Come funziona una crypto card: spese, limiti e cashback
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Le crypto card rappresentano uno dei ponti più interessanti tra il mondo delle criptovalute e l’economia tradizionale. Si tratta di carte di pagamento, fisiche o virtuali, che permettono di spendere criptovalute come se fossero euro o dollari, utilizzandole per fare acquisti online, in negozi fisici o per prelevare contante. Ma come funzionano esattamente? E quali sono spese, limiti e vantaggi da considerare?
Cos’è una Crypto Card e come funziona davvero

Una crypto card si appoggia a un circuito internazionale come Visa o Mastercard e viene emessa da piattaforme di exchange o servizi finanziari che operano nel settore crypto (come Binance, Crypto.com, Bitpanda, Coinbase, Wirex, ecc.). Quando si effettua un pagamento, la carta non trasferisce direttamente Bitcoin, Ethereum o altre criptovalute, ma esegue una conversione automatica in valuta fiat (come euro o dollari) al momento della transazione.
Questo processo di conversione avviene in tempo reale, spesso utilizzando il saldo disponibile nel wallet crypto associato alla carta. Alcune carte offrono anche la possibilità di scegliere quale criptovaluta utilizzare come principale per i pagamenti.
Costi e commissioni: cosa sapere prima di attivarla
Ogni carta ha il proprio schema tariffario, ma ci sono alcune voci comuni da tenere d’occhio:
- Commissioni di emissione: alcune carte sono gratuite, altre prevedono un costo una tantum (es. 10–20 euro)
- Commissioni mensili o annuali: in alcuni casi, è prevista una quota di mantenimento
- Commissioni di conversione: al momento del pagamento, si applica una commissione percentuale per convertire crypto in fiat (es. 0,5%–2,5%)
- Commissioni sui prelievi ATM: molte carte consentono prelievi gratuiti fino a una certa soglia, poi si applicano tariffe
- Commissioni di inattività: alcune carte prevedono un costo se non vengono usate per mesi
Confrontare le condizioni d’uso è fondamentale per scegliere la carta più adatta al proprio profilo di spesa.
Limiti di spesa e prelievo: quanto si può usare?

Le crypto card impongono limiti giornalieri, settimanali o mensili per motivi di sicurezza e regolamentazione. Ecco alcuni esempi comuni:
- Spesa giornaliera: può variare da 1.000 a 10.000 euro
- Prelievi ATM: spesso limitati a 250–1.000 euro al giorno
- Ricariche: alcune carte consentono solo conversione da crypto, altre anche ricariche in fiat
Tali limiti possono essere aumentati verificando l’identità (KYC) o accedendo a versioni premium della carta.
Cashback: il vantaggio che attira gli utenti
Uno dei motivi per cui le crypto card stanno guadagnando popolarità è la possibilità di ottenere cashback in criptovalute su ogni spesa effettuata. Questo vantaggio varia in base al piano scelto, al token utilizzato e all’exchange emittente.
Ad esempio:
- Crypto.com offre cashback dallo 0,5% al 5%, in CRO
- Binance Card offre fino all’8% in BNB, a seconda del saldo medio mensile
- Wirex garantisce cashback in BTC o WXT con percentuali fisse
Il cashback viene accreditato direttamente nel wallet crypto e può essere conservato, reinvestito o convertito. È un modo per accumulare criptovalute passivamente, semplicemente pagando le proprie spese quotidiane.
Vale la pena usare una crypto card?
Le crypto card rappresentano una soluzione concreta per utilizzare le criptovalute nella vita reale, senza dover passare ogni volta per bonifici o conversioni manuali. Tuttavia, è essenziale valutare i costi, comprendere i limiti e scegliere la carta più adatta in base alle proprie abitudini di spesa. Il cashback in crypto è un incentivo importante, ma non deve essere l’unico criterio nella scelta.
Per chi crede nel futuro degli asset digitali, le crypto card sono uno strumento strategico per integrare le valute decentralizzate nel quotidiano.