La BCE raddoppia gli sforzi per l’euro digitale: un baluardo contro le stablecoin statunitensi

L'ombra della politica americana sulle criptovalute

Apr 9, 2025 - 18:10
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La BCE raddoppia gli sforzi per l’euro digitale: un baluardo contro le stablecoin statunitensi

La Banca Centrale Europea (BCE) intensifica il proprio impegno verso la creazione di un euro digitale, mossa motivata dalla crescente presenza delle stablecoin ancorate al dollaro USA all’interno dell’economia del continente. 

Ad alzare la voce è Piero Cipollone, membro del Comitato esecutivo della BCE, che ha rinnovato il suo appello per l’introduzione della valuta digitale europea, quale strumento strategico per proteggere la sovranità monetaria dell’eurozona.


Una sfida alla supremazia del dollaro digitale e alle stablecoin da parte della BCE con l’euro digitale 

Nel suo nuovo articolo pubblicato l’8 aprile sul sito ufficiale della BCE, Cipollone lancia un chiaro monito. 

Se l’Europa non agisce tempestivamente, rischia di accentuare la propria dipendenza dai sistemi di pagamento esterni, in particolare quelli statunitensi, esponendosi a crescenti vulnerabilità economiche. 

L’ingresso troppo penetrante delle stablecoin garantite dal dollaro potrebbe, secondo lui, erodere la capacità dell’Unione di controllare autonomamente i propri flussi finanziari. 

Secondo Cipollone, un euro digitale limiterebbe in modo significativo la possibilità che le valute digitali straniere diventino strumenti di pagamento predominanti nei paesi dell’eurozona. 

La creazione di una CBDC europea, dunque, non è soltanto un’evoluzione tecnologica, ma un atto politico e strategico che mira a tutelare l’autonomia economica del continente.


Il dirigente della BCE fa notare che l’amministrazione americana è sempre più attiva nel sostenere le criptovalute, in particolare le stablecoin legate al dollaro, anche a livello internazionale. 

Questa spinta potrebbe comportare per l’Europa non solo la perdita di commissioni e dati sensibili, ma anche lo spostamento di ingenti depositi in euro verso gli Stati Uniti. Il risultato?

Un ulteriore consolidamento del dollaro come valuta preferita per i pagamenti transfrontalieri. In quest’ottica, Cipollone rilancia una chiara proposta: è necessaria una partnership pubblico-privata per contrastare il predominio dei circuiti stranieri. 

In tale contesto, l’euro digitale rappresenterebbe la pietra angolare di un sistema di pagamento autenticamente europeo, fondato sulla legislazione dell’Unione Europea.


Pur difendendo con decisione l’innovazione digitale, Cipollone non dimentica il valore del contante. Lo definisce una “pietra angolare del sistema finanziario europeo”, nonché l’unico vero mezzo di pagamento sovrano attualmente disponibile. 

Il denaro fisico garantisce un accesso universale, contribuisce all’inclusione finanziaria e offre una resilienza strutturale che altri strumenti non possono assicurare. 

Tuttavia, i limiti del contante sono sempre più evidenti nel mondo contemporaneo. In particolare, l’impossibilità di utilizzare banconote e monete online diventa un ostacolo in un’economia sempre più dominata dal commercio elettronico. 

Oggi, un terzo delle transazioni retail europee avviene online, ha ricordato Cipollone: un segnale tangibile di quanto sia urgente dotarsi di strumenti digitali all’altezza delle sfide moderne.


L’urgenza di sistemi di pagamento europei e i dubbi dei cittadini europei 

Uno dei più gravi paradossi messi in luce da Cipollone riguarda proprio i mezzi di pagamento digitali. Spesso, ha spiegato, quando un cittadino europeo effettua una transazione in rete, non ha alcuna possibilità di utilizzare circuiti realmente europei. 

Questo lo obbliga, nei fatti, a servirsi di sistemi extra-europei, aumentando la dipendenza finanziaria del continente da entità straniere. Per questa ragione, il dirigente BCE ha ribadito con forza: “Il momento di agire è adesso”. 

I lavori sull’euro digitale devono accelerare, così come quelli sulla regolamentazione del corso legale del contante

Solo così si potrà dotare l’economia dell’eurozona della resilienza necessaria per far fronte a interruzioni future e contenere l’influenza crescente delle imprese tecnologiche d’oltreoceano.


Nonostante la retorica istituzionale e l’impostazione strategica dell’iniziativa, l’euro digitale non fa ancora breccia nel cuore dei consumatori. 

Uno studio pubblicato dalla BCE nel marzo scorso evidenzia una realtà poco incoraggiante: la maggioranza dei cittadini europei non percepisce un reale valore nell’introduzione della CBDC

Tra le principali preoccupazioni spicca quella legata alla privacy dei dati, un tema particolarmente sensibile quando si parla di tracciabilità dei pagamenti. Questo scetticismo rappresenta un ostacolo significativo che andrà affrontato in modo trasparente e partecipativo. 

Senza il coinvolgimento e la fiducia dei cittadini, perfino il progetto tecnologicamente più avanzato rischia di rimanere confinato nelle dichiarazioni d’intenti.


Al di là delle perplessità pubbliche, è chiaro che per la BCE l’introduzione dell’euro digitale è una priorità strategica. In un’epoca marcata dalla digitalizzazione e dalla competizione monetaria globale, Bruxelles non può permettersi di rimanere indietro. 

L’alternativa è affidare una parte cruciale del proprio sistema finanziario ai colossi bancari e tecnologici statunitensi, col rischio di compromettere decenni di integrazione e indipendenza economica europea

In questo scenario, l’euro digitale non è soltanto uno strumento tecnologico, ma un vero e proprio simbolo di autodeterminazione monetaria