iPhone "made in USA": ecco perchè il sogno di Donald Trump è irrealizzabile
La Casa Bianca rilancia l'idea di un iPhone prodotto negli Stati Uniti
Per Donald Trump, riportare la produzione dell'iPhone negli Stati Uniti rappresenterebbe una vittoria simbolica e politica di primo piano. Il dispositivo di punta di Apple, tra i prodotti tecnologici più venduti nella storia, diventerebbe così un emblema della sua politica dei dazi e della promessa elettorale di riportare l'industria manifatturiera americana a casa.
L'amministrazione Trump considera il traguardo realistico, soprattutto alla luce dei nuovi dazi del 145% previsti per le importazioni dalla Cina, attuale centro produttivo dell'iPhone. A rafforzare questa visione c'è anche l'impegno di Apple a investire 500 miliardi di dollari negli Stati Uniti nei prossimi quattro anni. "Se Apple non pensasse che gli Stati Uniti possano farcela, probabilmente non avrebbe stanziato una cifra del genere", ha dichiarato la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt.
I LIMITI STRUTTURALI DELLA MANIFATTURA AMERICANA
Ma la realtà dei fatti è ben diversa. Stando a quanto riportato da Mark Gurman, giornalista di Bloomberg, al momento non esisterebbe una reale possibilità che Apple trasferisca la produzione degli iPhone negli Stati Uniti. La carenza di infrastrutture, manodopera specializzata e, soprattutto, l'assenza di un ecosistema industriale paragonabile a quello asiatico rendono impraticabile l'ipotesi.
Apple punta infatti sulla progressiva sostituzione della Cina con l'India, dove i partner del gruppo stanno costruendo il secondo impianto di assemblaggio per iPhone più grande al mondo. Una strategia che mira a diversificare e proteggere la catena di approvvigionamento globale, mantenendo al tempo stesso l'efficienza produttiva.
Le gigantesche fabbriche cinesi come quella di Zhengzhou — soprannominata 'iPhone City' — ospitano centinaia di migliaia di lavoratori e dispongono di scuole, dormitori, palestre e strutture mediche. “Quale città americana è pronta a fermarsi completamente per costruire solo iPhone? A Boston vivono oltre 500.000 persone: tutta la città dovrebbe smettere di fare qualsiasi altra cosa per assemblare telefoni”, ha commentato Matthew Moore, ex ingegnere Apple e co-fondatore di una startup.
IL KNOW-HOW RESTA SALDAMENTE IN ASIA
Nonostante la progettazione degli iPhone inizi nei laboratori Apple in California, la fase cruciale della produzione avviene in Asia, in collaborazione con fornitori come Foxconn e Pegatron. Gli ingegneri Apple trascorrono mesi o anni sul posto per adattare la catena produttiva a ogni nuova generazione di dispositivi.
Uno dei principali vantaggi competitivi della Cina risiede nel capitale umano altamente specializzato. “Il supporto ingegneristico necessario per far funzionare una fabbrica non si trova in America”, ha spiegato Moore, sottolineando come il numero di laureati in materie STEM negli Stati Uniti sia insufficiente.
Tim Cook aveva già chiarito nel 2017, durante un evento di Fortune, che la scelta della Cina non dipendeva dai costi del lavoro, ma dalla concentrazione di competenze: “La Cina ha smesso di essere il Paese a basso costo molti anni fa. La ragione è la qualità e la quantità delle competenze disponibili in un solo luogo”. Secondo Cook, negli Stati Uniti non si riuscirebbe nemmeno a riempire una sala riunioni con ingegneri specializzati negli stampi industriali, mentre in Cina se ne potrebbero riempire più campi da football.