Perché amavamo tanto Windows 95: nostalgia, tecnologia e un pizzico di masochismo digitale
Nel 2025 si celebrano i 30 anni di Windows 95, il sistema operativo che ha rivoluzionato l’informatica di massa introducendo innovazioni come il menu Start, lo stack TCP/IP integrato, il Plug and Play e una nuova interfaccia grafica.

Ah, Windows 95. Solo a pronunciare il nome si sente il profumo di plastica dei floppy disk, si riaccende nella memoria il suono del modem 56k al momento della connessione e torna in auge quel misto di stupore e frustrazione che ha accompagnato milioni di utenti nell’esplorazione di un nuovo mondo digitale. Ma perché lo amavamo così tanto? La risposta è più complessa di quanto sembri, tra innovazioni epocali, interfacce rivoluzionarie e quell’insana passione per il pulsante Start che Microsoft cercava di infondere.
Il 24 agosto 2025 Microsoft festeggia i 30 anni di Windows 95, un sistema operativo che ha segnato una tappa fondamentale nell’evoluzione dei sistemi operativi della società di Redmond. A distanza di tre decenni, dire che si “amava Windows 95” è un po’ come confessare di avere nostalgia del T9 o del fax. Dietro alle finestre di Windows 95 c’è una storia fatta di genio, ingegneria, bug e tante, tantissime schermate blu.
Windows 95: la sua interfaccia grafica e l’offerta dei concorrenti
Nel 1995, mentre Windows 95 faceva la sua entrata in scena con il tasto Start e un’interfaccia rivoluzionaria (per chi non aveva mai visto un Mac), il resto del mondo informatico non era proprio fermo a guardare. Anzi, c’era una fiera competizione (e un po’ di spionaggio industriale) attorno all’idea stessa di come doveva apparire e funzionare un sistema operativo moderno.
Il Mac era già nel 1995 considerato sinonimo di “interfaccia grafica”. Apple System 7, uscito nel 1991, era stabile, godeva di multitasking cooperativo, menu a discesa, drag & drop, e una GUI che sembrava venuta dal futuro (almeno rispetto a Windows 3.1).
IBM collaborò inizialmente con Microsoft per creare OS/2, ma il matrimonio finì male. Nel 1995, IBM stava ancora spingendo su OS/2 Warp 3.0, che tecnicamente era superiore a Windows 95 grazie a un vero multitasking pre-emptive, supporto per file system HPFS (High Performance FS), interfaccia con drag & drop “intelligente” e gestione a oggetti.
Nel ’95 c’era ancora AmigaOS: aveva una GUI chiamata Workbench, multitasking pre-emptive, presentandosi come un sistema snello e veloce. Era apprezzatissimo di grafici, musicisti e nerd ma il fallimento di Commodore nel 1994 condannò Amiga a un lento declino. Con l’arrivo di Windows 95, AmigaOS era ormai praticamente fuori dai giochi.
E GNU/Linux? Linus Torvalds aveva ideato il kernel già nel 1991 ma l’interfaccia utente era ancora un sogno lontano: KDE sarebbe arrivato nel 1996, GNOME nel 1997. Nel frattempo c’erano tentativi come FVWM, TWM, o il rudimentale X11 con Motif.
Immagine tratta da Launch of Windows 95 (Microsoft).
Microsoft ha copiato da Apple?
È innegabile che l’interfaccia di Windows — fin dalle origini — fosse pesantemente ispirata al Macintosh. La società fondata da Bill Gates e Paul Allen aveva collaborato con Apple fin dai primi anni ’80: per dirne una, sviluppò Excel per Mac prima che esistesse per Windows.
Quando Steve Jobs presentò il primo Macintosh nel 1984, il computer sfruttava molte innovazioni sviluppate presso Xerox PARC (Palo Alto Research Center), in particolare l’interfaccia grafica con finestre, icone e mouse. Jobs e il suo team ebbero accesso a queste tecnologie dopo una visita nei laboratori di Xerox PARC: ne trassero ispirazione per sviluppare il Mac e il software.
Gates, da parte sua, riconobbe pubblicamente che sia Apple che Microsoft beneficiarono del lavoro svolto da Xerox PARC. Il co-fondatore di Microsoft spiegò come non si sia trattato di violazione dei diritti di proprietà intellettuale, ma di un’evoluzione naturale basata sulle innovazioni di Xerox, che avevano aperto la strada sia al Macintosh sia a Windows.
