraprendendo un viaggio che lo porterà a scoprire i segreti di Mira e a confrontarsi con le minacce aliene che incombono sulla nuova dimora del genere umano, un’odissea spaziale destinata a mettere in discussione il significato stesso del concetto di sopravvivenza.
A differenza dei precedenti capitoli della serie, Xenoblade Chronicles X adotta una narrazione corale, concentrandosi sulla comunità di Neo Los Angeles e sulla sua lotta per restare in vita in un ambiente perlopiù ostile, nel tentativo di ristabilire uno status quo che forse nessuno potrà più garantirle. Le missioni secondarie, in particolare, offrono uno spaccato della vita quotidiana dei naufraghi interstellari, delle loro speranze e delle loro paure, dipingendo un quadro vivido di un’umanità che cerca di alzare ancora una volta il capo dalle ceneri. La trama principale, pur mantenendo il focus sulla minaccia aliena, si arricchisce di nuovi particolari e colpi di scena, fornendo alcune risposte alle numerose domande rimaste in sospeso dalla versione originale. Presumo che in molti, soprattutto quanti hanno gradito le sfumature con cui la serie è stata arricchita nel corso degli anni, apprezzeranno il modo in cui vengono finalmente sciolti i nodi della famigerata sequenza post-crediti dell’originale, andando ad aggiungere un ulteriore strato espositivo composto da rivelazioni mostrate, ma ancora non del tutto chiarite. Un’esperienza che si rinnova e si espande, insomma, con uno scopo ben preciso che risulterà palese nel corso delle battute finali. Non mi soffermerò in questa sede a raccontarvi nel dettaglio quanto architettato da Monolith per orchestrare l’epilogo, ma lasciate almeno che esprima un giudizio in merito: quantunque lo stile di Takahashi goda di un certo seguito, le opere realizzate con il contributo della consorte Kaori Tanaka, vero nome di Soraya Saga, restano a tutt’oggi di ben altra caratura, molto distanti da qualsivoglia piega abbiano preso i vari Xenoblade. Ma, del resto, la storia non è mai stata il vero punto di forza di X, e l’insieme di tutte le altre caratteristiche ne compensano di gran lunga le sue soggettive mancanze.
Una dolce bugia raccontata a noi stessi
L’enfasi posta da Xenoblade Chronicles X sul sistema di combattimento è ragguardevole, una fusione audace tra JRPG e MMO che esige una profonda padronanza delle meccaniche e una meticolosa preparazione strategica, e ricambia l’impegno profuso con scontri memorabili che si dipanano nel vasto e inesplorato mondo aperto di Mira, dove avremo la libertà di decidere se ingaggiare o meno i nemici che gli sbarrano la strada. Una volta entrati in modalità offensiva, vedremo il nostro avatar sferrare attacchi automatici a intervalli regolari, ma è l’impiego delle tecniche speciali a determinare l’esito dello scontro: tali abilità, che si diversificano in base al colore e alla classe del personaggio, consentono di infliggere danni devastanti, applicare effetti benefici o debilitanti, e persino manipolare il campo di battaglia a proprio vantaggio. La novità della Definitive Edition è l’introduzione di un indicatore visivo che suggerisce il momento propizio per attivare i talenti di classe, massimizzandone l’efficacia e aggiungendo un ulteriore livello di complessità strategica. La gestione dei punti tensione, che si accumulano durante il combattimento e permettono di scatenare attacchi apocalittici o attivare la modalità Turbo a bordo degli Skell, richiede una pianificazione oculata e la capacità di adattarsi alle circostanze che possono mutare da un momento all’altro. La ricarica rapida, attivabile con la semplice pressione di un tasto, consente di utilizzare le arti senza tempi di raffreddamento, ma necessita una corretta amministrazione del suo corrispondente indicatore, che funge da limite per evitare abusi. L’equipaggiamento, che comprende armi, armature e potenziamenti, riveste un ruolo cruciale, influenzando le statistiche e le abilità del personaggio e dischiudendo infinite possibilità di personalizzazione. È un combat system che premia di fatto l’ingegno, la creatività e la risolutezza nel superare ogni volta limiti e inibizioni differenti.
