My Hero Academia Vigilantes First Look: essere un eroe, ad ogni costo!

La stagione anime primaverile ha sganciato la prima, attesissima, “bomba” del suo arsenale: My Hero Academia Vigilantes ha fatto il suo debutto su Crunchyroll. L’anime spin-off del blasonato capolavoro di Kohei Horikoshi si è presentato al pubblico con un primo episodio, tutto sommato, di buonissima fattura, senza picchi di genialità assoluta e con un’aura molto […] L'articolo My Hero Academia Vigilantes First Look: essere un eroe, ad ogni costo! proviene da Vgmag.it.

Apr 9, 2025 - 09:17
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My Hero Academia Vigilantes First Look: essere un eroe, ad ogni costo!
My Hero Academia Vigilantes

La stagione anime primaverile ha sganciato la prima, attesissima, “bomba” del suo arsenale: My Hero Academia Vigilantes ha fatto il suo debutto su Crunchyroll. L’anime spin-off del blasonato capolavoro di Kohei Horikoshi si è presentato al pubblico con un primo episodio, tutto sommato, di buonissima fattura, senza picchi di genialità assoluta e con un’aura molto “familiare”, e anche per questo motivo mi ha fatto una buonissima impressione. Studio Bones ha dimostrato, ancora una volta, di sapere benissimo il fatto suo, e si è mossa in maniera molto intelligente nell’adattare il prequel di My Hero Academia con uno stile molto simile all’anime “originale”, lavorando, così, in una comfort zone a tratti scontata ma comunque gestita in maniera intelligente.

Il primo episodio, tra l’altro arrivato già con tanto di doppiaggio italiano, mi ha appassionato e tenuto discretamente attaccato allo schermo. La forza di questa produzione sembra, ovviamente, il grande punto di contatto con tutto quel gigantesco universo a cui fa riferimento, è ovvio, ma grazie a una serie di soluzioni narrative interessanti e a un cast di tutto rispetto, dall’altissimo potenziale, il nuovo anime di Crunchyroll sembra avere tutte le carte in regola per attirare a sé una grossa fetta d’utenza, specialmente quella fortemente legata al lavoro del maestro Horikoshi, ma non per forza. Ovviamente, non tutto è andato alla perfezione, ma parliamone con calma, in attesa di poter poi completare il viaggio e dare un valutazione complessiva a questa prima stagione.

Un terzetto strampalato!

My Hero Academia Vigilantes: cosa significa essere eroi?

Il primo episodio di My Hero Academia Vigilantes mi è sembrato molto familiare. I primi minuti dell’anime sono dedicati a quella che è un po’ l’introduzione della storia che, ricordiamo, è ambientata diversi anni prima degli eventi “originali” quelli, per intenderci, precedenti all’ingresso di Midoriya alla Yuhei. Il protagonista di questo spin-off, che ha il compito di aprire le danze, ha però molti punti in comune con Midoriya. Il cuore pulsante della storia è ancora una volta quel desiderio impellente di diventare un eroe, di emulare, manco a dirlo, All Might, il simbolo di un’ideologia purissima e quasi fantastica, specialmente per chi, proprio come Koichi, non possiede un potere tale da affiancare a una morale di ferro.

My Hero Academia Vigilantes parte da Koichi, ma sembra avere tanto da raccontare, anche e soprattutto sulla società che ruota intorno alla figura degli eroi professionisti. Nei primi minuti, infatti, vengono citate licenze, attività illegali, un giro di esperimenti votati a creare eroi e villain artificiali, il tutto contestualizzato a una società mediamente soddisfatta della propria esistenza e che conduce una vita tutto sommata ordinaria, all’oscuro di tante (troppe) cose. Anche la sequenza finale, per intenderci, sembra proprio essere messa lì apposta per aprire le porte alla narrazione, a far si che si stacchi velocemente da una dimensione più circoscritta, per abbracciare un disegno più ampio e soprattutto più connesso a quello che un universo narrativo tanto amato.

