Apple e Google, il monopolio degli app store potrebbe finire presto negli USA
Più operatori per un mercato libero.
Più concorrenza per la applicazioni: è ciò che richiedono alcuni deputati statunitensi con l'App Store Freedom Act presentato ieri, un documento a firma della repubblicana Kat Cammack in cui si spiega come la concorrenza e la protezione di consumatori e sviluppatori possano essere garantite aprendo il mercato e ponendo fine alle politiche anticoncorrenziali attualmente in vigore.
Il riferimento ad Apple e Google è chiaro, anche se nelle 15 pagine del disegno di legge né l'una, né l'altra vengono menzionate. Così come in Europa, dunque, cresce la volontà di fornire agli utenti una più ampia scelta su dove scaricare le applicazioni per dispositivi mobili. L'obiettivo è quello di imporre ai grandi operatori di app store - ovvero quelli con più di 100 milioni di utenti USA (in sostanza Apple e Google) - di:
- consentire l'impostazione di app o app store di terze parti come predefiniti
- installare app o app store al di fuori della piattaforma dominante
- rimuovere o nascondere le app preinstallate
- imporre alle aziende di fornire agli sviluppatori pari accesso a interfacce, funzionalità e strumenti di sviluppo senza costi o discriminazioni
PIÚ AUTONOMIA
Tutti gli operatori devono aver la possibilità di entrare in gioco, spiega la deputata, che aggiunge: "per troppo tempo, consumatori e sviluppatori hanno sopportato il peso delle pratiche anticoncorrenziali sui principali mercati di app store". E punta il dito contro le Big Tech accusandole di obbligare utenti e sviluppatori ad utilizzare i servizi commerciali dei marketplace stessi, riferendosi soprattutto alla gestione di abbonamenti e pagamenti. Negli Stati Uniti c'è dunque la volontà di replicare ciò che si sta attualmente facendo in Europa e di estendere ulteriormente i risultati ottenuti con la sentenza Epic Games.