I summenzionati Skell, i colossali esoscheletri antropomorfi e trasformabili di Xenoblade Chronicles X, rappresentano un elemento distintivo e vanno ad arricchire le battaglie in maniera tanto peculiare quanto scenografica. Queste macchine da guerra, altamente personalizzabili con diverse armi, armature e moduli, permettono di affrontare nemici colossali con maggiore efficacia e di esplorare Mira in modo più efficiente, superando ostacoli altrimenti insormontabili. Gli Skell non solo amplificano la potenza di fuoco dei personaggi della squadra, ma forniscono anche la possibilità di volare e attraversare così terreni impervi, espandendo notevolmente le possibilità di esplorazione. In caso di sconfitta, è possibile ripristinare i giganti meccanizzati utilizzando la relativa assicurazione, che garantisce un certo numero di riparazioni, o completando un quicktime event, ulteriore fattore sfidante che potrebbe garantirci un recupero gratuito nel bel mezzo della mischia. Il carburante degli Skell, il Miranium, necessita di una gestione attenta, costringendoci a programmare di conseguenza l’ordine delle missioni da affrontare e tracciare rotte che garantiscano la relativa vicinanza delle fonti di rifornimento. Gli Skell, di fatto, non costituiscono solo dei meri strumenti di distruzione, ma si ergono anche quale metafora della capacità dell’umanità di adattarsi e di evolversi, personificazione artificiale della speranza di un futuro possibile anche in un mondo ostile. Benché sia necessario trascorrere qualche tempo per impratichirsi con il sistema di combattimento in tempo reale, e ne passerà ancora di più prima di poter salire nella cabina di pilotaggio del nostro Skell personale, ogni singolo sforzo verrà ripagato dalla naturalezza con cui scopriremo di poter accedere e utilizzare tutte le dinamiche di ingaggio. Il consiglio che mi sento di darvi è quello di sperimentare tutte le classi a disposizione per trovare quella più adatta al vostro stile di gioco, consapevoli che, una volta massimizzato il livello di ciascuna, saremo in grado di sfruttarne abilità attive e passive anche con le altre.
Xenoblade Chronicles X Definitive Edition: l’umanità potrà avere un futuro
L’esplorazione era l’anima dell’originale ed è rimasta tale nella Definitive Edition, un mondo aperto sconfinato che invita il giocatore a perdersi tra le sue meraviglie. La libertà è la parola chiave: ogni luogo visibile è potenzialmente esplorabile, anche se la presenza di mostri di livello crescente impone una certa cautela. La vastità di Mira si rivela in tutta la sua magnificenza, con biomi variegati che spaziano dalle pianure alle giungle, dai deserti lavici alle imponenti catene montuose. L’attività perlustrativa non è limitata alla superficie, ma si estende a grotte nascoste e cime inaccessibili, che richiedono l’ausilio degli Skell per essere raggiunte. La progressione nella storia è strettamente legata alla percentuale di terreno coperto dai nostri pattugliamenti, con missioni che richiedono di scoprire tesori, sconfiggere nemici potenti e installare sonde di estrazione e rilevamento. La città di Neo Los Angeles funge da hub centrale, dove poter avviare sia le missioni principali che quelle secondarie, acquistare dotazioni migliori e gestire le attività commerciali, recependo nel frattempo inquietudini, osservazioni, problematiche e, più in generale, la quotidianità dei suoi abitanti attraverso gli incarichi che ci assegneranno. La giocabilità celebra l’interesse e la scoperta, premiando chiunque voglia spingersi oltre i sentieri battuti.
