MiCA Crypto Alliance: “Europa, serve chiarezza sui regolamenti. Il mercato crypto non può aspettare 18 mesi”

Durante la MiCA Crypto Alliance, alcuni esperti hanno sollevato questioni critiche sull’applicazione concreta del regolamento.

Apr 14, 2025 - 14:22
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MiCA Crypto Alliance: “Europa, serve chiarezza sui regolamenti. Il mercato crypto non può aspettare 18 mesi”
mica crypto alliance

Durante la recente conferenza stampa della MiCA Crypto Alliance, alcuni tra i principali esperti del settore crypto europeo hanno sollevato questioni critiche sull’applicazione concreta del regolamento MiCA (Markets in Crypto-Assets). Al centro del dibattito: l’incoerenza tra le autorità nazionali competenti (NCAs), l’assenza di standard condivisi e la necessità di un dialogo più trasparente con i regolatori.

Tra gli speaker dell’incontro:

  • Isadora Arredondo, Global Policy Director, Hedera
  • Alireza Siadat, Head of Blockchain & DLT, Deloitte
  • Emilie Moritz, CEO, Safello
  • Alexandra Lloyd, Risk & Compliance Manager, YouHodler
  • Moderatore dell’incontro: Magnus Jones, Board Member, Nordic Blockchain Association

MiCA: un passo storico, ma l’attuazione è frammentata

I relatori hanno unanimemente riconosciuto il valore del regolamento MiCA (MiCAR) come svolta storica per il settore crypto in Europa. Tuttavia, l’implementazione pratica sta creando gravi disallineamenti tra i Paesi membri.

“Non è accettabile che dopo otto mesi di dialogo con un’autorità nazionale venga rifiutata un’applicazione senza un confronto chiaro. È successo in Germania, e non è un caso isolato,” 

ha evidenziato Alireza Siadat, facendo riferimento a un caso reale seguito dal suo team.

In paesi come Lituania e Lettonia, le risposte alle richieste di licenza arrivano entro 5-6 mesi. In Italia o Lussemburgo, invece, i regolatori tendono a usare l’intero periodo disponibile di 18 mesi, lasciando le imprese in stallo operativo e prive del passaporto europeo necessario per offrire servizi transfrontalieri.

La richiesta dell’industria: dialogo reale con le autorità

Secondo Alexandra Lloyd, il nodo centrale è l’assenza di confronto diretto:

“Spesso i regolatori provengono da settori come il gioco d’azzardo o la finanza tradizionale, e non conoscono davvero la tecnologia blockchain. Stanno decidendo senza precedenti, né basi tecniche solide.”

La mancanza di standard tecnici condivisi è vista come un ulteriore ostacolo: ogni Paese applica criteri diversi su temi come ESG, geolocalizzazione o identificazione remota. 

“Abbiamo bisogno di definizioni comuni: cosa si intende per emissioni Scope 3? Per tecnologie ‘adeguate’? Nessuno vuole essere il primo a decidere, ma questo blocca l’intero ecosistema,” 

ha aggiunto Lloyd.

Regolamentazione e innovazione: serve equilibrio

La CEO di Safello, Emilie Moritz, ha raccontato il lungo percorso che ha portato la sua azienda svedese a trasformarsi da realtà domestica a istituzione finanziaria regolamentata. 

“È stato un processo impegnativo ma necessario. Le richieste sono alte, come è giusto che sia, ma bisogna anche garantire sostenibilità e fattibilità economica alle aziende.”

Moritz ha inoltre sottolineato come MiCA rappresenti un’opportunità strategica per l’Europa: 

“Siamo in un momento favorevole, con entusiasmo e crescita reale nel settore. Ma serve un ecosistema che sostenga questa energia, non che la soffochi.”

Verso MiCA 2.0 o standard condivisi?

Nel dibattito finale, Isadora Arredondo (Hedera) ha posto l’accento sull’importanza di comprendere l’intento originale del regolamento MiCA

“È nato per proteggere i consumatori e dare legittimità al settore, ma oggi serve uno sforzo congiunto per renderlo efficace. Coordinamento tra Stati membri e dialogo con le aziende sono essenziali.”

Arredondo ha proposto un approccio pragmatico: invece di un MiCA 2.0, lavorare per implementare standard tecnici e interpretazioni comuni in tutta Europa. “È fondamentale per evitare arbitraggio normativo e perdita di competitività globale.”

Conclusione: senza collaborazione non c’è innovazione

La conferenza si è chiusa con un messaggio forte e condiviso da tutti i presenti: serve cooperazione tra industria e regolatori. Non bastano consultazioni formali: servono incontri, workshop, eventi in cui confrontarsi in modo aperto e continuo.

“Solo così potremo garantire tutela per i consumatori, certezza per gli operatori e attrattività per l’Europa. Il mercato è pronto, ma ha bisogno di regole chiare,” 

ha concluso Magnus Jones, moderatore dell’evento.