Clair Obscur Expedition 33 Recensione: per chi c’era, per chi arriverà in seguito

Dalla Francia arriva un serio contendente al titolo di Game of the Year: l’attesissimo Clair Obscur Expedition 33, titolo annunciato ufficialmente solo nel 2024 ma che i giovani talenti di Sandfall Interactive stavano “cucinando” ormai dal 2020. Questo nuovo Studio di sviluppo è formato in gran parte da artisti di diversa estrazione che, nonostante la […] L'articolo Clair Obscur Expedition 33 Recensione: per chi c’era, per chi arriverà in seguito proviene da Vgmag.it.

Apr 23, 2025 - 11:33
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Clair Obscur Expedition 33 Recensione: per chi c’era, per chi arriverà in seguito
Clair Obscur Expedition 33

Dalla Francia arriva un serio contendente al titolo di Game of the Year: l’attesissimo Clair Obscur Expedition 33, titolo annunciato ufficialmente solo nel 2024 ma che i giovani talenti di Sandfall Interactive stavano “cucinando” ormai dal 2020. Questo nuovo Studio di sviluppo è formato in gran parte da artisti di diversa estrazione che, nonostante la giovane età, vantano già una discreta esperienza (un buon numero di loro sono esuli di Ubisoft, per dire) che si fa presto notare, insieme all’insormontabile passione che trasuda da ogni singolo pixel. Un progetto ambizioso che pone le basi per un futuro molto interessante, perché se il buongiorno si vede dal mattino, possiamo aspettarci giornate assolutamente soleggiate in quel di Montpellier.

Clair Obscure Expedition 33
La vicenda parte già da premesse malinconiche e commoventi, calate nel contesto di una Belle Époque fantasy e maledetta.

Clair Obscur Expedition 33 ci porta alla scoperta dello spietato “gommage”

Il “gommage” annuale è alle porte: come quasi da un secolo a questa parte, la misteriosa entità denominata La Pittrice proseguirà nel suo rovinoso conto alla rovescia, condannando alla scomparsa chiunque abbia superato la soglia d’età che il suo pennello inciderà nel panorama visibile da Lumière. La popolazione, ultimo baluardo di una umanità condannata, vive il tutto con una sorta di rassegnazione, accogliendo la cosa con una cerimonia comunitaria: ma dopo il lutto arriva, puntualmente, anche la ricerca di riscatto. Una disperata, temeraria e testarda opera di spedizione che si ripete di anno in anno, in cui i più volenterosi e avventurosi tra i rimasti parte per il continente esterno alla ricerca di risposte e di un metodo per fare in modo che la Pittrice non possa più dipingere la morte e condannare i più giovani alla solitudine… e all’estinzione.

L’incipit di Clair Obscur Expedition 33 è molto potente e altrettanto originale: pone le basi per la classica impresa impossibile atta a scongiurare la fine del mondo, ma in realtà il mondo è già finito. Settant’anni di tentativi andati a vuoto, settant’anni di disperazione. Sono rimasti solo i trentaduenni, che sentono sulle spalle la responsabilità di essere i più “vecchi” rimasti, gli “adulti” che devono trovare un modo per fermare la follia: a breve l’umanità si estinguerà per il bizzarro volere di una entità sconosciuta. La 33esima Spedizione parte con una speranza in più, ovvero un dispositivo ideato dall’ingegnere Gustave, ma le difficoltà saranno comunque apparentemente insormontabili, complicate anche dalla presenza non solo delle minacciose creature tratteggiate dalla Pittrice ma anche da altri esseri umani (?) ancora in vita nelle Terre Selvagge del Continente esterno. Riuscirà Gustave, con l’aiuto di altri spedizionieri come Maelle, Lune e Sciel, a far luce sul mistero e fermare la Pittrice prima che sia troppo tardi?

Clair Obscure Expedition 33
I quattro personaggi principali del party: Gustave, Maelle, Lune e Sciel si avventurano verso il Monolito della Pittrice.

Imparare dal passato per preparare la strada al futuro

La struttura ludica di Clair Obscur Expedition 33 restituisce in pieno quel feeling che già i trailer avevano suggerito, anzi amplificandolo: quello dei JRPG d’annata che hanno fatto grande il genere a cavallo del secolo, ma più in generale anche alle produzioni che osavano approcci particolari e freschi apportando anche nuove visioni ludiche e artistiche. La mente di molti, guardando i trailer, è corsa a Final Fantasy VII, X, XII, ma c’è anche chi ha ritrovato stille di titoli che ormai ricordano forse solo gli appassionati di lunga data, come Shadow Hearts o Magna Carta. L’epoca dei JRPG su PlayStation 2, in qualche modo, rivive in COE33 e rievoca i fasti di un tempo che non c’è più, inghitottito da altre istanze del mercato e dalla volontà stessa di chi molti di quei giochi li ha creati ma è poi andato avanti per altre strade. L’elefante nella stanza è chiaramente Final Fantasy, che in tanti incolpano di aver perso le atmosfere e le soluzioni ludiche che ne hanno reso indimenticabili gli episodi tra il VI e il XIII (quantomeno, ma la questione è dibattuta). FFXV, XVI e il Remake di FFVII sono stati un po’ la pietra dello scandalo, a partire da tra combat-system “troppo” action per arrivare a tutta una serie di questioni ancillari.