Koichi vuole diventare un eroe, a ogni costo!

Strisciando verso il successo

La prima cosa che balza all’occhio è la natura “particolare” dei protagonisti coinvolti, che aprono un po’ le porte a uno stile e a una progressione della storia in parte diversa. L’anime trasmette bene la sua natura da spin-off, e allo stesso tempo rimane legato a quegli archetipi che rendono il tutto un unico, grande, agglomerato narrativo, tematico e strutturale. Per farla breve, My Hero Academia Vigilantes è molto più My Hero Academia di My Hero Academia, e funziona. Il primo episodio, per quanto evidentemente di apertura, che fa da apripista per quello che deve avvenire, è ottimo anche in termini di ritmi e regia, e risulta decisamente intrigante, privo di momenti “morti” e scorrevole, per tutto il tempo.

Ho apprezzato parecchio la scelta di mixare la narrazione dal punto di vista “oggettiva” e soggettiva (quella di Koichi, un po’ come accade con Deku) e l’ho trovata anche vincente in senso più generale. Se proprio volessi fare il pignolo, potrei dire che tutti questi punti di contatto con la serie principale sono, a volte, eccessivi e possono rischiare di lasciare indietro chi vorrebbe, magari, partire da qui per entrare nel mondo di Horikoshi, rappresentano una barriera complicata da buttare giù. Questa è, chiaramente, un’inezia, anche perché trattandosi di uno spin-off è lecito aspettarsi un’evoluzione simile, ma avrei preferito una gestione forse un po’ più leggera e “aperta” di questo aspetto.

Pop è destinata a portare tanto colore (e musica) alla serie

Uno stile familiare, ma vincente!

Sotto il profilo tecnico e artistico, il lavoro svolto dallo Studio BONES è decisamente conservativo, ma non per questo meno funzionale. Anzi. Sul piano audiovisivo, infatti, My Hero Academia Vigilantes si conferma in forte continuità con la serie principale, nel bene e nel male. A differenza del lavoro compiuto sulla serie principale, però, Vigilantes sembra essere caratterizzato da uno stile un po’ più “pop”, con forme più rotonde, un tratto volutamente meno deciso e più morbido e una palette cromatica più accesa ed evidente. Questa scelta stilistica va a sposarsi con il carattere sempre (o quasi) gioviale ed esagerato dei volti principali, ma cozza anche un po’ con quello che è il tema portante della serie, volutamente più cupa di quello che si potrebbe immaginare a un primo acchito. My Hero Academia Vigilantes my hero academia vigilantes

Per il resto, comunque, l’anime mette in mostra un comparto tecnico molto solido. Le animazioni, ad esempio, mi sono apparse veramente molto buone, così come la direzione in generale, che sbandiera un lavoro evidentemente molto curato, che non ha paura di confrontarsi con i lavori più solidi degli ultimi anni. Anche il doppiaggio italiano mi ha dato ottime sensazioni. Il livello di immersività degli attori coinvolti nel progetto è veramente elevato e, come al solito, lo studio VSI Roma si è rivelato una certezza per tutto il settore di riferimento. Anche le tracce che accompagnano il viaggio di Koichi e degli altri protagonisti della storia sono di buon livello, e aiutano comunque la serie a risultare piacevole e “leggera”, anche più di quanto (volutamente) dovrebbe.


Questo primo episodio di My Hero Academia Vigilantes è proprio quello che mi sarei aspettato: “divertente”, esagerato e profondamente nostalgico. Lo spin-off dell’opera di Kohei Horikoshi lavora in una comfort zone evidente, ma riesce comunque a regalare degli sprazzi geniali e dal grande potenziale narrativo (e non solo). È ancora presto per parlare, ma sono convinto che abbia tutte le potenzialità per risultare uno degli anime più interessanti della stagione primaverile (e non solo) specialmente per i fan della serie originale.


 

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