Le missioni, che spaziano dalla raccolta di oggetti alla sconfitta di boss, sono il motore dell’avventura. Quelle relative all’intesa con i nostri commilitoni, in particolare, sbloccano personaggi giocabili e approfondiscono la lore del mondo di gioco. L’esplorazione viene incentivata da requisiti specifici per alcune missioni principali, come il completamento di missioni di affinità e il raggiungimento di una certa percentuale di esplorazione della mappa. Le sonde che connetteremo man mano a FrontierNav, una rete di computer specializzati che tengono traccia delle attività di ricognizione, permettono di estrarre risorse preziose come il Miranium, indispensabile per lo sviluppo delle attività commerciali e per il carburante degli Skell. Questi ultimi, ottenibili dopo aver guadagnato la fiducia degli abitanti di N.L.A., rappresentano un elemento fondamentale per gli spostamenti e il combattimento, fondamentali per raggiungere luoghi inaccessibili e affrontare nemici colossali. Il multiplayer online, sebbene non fosse disponibile in sede di recensione, promette di ampliare ulteriormente l’esperienza di gioco, permettendo di affrontare sfide impegnative in compagnia di altri giocatori. Mira è un pianeta ricco di opportunità e di cose da fare, dove l’esplorazione e la gestione delle risorse sono elementi fondamentali per sopravvivere.
Siete voi a essere fuori posto!
Devo ammettere che, all’avvio di Xenoblade Chronicles X: Definitive Edition, nutrivo un certo scetticismo. Temevo si trattasse di una semplice e pedissequa conversione, ma sono stato piacevolmente smentito. Monolith Soft ha profuso un impegno notevole nel perfezionare le modalità divulgative delle informazioni fondamentali per comprendere sia la parte ludica che quella narrativa, nonché per migliorare la scorrevolezza generale delle porzioni interattive e non. L’interfaccia utente è stata ripensata da zero per essere più pulita e intuitiva a colpo d’occhio, lasciando ampio spazio all’azione senza eccessive distrazioni superflue. I ragguagli cruciali, come le descrizioni delle tecniche durante i combattimenti, sia quelle utilizzate dal mio gruppo che dagli avversari, sono finalmente chiari e leggibili. Anche i menu sono stati riorganizzati, separando le missioni principali, secondarie e di intesa, il che semplifica notevolmente la loro gestione. La possibilità di modificare i membri del team e l’ora del giorno direttamente dalle opzioni rappresenta una miglioria estremamente efficace: non essere più costretti a perdere tempo a setacciare N.L.A. alla ricerca dei compagni o attendere il tramonto per completare una missione notturna è stato un sollievo. Si evince chiaramente come Monolith Soft abbia recepito i riscontri espressi dai giocatori di vecchia data, impegnandosi a fondo per creare un prodotto decisamente più fruibile rispetto al passato, dai dettagli macroscopici a quelli solo in apparenza marginali come la dimensione dei testi e delle icone, ora interpretabili con estrema nitidezza anche durante il gioco in portabilità.
Ma le novità non si esauriscono qui, perché questa Definitive Edition introduce contenuti inediti che rendono l’avventura ancora più ricca e appagante. I due nuovi Skell sono un’aggiunta pregevole, con design unici e potenti abilità che mi hanno permesso di affrontare i nemici più temibili con maggiore sicurezza. L’inclusione di quattro nuovi personaggi giocabili, ognuno con la propria storia e abilità, mi ha consentito di sperimentare diverse strategie di combattimento e di approfondire la lore del mondo di gioco. Ma il vero punto di forza è l’epilogo. Al di là dei pareri personali sulla qualità della sezione di storia addizionale, è comunque innegabile constatare che fornisca una chiusa degna di nota, con uno scenario conclusivo di grande effetto, una nuova “area” da visitare e qualche risposta agli interrogativi che sicuramente hanno assillato per anni quanti si erano già cimentati con l’odissea dei reduci del progetto Exodus su Wii U. Peraltro, in termini squisitamente ricreativi, l’affondo conclusivo presenta un crescendo di trovate che non mettono solo alla prova quanto appreso fino a quel momento, ma favoriscono un approccio inconsueto e stimolante che non ripiega sulla reiterazione di qualcosa di già visto, ma svelarvi di più rischierebbe di farmi scivolare in un territorio troppo “rivelatore”. Devo ammettere che, tirando le somme sull’incredibile lavoro svolto, Xenoblade Chronicles X Definitive Edition si è guadagnato di diritto un posto d’onore nella mia collezione di titoli per Switch. Monolith Soft ha dimostrato di avere a cuore i propri sostenitori, proponendo un’esperienza ludica ponderata e memorabile, che trascende la semplice operazione di porting e si avvicina a una vera e propria “Director’s Cut”.
