Piccola inversione di tendenza per gli ETF su Bitcoin

In realtà però si tratta solo di una paura temporanea per ciò che dirà oggi il presidente della Fed.

Mag 7, 2025 - 09:44
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Piccola inversione di tendenza per gli ETF su Bitcoin
etf bitcoin spot

Ieri, gli ETF su Bitcoin spot hanno fatto registrare complessivamente deflussi netti per circa 85 milioni di dollari. 

Si tratta di una piccola inversione di tendenza, dato che le tre sessioni precedenti avevano fatto registrare afflussi giornalieri di parecchie centinaia di milioni di dollari. 

Qualcosa del genere però era già accaduto il 30 di aprile, quindi non è da considerare un segnale preoccupante. Tuttavia dato che oggi parlerà Powell, un po’ di paura c’è. 

La cavalcata degli ETF su Bitcoin

A partire dalla metà di aprile è stata inanellata una lunga serie di sessioni di borsa con afflussi complessivi netti sugli ETF su BTC spot negli USA. 

Il picco giornaliero di questo periodo si è toccato il 22 aprile, sopra i 900 milioni, quando il prezzo di Bitcoin si è schiodato dagli 85.000$ ed ha iniziato a dirigersi verso i 90.000$. 

Da notare che da allora non poi è più sceso sotto i 90.000$.

Negli ultimi venti giorni si sono verificate solo due sessioni negative con deflussi netti complessivi, entrambi però inferiori ai 100 milioni di dollari giornalieri, mentre tutte le altre sessioni si sono chiuse con afflussi complessivi netti giornalieri superiori ai 100 milioni. 

Anzi, escludendo i 173 milioni del 29 aprile, tutte le altre sessioni si sono chiuse con più di 300 milioni di dollari di afflussi giornalieri, ed escludendo anche il 21 aprile, tutte le altre hanno superato i 400 milioni. 

Si è trattata pertanto di una sorta di cavalcata trionfale, anche e soprattutto dovuta al fatto che si è diffusa l’idea che il bottom relativo di questo periodo sia ormai stato superato. 

Le paure di ieri scatenano i deflussi dagli ETF su Bitcoin

Sebbene il singolo dato di ieri non sia sufficiente per affermare che sia iniziato un nuovo trend ribassista, è però sintomo evidente che un po’ di paura c’è. 

Questa paura si è riflessa anche sul prezzo di Bitcoin, sceso nei giorni scorsi da 98.000$ a meno di 94.000$, ma questa notte è già ritornato sopra i 96.000$.

Tali paure sono legate a ciò che potrebbe dire oggi la Fed, mentre il rimbalzo di questa notte è stato molto probabilmente innescato dall’indiscrezione secondo la quale potrebbero iniziare a breve colloqui politici tra il governo statunitense e quello cinese in merito a possibili accordi commerciali per superare la situazione di stallo attuale causata dai dazi. 

Ciò non toglie che oggi la Fed potrebbe smuovere i mercati. 

Il problema della Fed

Oggi quasi sicuramente la Fed annuncerà di non aver tagliato i tassi di interesse. 

Questa ipotesi è già stata ampiamente prezzata dai mercati, che però sono ancora molto incerti in particolare sull’evoluzione futura. 

Il punto chiave è sempre la politica monetaria della banca centrale, ed in particolare il possibile percorso futuro dei tagli dei tassi. 

In questo momento i mercati stanno prezzando che anche a giugno la Fed non taglierà i tassi, e che entro la fine dell’anno ci saranno solamente tre tagli di 25 punti base. 

Se però dalle parole di Powell, e dai cosiddetti dot plot della Fed, dovesse emergere una strategia differente, i mercati potrebbero reagire all’istante con un riposizionamento ampio e rapido. 

Il problema è che l’inflazione negli USA da qualche mese a questa parte non sta più scendendo in modo significativo, ed a ciò si aggiunge il fatto che i dazi introdotti da Trump finiranno per aumentare i prezzi. 

In un quadro così incerto la Fed potrebbe non avere sufficienti informazioni per progettare ulteriori tagli dei tassi, decidendo quindi ad esempio di sospendere il percorso dei tagli fino a che non avrà chiare informazioni positive a riguardo. 

Uno degli scenari peggiori che si ritiene possibile è quello di un aumento dell’inflazione nei prossimi mesi, cosa che potrebbe persino costringere la Fed paradossalmente a riaumentare i tassi. Tuttavia i mercati sembrano più propensi a credere probabile lo scenario migliore, ovvero quello che Trump alla fine rimuova i dazi nel giro di un paio di mesi. 

La forza di Bitcoin

In un contesto tale, la calvalcata trionfale degli ETF su Bitcoin spicca ancora di più. 

Dietro questo fenomeno c’è sicuramente il fatto che i mercati sembrano proprio voler scommettere su una marcia indietro di Trump sui dazi nei prossimi mesi, e quindi anche sulla ripresa del percorso dei tagli ai tassi di interesse da parte della Fed. 

Ma è possibile che stiano anche scommettendo su un altro fattore: l’ulteriore indebolimento del dollaro. 

Non bisogna dimenticarci che sul medio/lungo periodo l’andamento del prezzo di Bitcoin è inversamente correlato a quello del Dollar Index (DXY). 

Il fatto è che la bilancia commerciale degli USA con l’estero è ai minimi storici di sempre. Trump vuole ridurre in modo significativo il deficit commerciale, e ciò si può fare o riducendo le importazioni o aumentando le esportazioni. 

Con un dollaro forte è inevitabile che le importazioni crescano, e le esportazioni diminuiscano, ed il dollaro ormai è da più di 15 anni che si rafforza. 

Per limitare le importazioni Trump ha introdotto i dazi, ma questa soluzione non solo produce anche forti conseguenze negative, ma in realtà per ora non sta nemmeno funzionando. Era però l’unico modo per intervenire subito sul problema. 

Invece sarebbe molto meglio favorire le esportazioni, e per questo serve un dollaro decisamente più debole di quanto sia ora. 

Se Trump riuscirà a far indebolire molto il dollaro questo problema rientrerà, ed allo stesso tempo l’andamento del prezzo di Bitcoin potrebbe trarne notevole giovamento. 

Va ricordato che da quando è entrato in carica a gennaio, Trump ha già indotto il Dollar Index a scendere da circa 110 punti a meno di 100, e potrebbe avere in mente di portarlo non solo ai minimi degli ultimi anni (95 punti) ma forse anche ben al di sotto di quest’ultima soglia.