Sandfall Interactive fa tabula rasa e presenta qualcosa che contiene al suo interno tutto quello che i fan dei JRPG old school vorrebbero in un titolo moderno del genere: un’atmosfera unica e originale con una lore intrigante, personaggi carismatici, una colonna sonora trascinante, combattimenti strategici a turni con piccole digressioni ai comandi a tempo e un senso di esplorazione effettivo, denso di misteri e sorprese sbloccabili opzionali.

Clair Obscure Expedition 33
Lune è un personaggio eccezionale, che unisce scienza e magia.

Questo è un elemento parzialmente inaspettato: è normale che nei RPG ci siano quest secondarie, ma Expedition 33 è un avventura senza soluzione di continuità e in cui hub, indicatori e missioni sono ridotte all’osso. Tutte le avventure secondarie sono inserite nel contesto, senza menù che mostrano progressi e mappe con indicatori che mostrano dove andare. Anzi. Giusto nella mappa del mondo avrete accesso a una bussola di vaga utilità, ma per il resto dovrete fidarvi del vostro istinto e del vostro senso dell’orientamento, che spesso sarà messo a durissima prova tra biomi tanto belli quanto labirintici. Questo potrebbe invero creare qualche difficoltà a una buona fetta di giocatori, ma è pur vero che oramai siamo forse troppo dipendenti dai sistemi di mappe su schermo e il gusto della scoperta in questo gioco è letteralmente supremo, raddoppiando di fatto il tempo e le possibilità di gioco.

Altro aspetto su cui i giocatori avranno modo di soffermarsi a lungo sono le build dei personaggi. A livello di combat system, abbiamo un sistema piuttosto classico di combattimenti a turni, con attacchi rinforzati da QTE e un singolare sistema di schivate, parate e contrattacchi basati sempre sulla pressione al momento giusto dei tasti corretti. Un’idea che unisce la tattica, la strategia e i riflessi in un gustoso connubio funzionale in ognuno dei tre livelli di difficoltà, con le dovute differenze. A un livello di gioco meno superficiale, assegnare le giuste abilità e far progredire le giuste caratteristiche permette di sbloccare o concatenare mosse particolari e creare delle routine virtuose tra i personaggi, con grande soddisfazione. Studiare e sperimentare queste combo è incentivato, anche se certe meccaniche potrebbero essere più semplici o quantomeno, spiegate in maniera meno frettolosa, visto anche che si tratta di abilità singolari solo in parte già viste altrove. Alla voglia e alla curiosità di scoprire “cosa succede dopo” tuttavia si unisce anche la volontà di avventurarsi in queste lande sperdute e pericolose, in cui ogni singolo “mostro” avversario nasconde insidie e debolezze inaspettate tutte da scoprire, con una difficoltà modulare molto ben dosata, e sfide mortali disponibili fin da subito, o recuperabili in seguito con un efficace sistema di backtracking.

Il lavoro artistico dietro a COE33 è assolutamente degno di nota: le basi tecniche sono solidissime ma l’estro gioca un ruolo importante, andando a mescolare fascinazioni nipponiche ed europee, francesi in particolare (come era lecito aspettarsi, d’altronde). L’elemento autoctono è anzi portante, ma mai escludente, macchiettistico o eccessivo: la struggente delicatezza della Ville Lumière degli inizi del ‘900 è semplicemente incantevole e valorizzata da trovate grafiche e cromatiche inventive e ben rese, oltre a un comparto da applausi a scena aperta, sia a livello di musiche che del doppiaggio (indipendentemente dalla lingua che sceglierete per ascoltare i dialoghi). Certo, la build che abbiamo provato a volte ha sofferto di qualche problema grafico più o meno grave, ma ci è stato assicurato che la patch del day one porrà rimedio a queste problematiche, che quindi non andranno a inficiare la valutazione finale.


Clair Obscur Expedition 33 è un progetto guidato dalla passione, divenuta tangibile realtà. I talenti di Sandfall Interactive hanno messo a frutto la loro esperienza, le loro abilità e la loro visione per sfornare un’opera che prende a piene mani dal passato per restituire qualcosa di nuovo, destinato alla generazione attuale ma che guarda al futuro. Proprio come gli esploratori protagonisti della storia, se vogliamo. Chi ama i JRPG e vuole ritrovare le atmosfere “di una volta” non può farselo sfuggire, ma l’invito è rivolto anche a chi cerca un’avventura originale, densa, commovente e artisticamente superiore.


 

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