Arch Linux: cosa cambia con lo script di installazione semi-automatica
Arch Linux è una delle distribuzioni più amate grazie alla sua filosofia KISS e al modello rolling release. Lo script archinstall semplifica il processo d’installazione permettendo configurazioni semi-automatiche, ma lascia comunque spazio alla personalizzazione.

Una delle distribuzioni più apprezzate in assoluto è Arch Linux. È così popolare, innanzi tutto, per la sua filosofia minimalista e poiché applica il principio “Keep It Simple, Stupid” (KISS). L’idea è quella di aiutare gli utenti finali a costruire un sistema completamente personalizzato, senza software superfluo. La distribuzione è sempre aggiornata grazie al modello rolling release, garantendo accesso immediato alle ultime versioni del software senza necessità di nuove installazioni.
Inoltre, Arch Linux offre potenti strumenti come il package manager Pacman e l’Arch User Repository (AUR), che facilitano la gestione dei pacchetti e l’accesso a una vasta gamma di software. La sua documentazione dettagliata e la community attiva rendono Arch Linux ideale per utenti e professionisti che desiderano godere del massimo controllo sui propri sistemi.
Archinstall: come funziona lo script per l’installazione di Arch Linux
Ormai da 4 anni, nel momento in cui scriviamo questo articolo, Arch Linux integra uno script per l’installazione semi-automatica del sistema operativo. Si chiama archinstall ed è presentato come un’alternativa all’installazione manuale.
Archinstall guida l’utente attraverso un processo interattivo, chiedendo informazioni essenziali come layout della tastiera, lingua, partizionamento del disco, ambiente desktop e pacchetti da installare. L’approccio riduce significativamente il tempo necessario per completare l’installazione rispetto al metodo manuale.
Lo script supporta inoltre dei profili predefiniti per configurazioni comuni, come desktop environment (KDE, GNOME,…) o server web/database. È anche possibile utilizzare file JSON per automatizzare completamente l’installazione attingendo alle specifiche impostazioni che si vogliono applicare.
Perché molti utenti preferiscono la configurazione manuale?
Nonostante i vantaggi di Archinstall in termini di velocità e facilità d’uso, molti utenti avanzati continuano a preferire la configurazione manuale. Le motivazioni sono molteplici.
Innanzi tutto, l’installazione e la configurazione manuale offrono una comprensione profonda del funzionamento interno di Arch Linux, che è uno degli obiettivi principali per cui molti scelgono questa distribuzione. LaDa libertà offerta dalla configurazione manuale è insuperabile per chi desidera un sistema altamente personalizzato.
Alcuni utenti vedono l’automazione, quindi l’utilizzo dello script archinstall, come una deviazione dalla filosofia KISS citata in apertura. Infine, molti preferiscono evitare a prescindere strumenti automatizzati che potrebbero introdurre errori o limitazioni nelle configurazioni più complesse.
Uno script che cambia con il rilascio delle nuove versioni di Arch Linux
È importante evidenziare che lo script archinstall per l’installazione di Arch Linux non rimane mai uguale nel corso del tempo. Una nuova versione della distribuzione è infatti rilasciata a cadenza mensile, ogni primo giorno del mese.
La release di Arch Linux rilasciata il 1° aprile 2025, ad esempio, contiene uno script archinstall che a sua volta introduce una modifica significativa nella modalità di aggiunta di pacchetti extra durante il processo di installazione.
Invece del campo di testo per la ricerca dei pacchetti da installare, le ultime versioni di archinstall presentano all’utente un elenco di pacchetti selezionabili. È comunque possibile accedere alla vecchi casella di ricerca semplicemente premendo il tasto /.
Prepararsi all’installazione di Arch Linux
Dopo aver avviato il sistema dal supporto live di Arch Linux (l’immagine ISO, scrivibile su una chiavetta USB con Rufus), la distribuzione accoglie l’utente con una laconica interfaccia a riga di comando.
Come primo passo, è importante attivare il supporto per la tastiera italiana digitando loadkeys it
quindi verificando la funzionalità della connessione di rete. Allo scopo, si può inserire il comando ping -c 3 8.8.8.8
.
