Crolla il castello di carte di ZKasino: liquidati 27 milioni di dollari dello sviluppatore

Una promessa tradita nel mondo delle criptovalute

Apr 7, 2025 - 16:06
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Crolla il castello di carte di ZKasino: liquidati 27 milioni di dollari dello sviluppatore

Lo scandalo legato a ZKasino, piattaforma di gioco d’azzardo basata su blockchain, continua ad allargarsi con nuove rivelazioni che lasciano poco spazio ai dubbi sulla presunta frode

Il caso ha già attirato l’attenzione della comunità crypto internazionale, e ora si arricchisce di un nuovo capitolo: il fondatore, Derivatives Monke, avrebbe subito la liquidazione forzata di fondi per un valore di circa 27 milioni di dollari.

Truffa e liquidazione di ZKasino: i due volti di una debacle

Il dramma ha avuto inizio con la migrazione automatica di fondi da parte di ZKasino. In totale, oltre 33.000 ETH, depositati da investitori fiduciosi in uno staking bridge, sono stati spostati senza preavviso su Lido, un popolare protocollo di staking decentralizzato. 

Questa mossa ha violato le comunicazioni precedenti del team, che aveva promesso la restituzione delle criptovalute a conclusione del processo.

Invece di rimborsare gli utenti, ZKasino ha convertito gli Ether depositati in una somma equivalente di token ZKAS, mantenendo il controllo delle risorse. La giustificazione? Un presunto cambio di strategia interna. La realtà, tuttavia, sembra rivelare una frode organizzata.

All’apice della vicenda, Derivatives Monke si era vantato pubblicamente di aver accumulato oltre 27 milioni di dollari in capitale su piattaforme di prestito DeFi, sfruttando la propria posizione e i fondi sottratti. 

Ma il gioco rischioso con asset altamente volatili ha avuto un esito prevedibile: a fine aprile, la posizione è stata completamente liquidata, secondo i dati della piattaforma Arkham Intelligence.

In particolare, i prestiti erano garantiti da gDAI, un token sintetico legato a DAI, ma l’instabilità e l’effetto leva hanno portato al collasso dell’intero schema. 

Questa liquidazione ha comportato la perdita quasi totale del capitale accumulato, una cifra pari a $27 milioni evaporata nel nulla, senza alcun beneficio per i creditori o per gli investitori truffati.

Il 29 aprile, la polizia olandese ha annunciato l’arresto di un cittadino trentatreenne legato direttamente allo scandalo ZKasino. Sebbene il nome non sia stato divulgato, le prove puntano chiaramente verso Derivatives Monke. 

Oltre all’arresto, le forze dell’ordine hanno sequestrato “beni di lusso”, incluso un’automobile, oltre a 11,4 milioni di euro congelati tra criptovalute e conti bancari.

Le indagini, avviate da autorità olandesi in collaborazione con l’FBI e altre agenzie internazionali, sono ancora in corso per determinare l’entità completa del danno e individuare eventuali complici. 

Le accuse preliminari comprendono frode, appropriazione indebita e riciclaggio di denaro.

La spirale del sospetto: komunitas e trasparenza violata

Uno degli aspetti più drammatici della vicenda riguarda l’erosione della fiducia tra ZKasino e la sua community.

Nei giorni successivi alla “migrazione” forzata, centinaia di utenti hanno espresso frustrazione e rabbia sui social, accusando lo sviluppatore e il team di aver deliberatamente ingannato chi aveva sostenuto il progetto durante la fase iniziale.

ZKasino aveva guadagnato terreno come piattaforma promettente, facendo largo uso del linguaggio tipico delle zk-rollups, soluzioni crittografiche pensate per offrire maggiore affidabilità e scalabilità sulla blockchain. 

Ma l’utilizzo scorretto di questi strumenti e la confusione creata dalla narrazione ingannevole del team hanno contribuito a costruire una trappola ben mascherata, ora ampiamente considerata una vera e propria exit scam.

Questo episodio solleva interrogativi cruciali sulla governance nei progetti crypto e sulla necessità di strutture regolamentari più solide. 

Il caso ZKasino mette in luce quanto possa essere ingannevole il fascino della decentralizzazione se usata come scudo per pratiche opache.

La totale assenza di trasparenza nella gestione dei fondi e la mancanza di verifiche esterne hanno permesso alla piattaforma di operare per mesi indisturbata, nonostante l’ingente movimento di risorse in background. 

Solo l’intervento delle autorità e la pressione pubblica hanno permesso di smascherare lo schema.

Il futuro degli investitori truffati: speranze e incognite

Per le migliaia di utenti che hanno depositato i propri ETH convinti di partecipare a un progetto innovativo, resta l’amara realtà. Ovvero che i fondi, in gran parte, non sono stati recuperati. 

L’eventuale restituzione dipenderà dalle indagini giudiziarie e dai fondi sequestrati. Nel migliore dei casi, si prospetta un processo lungo e complesso, con esiti ancora incerti.

Nel frattempo, si moltiplicano le richieste per una maggiore vigilanza sulle attività di finanziamento pubblico nei progetti crypto. Soprattutto quelli che promettono rendimenti elevati senza regole chiare.

Il caso ZKasino si aggiunge alla già lunga lista di scandali crypto degli ultimi anni. Tuttavia, ciò che lo rende particolarmente emblematico è la rapidità con cui un progetto, inizialmente ben accolto, si è trasformato in una truffa su vasta scala.

La perdita di 27 milioni di dollari non è solo una disfatta personale per il fondatore, ma un duro colpo alla credibilità dell’intero ecosistema DeFi. In un settore che chiede fiducia come prima valuta, il danno d’immagine è forse ancora più significativo delle perdite economiche.

Il futuro della finanza decentralizzata passa necessariamente per più responsabilità e strumenti di controllo. 

Fino ad allora, il caso ZKasino resterà un monito per investitori e sviluppatori. In un mondo senza regole, la trasparenza non è un optional, ma una necessità vitale.