I market maker crypto dominano Robinhood
Il business della nota app di trading senza commissioni si basa proprio sui market maker.


Sebbene su Robinhood operino anche broker-dealer, banche, ed istituti finanziari, nelle attività di trading e di intermediazione, a dominare sono i market maker, tra cui ci sono anche quelli crypto.
È quanto emerge dall’ultima trimestrale presentata dalla società alla SEC.
Robinhood è una società USA quotata in borsa, quindi ha l’obbligo per legge di presentare rendiconti economico-finanziari periodici all’agenzia che vigila sul mercato statunitense dei titoli.
Robinhood
Robinhood Markets è una società di servizi finanziari statunitense fondata nel 2013 e con sede a Menlo Park, in California.
È quotata al Nasdaq dal 2021 con il ticker HOOD, e di recente il suo titolo in borsa ha fatto registrare un eccellente rally.
La società è nota principalmente per la sua app di trading online senza commissioni, su cui si possono scambiare sia asset tradizionali che crypto.
Si rivolge principalmente a investitori e speculatori retail, soprattutto giovani, ed è probabilmente per questo che le crypto hanno preso piede su questa piattaforma.
L’esordio in borsa è avvenuto con un prezzo di 38$, subito schizzato a 85 il mese successivo al listing. Quella bolla però scoppiò già il mese dopo, ed a fine anno il prezzo era già sceso sotto il prezzo iniziale.
Durante il bear-market del 2022/2023 il prezzo del titolo HOOD precipitò fin sotto i 7$, ma a partire da dicembre 2023 iniziò una risalita che di fatto si è conclusa solo a febbraio di quest’anno. Il picco massimo del 2025 è stato registrato poco sotto i 67$, ovvero una cifra nettamente più alta rispetto alla quotazione attuale, ma inferiore rispetto al massimo storico di quattro anni fa.
I market maker crypto su Robinhood
Nella lunga trimestrale appena presentata alla SEC, ed in particolare nella Nota 1 a pagina 11, vengono riportati i dati riguardanti le concentrazioni dei ricavi del primo trimestre del 2025.
Quello che emerge è che il 63% dei ricavi totali della società da gennaio a marzo di quest’anno è provenuto dai soli market maker. Oltretutto nel primo trimestre dell’anno scorso questa percentuale era del 52%, quindi l’ultimo dato è risultato anche essere fortemente in aumento rispetto ad un anno fa.
I principali market maker che hanno prodotto ricavi per Robinhood nel primo trimestre del 2025 sono stati Citadel Securities e B2C2 USA, con il 12% ciascuno, seguiti da Wintermute Trading con l’11%.
I market maker crypto sono entità o aziende che forniscono liquidità ai mercati delle criptovalute. Il loro ruolo principale è quello di garantire che ci siano sempre acquirenti e venditori disponibili per una determinata crypto, facilitando le transazioni e rendendo il mercato più efficiente.
Tecnicamente operano sugli exchange pubblicando continuamente ordini di acquisto e di vendita per diverse criptovalute, e guadagnano dalla differenza tra il prezzo di acquisto ed il prezzo di vendita con il cosiddetto spread. Infatti acquistano ad un prezzo leggermente inferiore e vendono a un prezzo leggermente superiore, realizzando così piccoli profitti su ogni transazione, ma con un numero enorme di transazioni automatizzate.
Inserendo costantemente nuovi ordini sia di acquisto che di vendita, di fatto forniscono liquidità agli exchange, inoltre riducono il divario tra il prezzo di acquisto più alto e il prezzo di vendita più basso.
In questo modo gli altri trader, detti market taker, possono eseguire i loro ordini in modo più rapido e con minore differenza tra il prezzo atteso e il prezzo effettivo di esecuzione (il cosiddetto slippage).
Di fatto i market maker sono essenziali per il buon funzionamento dei mercati crypto.
I ricavi di Robinhood
Robinhood non applica commissioni sulle transazioni, quindi non genera ricavi con le commissioni degli utenti.
Utilizza invece il cosiddetto Payment for Order Flow (PFOF), che consiste proprio nell’indirizzare a market maker gli ordini degli utenti, anziché indirizzarli direttamente agli exchange. Sono quindi i market maker a pagare una piccola commissione alla piattaforma.
Ecco perchè la maggior parte dei ricavi della società proviene dai market maker e non dagli utenti, anche se in realtà alla fine le commissioni applicate ai market maker vengono comunque in qualche modo pagate dai clienti con gli spread sui prezzi.
Robinhood produce però anche altre tipologie di ricavi, con ad esempio gli interessi sui saldi di cassa dei clienti, o con quelli sul margine e sui prestiti di titoli: Inoltre offre vari servizi aggiuntivi a pagamento ed una carta di debito grazie alla quale guadagna piccole commissioni sul suo utilizzo.