Microsoft vieta l’uso di DeepSeek: questioni di sicurezza

Microsoft blocca l'uso interno di DeepSeek per tutelare la sicurezza dei dati e bloccare l'ingresso della propaganda cinese, ma il modello R1 è disponibile su Azure con modifiche al momento sconosciute.

Mag 9, 2025 - 11:51
 0
Microsoft vieta l’uso di DeepSeek: questioni di sicurezza

Brad Smith, vicepresidente e presidente di Microsoft, durante un’udienza al Senato americano ha reso noto al grande pubblico il divieto interno all’utilizzo dell’app DeepSeek. La decisione si basa su due preoccupazioni principali: il rischio che le informazioni degli utenti siano archiviate in Cina e la possibilità che i contenuti generati dall’applicazione siano influenzati dalla propaganda cinese. Questi timori hanno portato anche all’esclusione di DeepSeek dal Microsoft Store, evidenziando una crescente attenzione verso la sicurezza dati e la tutela della privacy degli utenti.

DeepSeek ha i server in Cina

Ad alimentare i dubbi sulla riservatezza delle informazioni è la stessa politica di DeepSeek, che ammette il mantenimento dei dati utente su infrastrutture cinesi. Questa pratica, unita alla forte censura su tematiche sensibili per Pechino, solleva interrogativi significativi sulla neutralità del servizio. La natura open source dell’app, se da un lato consente agli sviluppatori di installarla su server propri, dall’altro non elimina i rischi legati alla diffusione di contenuti influenzati o alla generazione di codice non sicuro.

Nonostante le criticità, Microsoft ha scelto di integrare il modello R1 di DeepSeek nella propria piattaforma Azure, sottoponendolo però a rigorosi controlli e modifiche per ridurre i potenziali rischi. L’azienda ha dichiarato di aver rimosso gli “effetti collaterali dannosi”, senza però fornire dettagli specifici sulle modalità di intervento. Questa mossa riflette un approccio bilanciato tra l’adozione di tecnologie avanzate e la necessità di mitigare i pericoli legati alla loro implementazione.

Sicurezza o concorrenza?

La decisione di Microsoft potrebbe essere interpretata anche in chiave competitiva, considerando la presenza sul mercato del proprio chatbot Copilot. È interessante notare che, mentre nel Microsoft Store sono disponibili app concorrenti come Perplexity, mancano prodotti di Google, come Chrome o Gemini. Questo elemento potrebbe suggerire una strategia volta a consolidare la posizione di Microsoft nel settore della intelligenza artificiale, mantenendo al contempo un controllo rigoroso sulle tecnologie esterne.

Sin dal suo debutto, DeepSeek è stato al centro di numerose polemiche. Diversi paesi ne hanno limitato l’uso a causa di preoccupazioni legate alla censura, alla propaganda cinese e alle vulnerabilità nella protezione dei dati. Tuttavia, la natura open source dell’app continua ad attrarre sviluppatori e aziende interessati a sfruttarne le capacità senza dipendere dall’infrastruttura cinese.

Con il suo approccio prudente, Microsoft sembra voler stabilire uno standard di responsabilità nel settore, cercando di bilanciare l’innovazione tecnologica con la tutela della sicurezza e della privacy.