I dazi di Trump mettono a rischio il Prime Day

Il Prime Day 2025 di Amazon vede una partecipazione ridotta dei venditori cinesi a causa dei dazi elevati, cambiando il panorama dello shopping.

Apr 28, 2025 - 15:01
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I dazi di Trump mettono a rischio il Prime Day

Il celebre evento di shopping online, l’Amazon Prime Day del 2025, si trova ad affrontare una delle sue crisi più significative. Numerosi venditori terzi stanno abbandonando l’iniziativa a causa di ostacoli economici sempre più difficili da superare. I principali fattori di pressione includono i dazi di Trump sui prodotti cinesi e le elevate commissioni richieste dalla piattaforma.

Con molti venditori costretti a prendere decisioni difficili per proteggere la propria redditività, il futuro dell’Amazon Prime Day appare incerto. La situazione mette in luce le complessità di un mercato globale sempre più interconnesso e influenzato da dinamiche economiche e politiche.

Il problema: i dazi di Trump…

Steve Green, un commerciante di biciclette e skateboard, ha dichiarato che “i dazi rendono le merci di nuova importazione inaccessibili”, spiegando così la sua scelta di non partecipare all’edizione 2025. Questo riflette un sentimento condiviso da molti altri venditori, che stanno rivalutando le loro strategie. I dazi imposti dagli Stati Uniti sulle importazioni dalla Cina, che in alcuni casi arrivano al 145%, rappresentano un ostacolo insormontabile per molte aziende, costringendole a ripensare il loro modello di business.

Kim Vaccarella, CEO di Bogg Bag, è un esempio emblematico di come i commercianti stiano adattando la loro strategia commerciale. Vaccarella ha deciso di interrompere la produzione in Cina, diversificando verso Cambogia e Vietnam. Parallelamente, ha scelto di concentrare le vendite attraverso canali tradizionali come Macy’s e Bloomingdale’s, preservando i margini di profitto e riducendo al minimo gli sconti.

…e la percentuale di Amazon

Oltre ai dazi, le commissioni di Amazon rappresentano un ulteriore peso per i venditori. La piattaforma trattiene una quota del 15% su ogni vendita, a cui si aggiungono i costi per promuovere le offerte durante l’evento. Steve Green ha rivelato di aver speso tra 200 e 500 dollari in commissioni nell’edizione precedente, offrendo sconti per un valore complessivo di 5.000 dollari. Per molti, il rischio finanziario non è più sostenibile.

Nonostante le difficoltà, alcuni commercianti stanno cercando soluzioni alternative. Michael Slate di KitchenEdge, ad esempio, ha dichiarato di non poter offrire sconti significativi a causa dell’incertezza sui costi futuri. Altri stanno riducendo gli investimenti pubblicitari o programmando importazioni graduali per minimizzare l’impatto economico.

La crisi assume un significato ancora più rilevante se si considera che, secondo Marketplace Pulse, i venditori terzi hanno rappresentato quasi il 62% delle unità vendute sulla piattaforma nel quarto trimestre del 2024. Questo dato evidenzia quanto siano strategicamente importanti per Amazon.

Per contrastare l’aumento dei prezzi, Amazon sta cercando di contenere i costi per i consumatori attraverso acquisti anticipati di scorte e rinegoziazioni con i fornitori. Tuttavia, l’amministratore delegato Andy Jassy ha avvertito che i costi aggiuntivi potrebbero inevitabilmente essere trasferiti sui consumatori finali.