Google accelera sull’AI: accordi con CoreWeave per superare la crisi delle GPU

L’accordo strategico con CoreWeave

Apr 3, 2025 - 14:41
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Google accelera sull’AI: accordi con CoreWeave per superare la crisi delle GPU

Google punta a rafforzare la propria infrastruttura di calcolo per l’intelligenza artificiale (AI), fronteggiando una crescente domanda e le difficoltà globali legate alla scarsità di chip. 

Le ultime mosse dell’azienda indicano una strategia precisa: allearsi con player emergenti per aggirare i colli di bottiglia e guardare al futuro con infrastrutture sempre più potenti.

Carenza globale di GPU: un ostacolo sulla via dell’AI anche per Google 

La fame di potenza computazionale causata dall’esplosione dello sviluppo di modelli di intelligenza artificiale generativa ha portato a un forte squilibrio tra domanda e offerta di GPU. 

In particolare, i nuovi chip Blackwell di Nvidia, considerati la punta di diamante nel settore, sono ormai introvabili: le code per ottenerli possono superare anche i 12 mesi.

Google, come molti altri giganti tecnologici, si trova ora a dover far fronte a questi ritardi per sostenere le sue molteplici applicazioni basate sull’AI, tra cui servizi di ricerca, traduzione, cloud e assistenza digitale.

Secondo quanto riportato da The Information, Google è in trattativa con CoreWeave Inc., una società recentemente quotata al Nasdaq, per accedere in affitto ai suoi server equipaggiati con GPU Nvidia Blackwell. 

Si tratta di una mossa significativa che potrebbe rappresentare una via d’uscita immediata alla scarsità di chip forniti direttamente da Nvidia.

Oltre all’affitto delle infrastrutture, Google starebbe anche considerando la possibilità di installare i propri chip TPU (Tensor Processing Unit), sviluppati insieme a Broadcom Inc., all’interno dei data center di CoreWeave. 

Questa doppia opzione mira non solo a incrementare rapidamente la capacità di calcolo disponibile, ma anche a diversificare le fonti per ridurre la dipendenza da fornitori unici come Nvidia.

CoreWeave: da emergente a protagonista

CoreWeave, nonostante sia entrata da poco nei mercati, è già divenuta una delle realtà più osservate nel settore. 

Quotata recentemente al prezzo di 40 dollari per azione, la società ha visto il proprio valore impennarsi del 53%, grazie a una serie di accordi multimiliardari con aziende leader del settore AI.

Uno dei principali clienti di CoreWeave è Microsoft, che rappresenta oggi ben il 60% del fatturato annuo della società, pari a 1,9 miliardi di dollari

Tuttavia, CoreWeave si sta rapidamente muovendo per diversificare il proprio portafoglio, stringendo nuovi legami con altri giganti della tecnologia.

Tra i più recenti, spicca un accordo quinquennale con OpenAI, dal valore di 12 miliardi di dollari, volto a sostenere la crescita dell’infrastruttura AI su cui si basano sistemi come ChatGPT. 

In questo contesto, l’intesa con Google rafforza ulteriormente la posizione di CoreWeave come attore chiave della nuova rivoluzione dell’intelligenza artificiale.

L’interesse di Google per CoreWeave non è un caso isolato: rappresenta uno degli indizi della domanda esplosiva di potenza AI che sta trasformando l’intero panorama tecnologico. 

La corsa all’intelligenza artificiale non conosce rallentamenti, e le infrastrutture devono adattarsi di conseguenza.

Secondo il CEO di Nvidia, Jensen Huang, i modelli di AI generativa avanzata del futuro richiederanno una quantità di potenza di calcolo almeno 100 volte superiore rispetto a quella degli attuali sistemi, come ChatGPT. 

Una previsione che getta luce su quanto sia ancora vasto lo spazio di crescita del settore e sul perché aziende come Google si stiano muovendo con tanta decisione.

Pressioni di mercato e sfide per i top player

Nonostante la traiettoria positiva del settore, sia Google che Nvidia stanno vivendo un 2025 non privo di difficoltà. 

I loro titoli registrano, rispettivamente, un calo del 17% e del 20% dall’inizio dell’anno. Dietro a questa flessione si celano questioni complesse, legate a valutazioni elevate e incertezze economiche, tra cui l’impatto delle politiche sui dazi commerciali.

Ciò nonostante, il fermento intorno a CoreWeave, e il suo recente rally in Borsa, testimoniano come gli investitori continuino a vedere nelle società collegate all’AI un’opportunità di crescita di lungo termine. 

Secondo il sistema di analisi Edge Stock Rankings di Benzinga, il titolo CoreWeave è destinato a evidenziare tendenze positive sia nel breve che nel lungo periodo.

In sintesi, l’interesse di Google per CoreWeave si inserisce in una corsa più ampia che coinvolge tutti i principali attori del settore tech. 

L’obiettivo comune è chiaro: costruire una infrastruttura AI scalabile e affidabile, in grado di soddisfare non solo le esigenze odierne ma anche quelle di domani, quando modelli molto più complessi saranno la norma.

CoreWeave, dal canto suo, si propone come una valida alternativa ai fornitori tradizionali, capace di rispondere con agilità alla domanda crescente. 

Questo scenario prefigura una ridefinizione degli equilibri all’interno del mercato dell’hardware per l’intelligenza artificiale, ponendo le basi per nuove alleanze e nuove strategie tecnologiche.

Con la potenza computazionale destinata a diventare il vero “oro digitale” del prossimo decennio, chi saprà garantirla in modo efficace sarà in grado di guidare la trasformazione digitale globale. 

E Google, ancora una volta, si conferma pronto a giocare un ruolo da protagonista.