CopyCat Recensione: Vita da gatti
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Copycat non è solo un videogioco: è un viaggio emotivo filtrato dallo sguardo curioso e vulnerabile di una gatta smarrita nel mondo umano. In un settore invaso da titoli frenetici e gameplay adrenalinici, questa esperienza si distingue per la sua profonda sensibilità e per un approccio intimo e contemplativo alla narrazione.
Storia e atmosfera

Al centro della storia c’è Dawn, una gatta che trova una nuova casa, ma non riesce a fidarsi. Attraverso un racconto fatto di silenziosi momenti di vicinanza e dolori non detti, il giocatore vive in prima persona la difficoltà del legame, il trauma dell’abbandono e la bellezza della connessione. Quando un’altra gatta le ruba la vita, Dawn è costretta a ritrovare se stessa, esplorando non solo luoghi ma anche emozioni complesse come gelosia, amore e accettazione.
Un gameplay che racconta
A livello di meccaniche, Copycat propone un gameplay ibrido e sorprendentemente espressivo. La telecamera in terza persona consente di esplorare liberamente ambienti realistici e familiari – come cucce, cortili, tetti e marciapiedi – dal punto di vista di un felino. Ogni movimento, ogni salto, ogni gesto è pensato per trasmettere la sensazione di essere davvero un animale, senza forzature arcade.
Il gioco alterna sezioni in 3D esplorativo a momenti a scorrimento laterale, usati con intelligenza per cambiare ritmo e prospettiva narrativa. I passaggi a due dimensioni diventano spesso simbolici, utilizzati per esprimere cambiamenti emotivi o per sottolineare fasi particolari della trasformazione interiore di Dawn.
Non mancano nemmeno dei Quick Time Events, inseriti con discrezione nei momenti più intensi, per coinvolgere il giocatore senza spezzare la tensione emotiva. Questi eventi non puntano sulla difficoltà, ma sull’impatto emotivo: ogni scelta, ogni reazione diventa un modo per entrare in sintonia con la protagonista.
Libertà controllata
Una caratteristica interessante è la possibilità di saltare liberamente durante l’esplorazione. Questo dettaglio apparentemente semplice aggiunge dinamismo e spontaneità, ma richiede anche una certa misura per non perdere l’effetto realistico. La gatta non ha nemici mortali, né barre della vita: la sfida non sta nella sopravvivenza, ma nella ricerca del significato, nella scoperta di sé attraverso il mondo che la circonda.
Copycat è poesia interattiva. È un gioco che ti guarda negli occhi e ti chiede: “Cos’è per te la casa? E chi sei tu, quando nessuno ti riconosce più?” Con la sua cura artistica, il suo gameplay misurato ma profondo e la forza di una storia autentica, riesce a toccare corde che pochi altri titoli osano sfiorare.
Non è un gioco per chi cerca adrenalina. Ma è un’esperienza imperdibile per chi cerca empatia, bellezza e riflessione.