La Fed darà una mano a Bitcoin durante il prossimo FOMC?

In questo momento, sembra proprio che la banca centrale americana possa fare bene al prezzo di BTC, ma l'incertezza è ancora tanta

Apr 18, 2025 - 09:46
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La Fed darà una mano a Bitcoin durante il prossimo FOMC?
fed bitcoin

Iniziano a circolare ipotesi secondo le quali nel corso del 2025 la Fed potrebbe finire indirettamente per dare una mano a Bitcoin.

Sebbene si tratti di ipotesi basate su correlazioni indirette, sono supportate da vere e proprie previsioni favorevoli dei mercati. In questi casi i mercati non sempre hanno ragione, ma ci sono addirittura fonti interne che ipotizzano che una tale logica possa verificarsi.

L’atteso taglio dei tassi della Fed potrebbe far ripartire i mercati risk-on, compreso Bitcoin

La questione chiave di questo ragionamento è legata ai tassi di interesse negli USA.

Con la forte inflazione del 2022 la Fed aveva dovuto alzare i tassi a livelli significativi.

Il picco si è toccato da luglio 2023 ad agosto 2024, quando erano stati portati addirittura al 5,5%, ovvero un livello persino superiore a quello della crisi del 2007, e che non si vedeva dal 2000.

A partire da settembre dell’anno scorso la Fed ha iniziato a tagliare i tassi, ma l’inflazione core negli USA proprio a settembre 2024 ha smesso di scendere.

La Fed prima ha riportato i tassi al 4,5%, a dicembre, e poi da allora ha smesso di tagliarli.

Nel frattempo, però, l’inflazione core ha ripreso a scendere, quindi in teoria la Fed ora potrebbe anche iniziare nuovamente a tagliarli.

La questione inflazione

I tassi di interesse vengono alzati proprio per frenare l’inflazione, perché tassi bassi favoriscono l’erogazione di credito, che a sua volta favorisce i consumi facendo aumentare domanda e prezzi.

Quindi se l’inflazione sale le banche centrali li alzano, mentre cercano di ridurli quando l’inflazione è bassa.

Attualmente un’inflazione core al 2,8% viene ritenuta ancora leggermente alta, visto che il target degli USA è categoricamente al 2%.

Sebbene da gennaio a marzo 2025 sia scesa dal 3,3% al 2,8%, e rispetto a marzo 2024 è scesa di un intero punto percentuale, c’è però ancora il rischio di un rimbalzo.

Il problema sono i dazi. Infatti, i dazi imposti da Trump alle merci in ingresso negli USA dall’estero sono un costo che verrà in buona parte scaricato sui consumatori, e finirà quindi per far aumentare i prezzi.

Ciò che però è ancora completamente ignoto è la portata di questo nuovo aumento dell’inflazione, sia in termini di valori che di tempistiche.

Fino ad ora non si è ancora visto alcun effetto, ma si presume che entro giugno dovrebbe palesarsi. Non è invece in alcun modo calcolabile l’impatto in termini quantitativi, anche se le ipotesi che circolano sono di un ritorno sopra il 3%, o forse persino fino al 4%.

La Fed taglierà i tassi? 

Attualmente, prevedere come la Fed reagirà a tutto ciò è impossibile, anche perchè la banca centrale americana in realtà ha due obiettivi: tenere l’inflazione al 2% e stimolare la piena occupazione.

In questo momento la disoccupazione negli USA è molto bassa, quindi la Fed non ha necessità di intervenire in tal senso, ma è possibile che nei prossimi mesi salga, a causa dei dazi di Trump.

E così nonostante i rischi di un aumento dell’inflazione, i mercati scommettono su diversi tagli dei tassi nel corso del 2025.

Va però precisato che questo genere di previsioni si sono spesso rivelate sbagliate in passato, soprattutto a medio/lungo termine, mentre a breve termine tendono ad essere corrette.

I mercati danno ben oltre l’80% di probabilità che la Fed alla prossima riunione del FOMC a maggio non taglierà i tassi. Questo scenario, alla luce di tali dati, sembra notevolmente probabile.

Per quanto riguarda il mese di giugno le cose iniziano già a complicarsi.

Infatti, sebbene le maggiori probabilità siano per un taglio di 25 punti base, ovvero l’intervallo minimo, non sono affatto minime le probabilità che la Fed possa decidere di non tagliare o di tagliare di 50 punti base.

L’impatto delle decisioni della Fed sul prezzo di Bitcoin (BTC)

Occorre specificare che la politica monetaria della Fed non è affatto l’unico elemento che può incidere sul prezzo di Bitcoin.

Anzi, spesso ve ne è un altro che sul medio/lungo tende ad avere importanza maggiore, ed è la forza del dollaro espressa dal Dollar Index (DXY). Tuttavia la politica monetaria della Fed incide anche sullo stesso dollaro, quindi le due cose sono in qualche modo legate.

Inoltre, non è necessario attendere che la Fed si pronunci perchè le sue decisioni abbiano impatto sul prezzo di Bitcoin, dato che quando vi è poca incertezza i mercati le prezzano già in anticipo, come già fatto ad esempio per la decisione di maggio.

Attualmente non vi è ancora una certezza significativa che a giugno la Fed tagli i tassi, quindi è molto probabile che i mercati non stiano già prezzando questa possibilità.

Dopo la decisione del 7 maggio, però, lo scenario pian piano dovrebbe chiarirsi, ed è possibile che se la Fed dovesse decidere di tagliare i tassi il 18 giugno, i mercati inizino a prezzare positivamente la notizia ben prima.

Inoltre, il Dollar Index è sceso parecchio da inizio anno, e tale discesa in teoria prima o poi dovrebbe riflettersi positivamente sul prezzo di Bitcoin.

Il medio/lungo periodo

Va però precisato che fino per l’appunto a giugno è possibile che l’impatto positivo di tutto ciò sul prezzo di Bitcoin si limiti a bloccarne la discesa, o al massimo a generare un primo rimbalzo.

Dopo la decisione della Fed del 18 giugno invece, quando i mercati inizieranno a prezzare l’ipotesi di ulteriori tagli dei tassi, le cose potrebbero andare diversamente, soprattutto se il Dollar Index sarà rimasto basso, o addirittura sarà sceso ulteriormente.

In altre parole è possibile immaginare che si verifichi uno scenario per una vera e propria ripresa della bull run di Bitcoin, anche se ad oggi è molto difficile dire quanto ciò sia probabile.

Ad oggi in effetti l’ipotesi più probabile sembra essere che la Fed finirà per dare una mano a Bitcoin entro fine anno, ma da qui ai prossimi mesi possono ancora cambiare così tante cose, e così rapidamente, che questa ipotesi potrebbe anche svanire da un momento all’altro.