Stop alla piattaforma di deepfake porn più popolare
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Mr. Deepfakes, la piattaforma più famosa al mondo per la creazione e la condivisione di deepfake pornografici non consensuali, ha chiuso i battenti in modo permanente nel fine settimana. La notizia è stata riportata da 404 Media.
Una rete tossica smantellata
La piattaforma ospitava oltre 43.000 video, generati da circa 4.000 creatori, per un totale di 1,5 miliardi di visualizzazioni. Molti utenti erano disposti a pagare anche 1.500 dollari per ottenere video personalizzati con volti di celebrità e vittime ignare, usando tecniche avanzate di sostituzione facciale.
Ora tutto è sparito. Il sito ha annunciato che “un provider di servizi critico” ha interrotto l’attività. I forum sono stati chiusi e tutti i contenuti rimossi.
Cause della chiusura
La chiusura coincide con l’approvazione del Take It Down Act da parte del Congresso USA, una legge che criminalizza la creazione e distribuzione di immagini intime non consensuali, anche se sintetiche. Secondo la normativa, i siti devono rimuovere questi contenuti entro 48 ore dalla segnalazione, pena sanzioni da parte della Federal Trade Commission.
Mr. Deepfakes aveva già bloccato l’accesso dal Regno Unito nel 2023, quando anche lì si annunciava una legge simile.
Il ruolo di Google e dei cloud provider
Sebbene non sia stato confermato ufficialmente, alcuni ricercatori ipotizzano che Google possa aver revocato l’accesso gratuito ai GPU cloud su Colab, fondamentali per il funzionamento della piattaforma. Senza questi strumenti, la produzione di deepfake diventa molto più complessa.
Il creatore: un tecnico ospedaliero di Toronto
Secondo le indagini, il fondatore anonimo noto come Mr. Deepfakes sarebbe un 36enne canadese che lavora in ambito sanitario. È lui ad aver creato DeepFaceLab, il software alla base del 95% dei deepfake porn in circolazione. Il progetto è stato replicato oltre 8.000 volte su GitHub.
Una chiusura che non ferma il fenomeno
Anche se la piattaforma è scomparsa, il problema dei deepfake sessuali illegali non è risolto. Il codice di DeepFaceLab è ancora disponibile su GitHub, e comunità di utenti attivi si sono già spostate su Telegram, dove lo scambio di contenuti simili è ancora diffuso.
Secondo Hany Farid, esperto di immagini digitali manipolate all’Università di Berkeley, “questa è solo una delle tante piattaforme. È un buon inizio, ma non bisogna fermarsi qui”.
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