SMIC, periodo incerto per via dei dazi ma si continua a investire forte
La società pianifica di spendere l'equivalente di 7 miliardi di dollari per espandersi quest'anno.
In occasione dell’ultimo rapporto fiscale agli azionisti, SMIC, la fonderia più grossa e importante della Cina continentale (precisiamo "continentale" perché chiaramente c’è la controversia relativa alla proprietà del territorio di Taiwan, sede di TSMC) ha riferito che sta passando un periodo piuttosto complicato, per via dei dazi imposti dagli Stati Uniti, ma che intende comunque investire somme ingenti nel futuro prossimo per incrementare la propria capacità produttiva.
Concretamente la cifra in ballo equivale a circa 7 miliardi di dollari, più o meno la stessa investita nei due anni fiscali precedenti (per la precisione 7,3 miliardi nel 2024 e 7,4 nel 2023), ma un bel po’ in più rispetto a tre anni fa (6,3 miliardi). Come sappiamo, le sanzioni americane hanno impedito l’accesso alle fonderie internazionali più prestigiose, come Samsung e appunto TSMC, a Huawei, uno dei più grossi clienti di tutto il mercato cinese, di conseguenza il ruolo di SMIC è diventato molto più centrale e importante per l’economia dei semiconduttori del Paese.
La sfida è, naturalmente, riuscire a raggiungere le rivali internazionali, senza fare ricorso a tecnologie statunitensi. Per ora il gruppo è ancora piuttosto indietro: classe 7 nm, contro i 3 “andando per i 2” attuali di Intel, TSMC e Samsung. SMIC si trova quindi in una posizione scomoda: deve investire sia per incrementare la propria capacità produttiva, sia in ricerca e sviluppo per modernizzare i propri processi. In base a quanto dichiarato in passato, comunque, la fonderia cinese, anche grazie all'interesse di Huawei, sembra in procinto di presentare un nodo a 5 nm, e sta cominciando a lavorare a quello a 3 nm.