È davvero possibile integrare WhatsApp con Claude e altri modelli AI?

WhatsApp MCP Server è uno strumento software che consente la gestione avanzata dei messaggi di WhatsApp tramite il Model Context Protocol (MCP). Basato sulla libreria non ufficiale WhatsMeow, permette di cercare, inviare e memorizzare messaggi localmente con SQLite.

Apr 1, 2025 - 12:33
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È davvero possibile integrare WhatsApp con Claude e altri modelli AI?

WhatsApp è, nel complesso, una piattaforma di messaggistica piuttosto chiusa. Meta non fornisce alcun sorgente dell’applicazione, né lato client né lato server. Le WhatsApp Business API sono progettate essenzialmente per le aziende e consentono l’integrazione di WhatsApp con altri sistemi come CRM o software di marketing. Tuttavia, l’accesso a queste API (Application Programming Interface) richiede un processo di verifica con Meta e l’utilizzo di un fornitore terzo certificato. Ecco quindi che sono nate soluzioni come WhatsApp MCP Server, strumenti software per la gestione e l’interazione con i messaggi di WhatsApp attraverso il Model Context Protocol (MCP).

Come interagire con WhatsApp usando il Model Context Protocol (MCP)

Il Model Context Protocol (MCP) è un protocollo utilizzato per la gestione e lo scambio di informazioni contestuali tra sistemi o modelli all’interno di un’architettura distribuita. In particolare, fornisce un formato standard per la rappresentazione delle informazioni, garantendo interoperabilità tra i sistemi.

MCP è utilizzato, ad esempio, per trasferire dati tra diversi modelli AI, nei sistemi distribuiti per la gestione di stati condivisi in architetture multi-nodo, per sincronizzare informazioni di contesto tra dispositivi interconnessi, e così via.

WhatsApp MCP Server, progetto aperto pubblicato in questo repository GitHub,  rappresenta una soluzione avanzata per la gestione e l’interazione con i messaggi di WhatsApp. Il sistema consente di cercare messaggi nella cronologia di WhatsApp, individuare contatti e inviare messaggi a singoli o gruppi.

Grazie alla sua architettura, WhatsApp MCP Server consente di memorizzare tutti i messaggi localmente in un database SQLite, garantendo il pieno controllo sui dati. L’accesso da parte di un LLM (Large Language Model) come Claude avviene solo tramite strumenti definiti dall’utente, offrendo un alto livello di sicurezza e personalizzazione.

Integrazione WhatsApp con modelli AI come Claude

Alla base del progetto c’è WhatsMeow

L’autore di WhatsApp MCP Server spiega che la sua soluzione è costruita su WhatsMeow, una libreria non ufficiale scritta in Go per interagire con WhatsApp Web tramite la sua API non documentata. È utilizzata per sviluppare bot e automazioni che comunicano con WhatsApp senza passare per l’API ufficiale di Meta.

WhatsMeow, disponibile in questo repository, si basa sull’analisi del traffico di WhatsApp Web per implementare un client che comunica direttamente con i server WhatsApp, proprio come farebbe il browser. Supporta la gestione dei messaggi di testo, immagini, video, documenti e permette l’invio di messaggi ai contatti e ai gruppi.

Una volta autenticato mediante codice QR (sezione Dispositivi collegati nell’app WhatsApp), WhatsMeow conserva le credenziali per evitare di dover scansionare il QR Code ogni volta.

Limitazioni e aspetti da tenere in considerazione

WhatsApp MCP Server e WhatsMeow funzionano molto bene e consentono di collegare il sistema di messaggistica Meta con i modelli generativi come Claude di Anthropic. I possibili campi applicativi sono infiniti, con la possibilità di memorizzare in locale i messaggi grazie al database SQLite e analizzare le conversazioni per scopi strategici.

Tuttavia, è importante tenere presente che questi strumenti non sono ufficiali e potrebbero essere bloccati in qualunque momento.

È inoltre bene effettuare test approfonditi usando account WhatsApp di test. Il network di messaggistica è infatti in grado di rilevare e bloccare l’utilizzo non consentito di strumenti di automazione.

L’eventuale utilizzo di strumenti basati su MCP implica in ogni caso un pieno adeguamento ai termini di servizio di WhatsApp.