Trump rilancia con tariffe al 104% e la Cina risponde con un video virale: il riassunto definitivo della guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina
La tensione commerciale tra Stati Uniti e Cina ha raggiunto nuovi picchi: ecco il riassunto definitivo dell'intera vicenda fino ad oggi.


Negli ultimi sette giorni, la tensione commerciale tra Stati Uniti e Cina ha raggiunto nuovi picchi, culminando in una vera e propria escalation fatta di dazi, minacce e persino un attacco mediatico virale in stile deepfake. Il presidente Donald Trump ha rilanciato la sua battaglia economica contro Pechino, portando le tariffe sui prodotti cinesi al 104% a partire dal 9 aprile 2025. La risposta cinese è arrivata in modo inaspettato: con un video generato da intelligenza artificiale diventato virale in poche ore.
2 aprile 2025: dazi ufficiali e dichiarazione di emergenza nazionale
Trump firma l’Ordine Esecutivo 14257, imponendo un dazio globale del 10% su tutte le importazioni negli Stati Uniti e dazi aggiuntivi specifici per il Paese. Alla Cina viene imposto un aumento del 34%, portando il totale al 54% su tutte le merci cinesi. Nello stesso ordine, Trump dichiara lo stato di emergenza nazionale per giustificare le misure ai sensi dell’International Emergency Economic Powers Act (IEEPA). L’entrata in vigore delle tariffe è prevista per il 9 aprile.
4 aprile 2025: la risposta della Cina
Pechino risponde annunciando dazi aggiuntivi del 34% su tutti i beni provenienti dagli Stati Uniti, in vigore dal 10 aprile. Vengono inoltre introdotte restrizioni sulle esportazioni di terre rare e viene aggiornata la “lista nera” delle entità statunitensi considerate inaffidabili.
6 aprile 2025: Trump insiste durante un incontro internazionale
Durante una conferenza con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, Trump definisce i dazi “l’unica occasione per ridisegnare il tavolo del commercio globale”. Le nuove misure vengono giustificate anche con l’accusa alla Cina di alimentare la crisi del fentanyl negli USA.
7 aprile 2025: l’ultimatum
Trump pubblica un post su Truth Social: se la Cina non ritirerà i suoi dazi del 34% entro l’8 aprile, gli Stati Uniti introdurranno dazi aggiuntivi del 50%, portando il totale al 104%. Il presidente sospende ogni dialogo con Pechino e dichiara l’intenzione di rafforzare i rapporti commerciali con alleati come Giappone, Israele ed Europa.
8 aprile 2025: Pechino promette battaglia
Il portavoce del Ministero del Commercio cinese dichiara: “Combatteremo fino alla fine”. Il Foreign Ministry accusa gli USA di “ricatto unilaterale” e critica le dichiarazioni del vicepresidente JD Vance. La volontà di dialogo tra le parti sembra azzerata.
9 aprile 2025: entra in vigore la tariffa del 104% e parte la propaganda cinese
A mezzanotte, le tariffe USA sui prodotti cinesi salgono ufficialmente al 104%. Nello stesso giorno, un video creato con l’AI e diffuso dai media cinesi, mostra lavoratori americani in condizioni precarie e fabbriche decadenti. Il messaggio è chiaro: “Ecco cosa succede senza la Cina”. Il video, chiuso con lo slogan “Make America Great Again”, genera reazioni contrastanti online, tra ironia e preoccupazione.
Per guardare il video completo andato virale clicca qui.
Mercati in fibrillazione… ma il tech vola
Nonostante l’inasprimento dei dazi, Wall Street sorprende: il 9 aprile il Dow Jones sale di 1.300 punti (+3,3%), lo S&P 500 guadagna il 3,4% e il Nasdaq vola del 3,9%. Apple, Tesla e Nvidia guidano il rimbalzo, sostenute dalla prospettiva di una riorganizzazione delle catene di fornitura. Il segretario al Tesoro Scott Bessent minimizza la reazione cinese, definendola “una mossa perdente”.
Le possibili contromosse di Pechino
La Cina potrebbe bloccare la cooperazione sulla lotta al fentanyl, colpire i servizi finanziari americani operanti nel Paese o limitare l’import agricolo dagli USA. Molte imprese stanno valutando il trasferimento delle operazioni verso l’Europa o altri mercati asiatici più stabili.
Una guerra economica globale dai risvolti incerti
Questa nuova ondata di protezionismo rischia di lasciare segni profondi sull’economia globale. I consumatori americani temono un’impennata dei prezzi, mentre la Cina potrebbe riorientare le sue esportazioni su Europa e Paesi emergenti. Per Trump, questa è una battaglia ideologica oltre che economica: “È la nostra dichiarazione di indipendenza industriale”, ha dichiarato nel suo discorso alla Rose Garden.