Perché iPhone non sarà mai costruito negli Stati Uniti

L’idea di riportare la produzione dell’iPhone negli Stati Uniti è un sogno ricorrente, sostenuto da presidenti di ogni schieramento. Barack... L'articolo Perché iPhone non sarà mai costruito negli Stati Uniti proviene da Batista70.

Mag 3, 2025 - 09:19
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Perché iPhone non sarà mai costruito negli Stati Uniti

L’idea di riportare la produzione dell’iPhone negli Stati Uniti è un sogno ricorrente, sostenuto da presidenti di ogni schieramento. Barack Obama nel 2011 chiese a Steve Jobs cosa servisse per far tornare in patria la produzione dei dispositivi Apple. La risposta fu secca: “Quei lavori non torneranno mai”. Oggi, con il dibattito riacceso da dazi e tensioni commerciali, la realtà resta la stessa: “Made in USA” non è realistico per la maggior parte dei prodotti Apple.

Una flessibilità irraggiungibile per gli impianti statunitensi

Il New York Times riportò una testimonianza che ben spiega perché la Cina resta insostituibile per Apple. Dopo una modifica al design dell’iPhone, un impianto cinese fu in grado di svegliare 8.000 operai nei dormitori, offrire loro tè e biscotti e farli iniziare un turno da 12 ore in soli 30 minuti. Dopo quattro giorni, la produzione superava le 10.000 unità al giorno. Nessuna fabbrica americana è in grado di replicare questo livello di reattività e organizzazione.

I limiti del mercato del lavoro USA

Un sondaggio del Cato Institute e YouGov del 2024 mostra che, sebbene l’80% degli americani ritenga positivo aumentare i posti nelle catene di montaggio, solo il 25% accetterebbe un lavoro del genere. Si tratta infatti di mansioni faticose, ripetitive e poco pagate, spesso prive di reali benefit.

Componentistica e catena di fornitura: l’altra metà del problema

Secondo Molson Hart, fondatore di Viahart, l’ostacolo più grande non è solo il costo del lavoro. Gli Stati Uniti non hanno una catena di fornitura in grado di supportare la produzione dell’iPhone. Apple può assemblare il prodotto, ma dipende da decine di fornitori esterni per ogni singolo componente, molti dei quali operano in Asia. Ad esempio, TSMC produce i chip di Apple, ed è attualmente imbattibile nella qualità e nella resa produttiva.

Una forza lavoro diversa

Hart sottolinea differenze drastiche tra gli operai cinesi e quelli americani, pur con toni provocatori. Secondo lui, i lavoratori cinesi sono più disciplinati, costanti e in forma, mentre negli USA la produttività sarebbe minata da problemi di assenteismo, abuso di sostanze e burocrazia salariale. Anche per questo motivo, la continuità operativa necessaria per produrre milioni di iPhone è irraggiungibile in America.

I dazi non bastano

Contrariamente a chi sostiene che i dazi di Trump siano troppo severi, Hart afferma che non sono sufficienti. Con un dazio del 54%, Apple pagherebbe un iPhone importato dalla Cina 154 dollari invece dei soliti 100. Ma se volesse produrlo in America, i costi sarebbero ancora più alti.

Esempio semplificato:

  • Costo in Cina con dazio 54%: 154$
  • Prezzo finale al pubblico: 616$

Costruirlo in USA supererebbe anche i 154$ di costo base, rendendo la scelta cinese ancora preferibile per Apple e per i consumatori.

Conclusione

Il desiderio di costruire iPhone in America è romantico, ma lontano dalla realtà industriale. Senza un radicale cambiamento nella cultura del lavoro, nelle infrastrutture e nella supply chain, i telefoni Apple continueranno a essere disegnati in California e assemblati in Cina. E non per ideologia, ma per pura logica economica e operativa.

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