È qualcosa che riguarda questo pianeta
Per concludere, dal punto di vista grafico la Definitive Edition si presenta in forma smagliante: i modelli poligonali, le texture ambientali e il design dei nemici sono stati revisionati nei minimi particolari, conferendo al gioco un aspetto visivamente accattivante e ai protagonisti un’estetica più vicina al tratto di Tanaka. Anche se lo stile non fa uso del cel shading, l’attenzione ai dettagli e la qualità delle texture lasciano spiccare la produzione anche rispetto ai capitoli numerati, senza farla sfigurare nemmeno in confronto all’acclamato Xenoblade Chronicles 3. Le rifiniture apportate alle espressioni facciali dei nostri compagni, come nel caso di Lin che ora appare più umana ed eloquente, sono tangibili e contribuiscono ad aumentare la loro verosimiglianza. L’editor del personaggio è stato impreziosito da ulteriori alternative di customizzazione, tra cui acconciature ispirate agli attori principali degli altri Xenoblade, e una maggiore varietà di opzioni vocali. La colonna sonora, curata dal talentuoso Hiroyuki Sawano, è un vero e proprio compendio delle sue capacità artistiche: i brani composti per le fasi di battaglia, che richiamano le composizioni da lui realizzate per serie animate quali L’Attacco dei Giganti, Mobile Suit Gundam Unicorn e Kill la Kill, come pure i nuovi arrangiamenti di quelli esistenti e le musiche inedite, insieme alle nuove composizioni per la storia aggiuntiva, creano un’atmosfera coinvolgente e memorabile. L’aggiunta della variante strumentale per Don’t Worry, la canzone che viene riprodotta durante le fasi di volo con gli Skell, è l’ennesimo tocco di classe che dimostra l’attenzione prestata ai feedback dei giocatori.
Sul fronte prestazionale, Xenoblade Chronicles X Definitive Edition si mantiene perlopiù stabile sui 30 fotogrammi al secondo, anche se è possibile notare sporadiche flessioni di frame rate durante i combattimenti più concitati o il caricamento di texture complesse. Tuttavia, si tratta di cali che non compromettono la giocabilità, e l’occhio fa rapidamente l’abitudine alle occasionali incertezze. La risoluzione è accettabile, con un’immagine limpida e dettagliata, anche se i fondali possono perdere leggermente di nitidezza in alcuni momenti. Nonostante non raggiunga i 1080p pieni con la console inserita nel dock o i 720p in modalità portatile, il gioco si avvicina il più possibile a tali risoluzioni, traducendosi in una resa visiva appagante sia su schermi di grandi dimensioni che sul piccolo display portatile dell’ibrida Nintendo. In buona sostanza, il profilo tecnico di Xenoblade Chronicles X: Definitive Edition è robusto e ben curato proprio come tutto il resto, regalandoci una componente audiovisuale di altissimo livello.
A mio personalissimo avviso, la qui presente edizione definitiva di Xenoblade Chronicles X si impone come una delle migliori conversioni mai realizzate su Nintendo Switch, un lavoro che va ben oltre la semplice trasposizione. Monolith Soft ha compiuto un’opera di conversione minuziosa, senza limitarsi a preservare l’essenza dell’originale ma arricchendola e migliorandola sostanzialmente laddove possibile. La fruibilità è stata incrementata di conseguenza, tra un’interfaccia molto più intuitiva, tempi di caricamento ridotti e svariate correzioni che rendono il ritmo di gioco dinamico e scorrevole. Per quanto possa sembrare una frase fatta, nel contesto specifico corrisponde a una verità assoluta: che siate veterani desiderosi di riscoprire Mira o neofiti pronti a immergervi in un fantastico open-world dalle tinte JRPG, Xenoblade Chronicles X Definitive Edition rappresenta per tutti voi un’occasione imperdibile.
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