Walter Isaacson, nella biografia di Jobs, riporta un aneddoto in cui il fondatore della Mela accusò Gates di aver copiato il Macintosh, e Gates rispose con una battuta che è diventata celebre: “Beh, Steve, penso che sia più come se entrambi avessimo avuto questo ricco vicino di nome Xerox. Io sono entrato in casa sua per rubare il televisore, solo per scoprire che tu l’avevi già rubato“. Una metafora per sottolineare come entrambe le aziende si fossero ispirate alle innovazioni di Xerox PARC, piuttosto che porre in essere una semplice copia diretta l’una dall’altra.
Le vere innovazioni di Windows 95 (quelle che oggi diamo per scontate)
Dietro all’estetica grigia e a quelle finestre con bordi netti e squadrati, Windows 95 portò cambiamenti radicali che hanno contribuito a plasmare l’informatica moderna.
- Il menu Start. Un colpo di genio. Non è solo un bottone: è il simbolo stesso del “cominciare”. Letteralmente. Non a caso è diventato il centro nevralgico di tutto il sistema, tanto che ogni tentativo di rimuoverlo (ciao Windows 8!…) ha scatenato rivolte digitali.
- Multitasking (ma non troppo). Windows 95 era multitasking, certo, ma solo se i processi erano disposti a collaborare come compagni universitari: se uno decideva di bloccarsi, l’altro lo aspettava con pazienza. Un concetto carino, ma alla lunga un po’… frustrante.
- Plug and Play. L’idea era semplice: colleghi una stampante e… puff! Funziona. In pratica, il più delle volte, Windows faceva partire una lotteria di IRQ (Interrupt request) e conflitti hardware degni di un romanzo di Kafka. Ma quando funzionava davvero, sembrava magia nera.
- Esplora risorse. Con Windows 95 si disse addio al “File Manager” statico e spartano, per un’interfaccia più visuale, con icone colorate e cartelle facili da riconoscere. Navigare tra le varie unità, spesso tra C: e i floppy disk, non era mai stato così… (quasi) divertente.
La user experience: sospesi tra gloria e follia
Non dimentichiamolo: Windows 95 crashava spesso. Ogni installazione di driver era una scommessa con la morte digitale; ogni aggiornamento era un atto di fede. Ma proprio questo contribuiva a cementare il rapporto con l’utente: Windows 95 ti costringeva a imparare, a capire perché qualcosa non funzionava, spesso ad intervenire sul file autoexec.bat
. Chi se lo ricorda?
Era un sistema operativo che faceva sudare, sì, ma anche crescere. Quel senso di trionfo dopo aver installato correttamente una Sound Blaster 16 valeva quanto una laurea in ingegneria informatica.
Ai tempi non c’era Google a dirci cosa fare, a presentarci la soluzione su un piatto d’argento. Figurarsi ChatGPT e così. Il sistema operativo era pieno zeppo di file .bat e .ini con MS-DOS che sbucava da sotto la superficie.
Il simbolo del cambiamento in atto: addio ambienti operativi
Tecnicamente, Windows 95 era un sistema operativo a 32 bit… ma non era completamente autonomo da MS-DOS. Era un ibrido tra l’anima a 16 bit del passato (MS-DOS + Windows 3.1) e il futuro dei 32 bit.
Soprattutto, però, con Windows 95 iniziò una decisa rottura con il passato. Windows 3.1 era ancora un ambiente operativo: era soltanto un’interfaccia grafica posta al di sopra di MS-DOS. Con Windows 95, invece, MS-DOS faceva ancora parte del boot ma una volta avviato, Windows 95 caricava un proprio kernel ibrido (parzialmente a 32 bit), con un nuovo sottosistema di multitasking pre-emptive, gestione avanzata della memoria e delle periferiche.
Windows 95 non eliminava completamente MS-DOS: lo inglobava. Era ancora possibile avviare programmi DOS in modalità real mode o virtual DOS machine, ed era compatibile con una marea di software legacy. Si potevano ancora modificare AUTOEXEC.BAT
e CONFIG.SYS
; esisteva la modalità DOS pura (riavvio in modalità MS-DOS), utile per vecchi giochi, driver problematici o per flashare il BIOS.
