Meta utilizzerà presto i nostri dati per allenare la sua IA: ecco quali e come opporsi

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Apr 15, 2025 - 09:59
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Meta utilizzerà presto i nostri dati per allenare la sua IA: ecco quali e come opporsi

Meta ha appena annunciato che sta per iniziare ad allenare i suoi modelli di intelligenza artificiale sui dati degli utenti delle sue app, anche in Unione Europea. 

La notizia non è una novità: già all'arrivo di Meta AI su WhatsApp, e successivamente su Instagram e Facebook (via Messenger) la società di Mark Zuckerberg aveva messo le mani avanti spiegando quali dati avremmo condiviso con lo strumento per poterlo utilizzare. Ora è semplicemente arrivata la conferma. 

A partire da questa settimana, gli utenti di Meta inizieranno a ricevere delle comunicazioni in-app o via email su quali dati verranno raccolti, perché e come opporsi. 

A questa pagina è possibile trovare la nuova informativa sulla privacy aggiornata al 7 aprile 2025 e le cui modifiche saranno effettive a partire dal 27 maggio 2025. 

Questo significa che alcuni nostri dati verranno utilizzati per la formazione dei suoi modelli linguistici di grandi dimensioni. Per sintetizzare, ecco i dati che Meta raccoglierà per allenare Meta AI:

  • WhatsApp: vengono utilizzati solo i messaggi che scambiamo con Meta AI o che condividiamo con essa
  • Instagram e Facebook: dipende dal contenuto. Come per WhatsApp, i messaggi privati non vengono usati per addestrare i modelli, ma le conversazioni con Meta AI sì. I contenuti che condividiamo pubblicamente su Instagram e Facebook possono invece essere usati per addestrare l'IA

L'anno scorso Meta aveva bloccato l'arrivo della sua IA in Europa proprio per questo motivo (a causa dell'intervento dell'Irish Data Protection Commission), e ora ha ricevuto il via libera dall'European Data Protection Board.

Meta ribadisce che i dati pubblici degli account delle persone nell'UE di età inferiore ai 18 anni non vengono utilizzati per scopi di formazione.

Meta spiega che addestra la sua IA in modo da aiutarla a creare modelli che riflettano le regioni in cui vengono utilizzati. Questo processo permette a Meta AI di "comprendere le incredibili e diverse sfumature e complessità che costituiscono le comunità europee", dai dialetti alla conoscenza iper-locale, ai diversi tipi di sarcasmo.

La funzionalità sarà ancora più importante man mano che i modelli diventano più avanzati, con funzionalità multimodali che coprono testo, voce, video e immagini.

Questo processo è già avvenuto negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, e in ogni altro Paese in cui Meta AI è già stata lanciata. Inoltre Meta spiega come stiano facendo essenzialmente la stessa cosa che hanno già fatto (e continuano a fare) Google e OpenAI.

Ci sono due modi per opporsi alla condivisione dei nostri dati con Meta AI: non utilizzarla e riempire questo modulo (bisogna effettuare l'accesso a Facebook) per chiedere la cancellazione dei dati.

Sentire che l'IA apprende sui nostri dati non è mai piacevole. Ma è veramente una novità o così grave? Partiamo dal passato: l'anno scorso Meta ha ammesso di aver addestrato Meta AI con tutti i dati, testi e immagini, che gli utenti adulti hanno condiviso pubblicamente su Facebook a partire dal 2007. 

Quindi almeno fino al 2024 qualunque nostro contenuto pubblicato su Facebook è stato digerito da Meta AI. Questo è quanto stato riconosciuto, ma sappiamo che l'IA ha un bisogno enorme di dati e almeno fino a poco fa qualunque azienda come OpenAI o Google ha rastrellato il Web alla ricerca di contenuti che consentisse di migliorare i propri modelli (per poi lamentarsi se qualcun altro faceva lo stesso). 

Non che la mossa di Meta sia piacevole, ma l'unico modo che abbiamo per difenderci da questo fenomeno è non usare questi strumenti, o comunque usarli in modo responsabile, consci dei loro limiti e di come funzionano. Ed è per questo che l'IA sul dispositivo (sia Apple Intelligence ma soprattutto strumenti come LM Studio) o IA "etiche" come Claude (che purtroppo non è esente da difetti anche in questo senso) sono sempre più importanti. 

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