“Sell in May and go away”: il proverbio si applica anche a Bitcoin?

Con l’avvicinarsi di maggio, alcuni analisti di Bitcoin invitano alla cautela, richiamando la vecchia massima “Sell in May and go away”.

Mag 3, 2025 - 09:22
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“Sell in May and go away”: il proverbio si applica anche a Bitcoin?
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Negli ultimi giorni, Bitcoin ha registrato un breakout significativo, alimentando l’ottimismo tra i trader e spingendo le aspettative verso un possibile raggiungimento della soglia psicologica dei $100.000. Tuttavia, con l’avvicinarsi del mese di maggio, alcuni analisti invitano alla cautela, richiamando una vecchia massima dei mercati finanziari: “Sell in May and go away”.

Questa espressione, nata nei primi anni della Borsa di Londra, suggerisce di vendere le proprie posizioni a maggio per poi rientrare sui mercati in autunno, a causa della tendenza storica a performance più deboli durante i mesi estivi. Sebbene originariamente riferita ai mercati azionari tradizionali, questa stagionalità sembra estendersi anche al mondo delle criptovalute, Bitcoin incluso.

Il significato dietro “Sell in May and go away”: stop alla corsa ai $100.000 di Bitcoin?

Il detto “Sell in May and go away” si basa su dati storici che mostrano come i mercati azionari statunitensi tendano a registrare rendimenti inferiori tra maggio e ottobre rispetto al periodo novembre-aprile. Le cause sono molteplici: volumi di scambio più bassi, minore attività istituzionale e una generale riduzione della volatilità.

Secondo Jeff Mei, COO di BTSE, “storicamente, i prossimi mesi sono stati deboli per i mercati finanziari, con molti investitori che seguono il proverbio”. Tuttavia, Mei sottolinea anche che quest’anno potrebbe rappresentare un’eccezione, considerando che Bitcoin ha già toccato i $97.000 e che alcune azioni legate alla crescita stanno mostrando segnali di ripresa. Nonostante ciò, i recenti dati sul PIL statunitense indicano un possibile rischio di recessione, che potrebbe essere mitigato da eventuali tagli dei tassi d’interesse.

Bitcoin e la stagionalità: cosa dicono i dati

Anche il mercato delle criptovalute sembra risentire di queste dinamiche stagionali. Secondo i dati di CoinGlass, Bitcoin ha spesso mostrato performance deboli o negative nel mese di maggio negli ultimi anni:

  • Nel 2021, BTC ha perso il 35%, segnando uno dei mesi peggiori dell’anno.
  • Nel 2022, il calo è stato del 15%, complice il collasso dell’ecosistema Luna.
  • Nel 2023, il mese è stato piatto o leggermente positivo, con una volatilità contenuta.

Ci sono state eccezioni: nel maggio 2019, Bitcoin è salito del 52%, una delle migliori performance post-2018. Tuttavia, i mesi di maggio negativi sono spesso seguiti da ulteriori cali a giugno: negli ultimi cinque anni, quattro mesi di giugno su cinque si sono chiusi in rosso.

Questi dati non garantiscono un andamento futuro, ma suggeriscono che il mercato delle criptovalute stia diventando sempre più sensibile ai cicli macroeconomici e alla stagionalità, proprio come i mercati azionari tradizionali.

Altcoin e meme coin: maggiore vulnerabilità

Oltre a Bitcoin, anche le altcoin — in particolare le meme coin — potrebbero essere esposte a correzioni nei prossimi mesi. Dopo un primo trimestre caratterizzato da rally euforici, spesso alimentati da flussi speculativi, l’attenzione degli investitori potrebbe spostarsi verso asset più stabili, lasciando spazio a ritracciamenti significativi.

Secondo Vugar Usi Zade, COO dell’exchange Bitget, “dal 1950, l’S&P 500 ha registrato un guadagno medio di appena l’1,8% da maggio a ottobre, con rendimenti positivi solo nel 65% dei casi”. Questo dato, sebbene riferito al mercato azionario, è utile per comprendere come la stagionalità possa influenzare anche il sentiment degli investitori in criptovalute.

Performance trimestrali: un quadro più ampio

Analizzando le performance trimestrali di Bitcoin negli ultimi 12 anni, emergono ulteriori spunti interessanti:

  • Il secondo trimestre (aprile-giugno) ha registrato un rendimento medio del 26%, ma con una mediana del solo 7,5%, segno di una forte volatilità guidata da eventi eccezionali.
  • Nel terzo trimestre (luglio-settembre), la media scende al 6%, con una mediana leggermente negativa, suggerendo una fase di consolidamento o stanchezza post-rally.

Zade sottolinea che il **quarto trimestre (ottobre-dicembre)** rappresenta storicamente il periodo più forte per Bitcoin, con un rendimento medio dell’85,4% e una mediana del 52,3%. Questo rafforza l’idea che maggio possa segnare l’inizio di una fase di debolezza temporanea, prima di una possibile ripresa autunnale.

Psicologia di mercato e profezie che si autoavverano

Anche se il calendario di Wall Street non detta le regole del mercato crypto, la psicologia degli investitori gioca un ruolo cruciale. Se abbastanza operatori iniziano a credere nella validità del “Sell in May”, questo comportamento potrebbe diventare una profezia che si autoavvera, amplificando le vendite e accentuando la volatilità.

Inoltre, se i segnali tecnici iniziano a deteriorarsi e il sentiment si inverte, il proverbio potrebbe acquisire ancora più forza, spingendo ulteriori vendite e consolidamenti.

Uno scenario incerto, ma non privo di opportunità

In sintesi, mentre l’entusiasmo per un Bitcoin a **$100.000** continua a crescere, i dati storici e la stagionalità suggeriscono di mantenere un approccio prudente. Il proverbio “Sell in May and go away”, pur essendo nato in un contesto completamente diverso, sembra trovare eco anche nel mondo delle criptovalute.

Con l’aumento della partecipazione istituzionale e l’integrazione dei mercati crypto nei cicli macroeconomici globali, Bitcoin e le altre criptovalute non sono più immuni dalle dinamiche stagionali. Per gli investitori, ciò significa monitorare attentamente i dati, evitare l’euforia e considerare strategie di gestione del rischio più sofisticate nei mesi a venire.