A differenza di Windows 95/98/ME (i cosiddetti “Windows 9x”), i sistemi Windows NT (New Technology) sono nati fin da subito indipendenti da MS-DOS. Niente AUTOEXEC.BAT
, niente COMMAND.COM
, niente stregoneria con il HIMEM.SYS
. È la famiglia per il mercato business che Microsoft ha sviluppato parallelamente e che ha costituito la base per tutti i sistemi operativi più moderni, usati anche in ambito consumer (da Windows 2000 e Windows XP in avanti). In un altro articolo raccontiamo qual è il miglior sistema Windows di tutti i tempi.
Windows 95 OSR2, come avrebbe dovuto essere Windows 95 fin dall’inizio
Mentre Windows 95 originale (versione 4.00.950) uscì nell’agosto del 1995 tra fanfare, spot con i Rolling Stones (il jingle di avvio realizzato da Brian Eno è da poco diventato parte dell’Archivio del Congresso USA) e file system FAT16, Windows 95 OSR2 (OEM Service Release 2), rilasciato “sotto banco” a partire da fine 1996, fu una versione migliorata e potenziata, distribuita ai produttori di PC (OEM) e non venduta al dettaglio.
La novità più clamorosa di OSR2 fu l’introduzione del file system FAT32, che:
- Permetteva partizioni superiori a 2 GB (il limite di FAT16).
- Usava cluster più piccoli, quindi con meno spazio sprecato sui dischi.
- Era più efficiente e meno incline alla frammentazione.
- Per chi stava installando hard disk da 4 o addirittura 8 GB (wow!), FAT32 era manna dal cielo. Finalmente potevi avere una sola partizione C: invece di fare acrobazie con D:, E:, F:, etc.
Windows 95 OSR2 includeva driver aggiornati per supportare hard disk più capienti, periferiche USB (anche se il supporto era assolutamente rudimentale) e controller PCI con chip più nuovi e bus più veloci.
Per quanto riguarda USB, non c’era un hub di gestione come oggi; funzionava solo con pochi dispositivi (e spesso male); richiedeva patch e aggiornamenti manuali. Fu solo un assaggio del vero supporto USB che sarebbe arrivato poi con Windows 98, seppur con tante schermate blu. Anche nel corso della presentazione del sistema operativo dinanzi a Bill Gates. Ed è proprio dopo quella “figuraccia” che Microsoft introdusse il suo carrello della morte USB.
Come ci collegavamo a Internet con Windows 95?
Con Windows 3.1 (e prima ancora), collegarsi a Internet era una cosa da “iniziati”. Si doveva ad esempio installare manualmente Trumpet Winsock, uno stack TCP/IP a 16 bit sviluppato da Peter Tattam, che permetteva al sistema di scambiare dati sulla rete.
Ma era un sistema tutt’altro che Plug & Play: configurare Trumpet voleva dire inserire a mano gli indirizzi IP, gateway, DNS e incrociare le dita affinché il modem 14.400 bps decidesse di collaborare.
Poi arrivò Windows 95… e fece qualcosa di rivoluzionario: incluse nativamente lo stack TCP/IP, insieme con il Dial-Up Networking. Quest’ultima era una funzionalità integrata che permetteva di configurare connessioni telefoniche tramite modem. Dopo le BBS (Bulletin board system), da lì in avanti iniziarono le spese telefoniche folli. Grazie anche a Netscape Navigator e Internet Explorer, predecessore di Edge, che fece il suo debutto proprio con Windows 95.
Come usare o tornare ad usare Windows 95 dopo 30 anni
Uno dei migliori modi per provare Windows 95, consiste nell’installare l’app sviluppata da un programmatore indipendente e disponibile per tutti i principali sistemi operativi (Windows, macOS, Linux) e piattaforme (x86/ARM).
I più impavidi possono provare ad eseguire Windows 95 all’interno di una macchina virtuale Virtualbox. Noi l’abbiamo fatto ma è importante tenersi pronti a installare manualmente alcuni driver, risolvendo vari problemi in fase d’installazione.
Innanzi tutto, è necessario disattivare tutte le forme di virtualizzazione hardware lato Virtualbox quindi effettuare il boot da un supporto di avvio MS-DOS (configurato come Dispositivo IDE secondario 0) per poi avviare il file setup.exe
contenuto nel supporto d’installazione di Windows 95. Questo file, per inciso, permette di risolvere il messaggio “Durante l’inizializzazione della periferica IOS, errore di protezione di Windows” al boot; questo di aumentare la risoluzione video.