Effetto dazi: TSMC aumenta i prezzi per le sue fonderie statunitensi e gli ordini volano
Perché far pagare di meno qualcosa che costa di più all'estero?
Non si può certo dire che TSMC non abbia il fiuto per gli affari! Il periodo di incertezza economica, causato dagli annunci sui dazi imposti dagli USA verso la Cina e il resto del mondo (sebbene questi siano in pausa di 90 giorni, per ora), ha portato diverse aziende a delocalizzare o rilocalizzare parte della loro produzione negli Stati Uniti, e tra queste ci sono anche diversi colossi della tecnologia che hanno intenzione di affidare la realizzazione dei loro chip alle fonderie statunitensi di TSMC.
Sebbene questi impianti non siano dotati dei processi produttivi più recenti - si parla infatti del nodo a 4 nm, ovvero una variante dei 5 nm -, TSMC ha colto la palla al balzo e, visto l'incremento della domanda, ha deciso di alzare del 30% il costo di produzione presso le sue fonderie localizzate in suolo statunitense.
LA DISTORSIONE ECONOMICA CAUSATA DAI DAZI
Questo comportamento è il risultato diretto della distorsione economica causata dai dazi, nulla di più, nulla di meno. Se l'idea alla base dell'imposizione dei dazi è quella di rendere meno competitivo l'acquisto di prodotti esteri, questa forma di intervento genera anche una sorta di protezione che garantisce più spazio di manovra al mercato interno, dal momento che la concorrenza estera si trova ad affrontare costi artificialmente gonfiati dai dazi.