Se si riceve risposta, con ogni probabilità di sta usando un sistema collegato al router via cavo Ethernet oppure una macchina virtuale. Se si avesse la necessità di configurare la connessione WiFi, è necessario usare il comando iwctl
, introducendo poi device list
per vedere le interfacce di rete disponibili. Il comando station wlan0 scan
(sostituire il nome corretto dell’interfaccia wireless) consente di scansionare le reti WiFi disponibili (station wlan0 get-networks
per visualizzarle). Per stabilire una connessione: station wlan0 connect "NomeDellaReteWiFi"
Avvio dell’installazione con archinstall
Digitando semplicemente archinstall
nella riga di comando e premendo Invio, si avvia lo script per l’installazione e la configurazione semi-automatica di Arch Linux.
Spostandosi con i tasti freccia e usando Invio per confermare una scelta, si può dapprima selezionare la lingua preferita per archinstall, il layout della tastiera, la lingua del sistema operativo e la codifica. Dopo aver applicato una selezione, si deve scegliere Indietro per tornare al menu principale dello script.
Il tasto della barra spaziatrice permette di apporre una “X” su una casella di scelta mentre ESC
dà modo di annullare la modifica e tornare al menu precedente.
Nella sezione Mirrors and repositories si può scegliere Italy in modo tale da scaricare i pacchetti da server fisicamente situati vicino alla propria posizione geografica.
Il partizionamento del disco e la sua configurazione tramite archinstall rappresentano una delle fasi cruciali nell’installazione di Arch Linux. È possibile scegliere tra un’installazione automatizzata o manuale.
Per una configurazione automatica, si può selezionare l’opzione Partizionamento in corso, Utilizza un layout di partizione predefinito ottimale. Va tenuto presente tuttavia, che in questo caso i dati presenti nell’unità sono automaticamente cancellati. Il vantaggio è che lo script pensa a creare le partizioni necessarie, come EFI, root e swap, basandosi sullo spazio disponibile e sul file system scelto (generalmente ext4 o btrfs).
A seconda del file system scelto, archinstall propone alcune scelte aggiuntive e poi chiede se si voglia creare una partizione “ad hoc” per il contenuto della cartella /home
, con i file di tutti gli account utente creati sul sistema.
Impostazione della password di root e di un nuovo account utente
Le successive impostazioni (Crittografia disco, Swap, Bootloader, Immagini kernel unificate) possono essere lasciate così come sono. Almeno nelle installazioni “tipiche” di Arch Linux.
Come Nome host, lo script specifica automaticamente archlinux
(eventualmente personalizzabile a proprio piacimento).
Per quanto riguarda la Password di root, suggeriamo di definirne una perché diversamente Arch Linux provvede a disabilitare l’account root. Si potrà poi decidere se mantenere l’utente root o se trasferire analoghi privilegi a un altro account configurato sulla stessa macchina.
Portandosi all’interno della sezione Account utente, Aggiungi un utente, si può creare una propria utenza e specificare se debba disporre dei permessi di superuser. Alla fine del processo, ricordarsi di selezionare Conferma ed esci.
Arch Linux e i desktop environment
Nella seconda metà della schermata di archinstall si trova la voce Profilo. Selezionandola quindi scegliendo Tipo e infine optando per Desktop, si ha la possibilità di configurare uno o più desktop environment da usare con Arch Linux.
In archinstall, le opzioni Desktop, Minimal, Server e Xorg rappresentano diversi profili di installazione che influenzano il tipo di sistema operativo che sarà configurato. Ecco una panoramica delle principali differenze:
- Desktop: Questo profilo è progettato per un’installazione completa di un ambiente desktop. Include la scelta di un desktop environment come KDE, GNOME, xfce e altri, insieme ai pacchetti necessari per renderlo funzionante. È ideale per utenti che desiderano un sistema operativo completo per uso quotidiano. Nulla vieta di selezionare e installare più di un desktop environment.
- Minimal: Installa solo i pacchetti essenziali per un sistema operativo funzionante, senza alcun ambiente desktop. È adatto per utenti che desiderano personalizzare completamente il loro sistema o per ambienti server dove non è necessario un desktop.
- Server: Ottimizzato per l’installazione di un server. Include pacchetti per server Web, database e altri strumenti necessari per un ambiente server. È ideale per chi vuole utilizzare Arch Linux come sistema server.
- Xorg: Questo profilo si concentra sull’installazione del server X, sistema di gestione delle finestre per GNU/Linux. Non include un ambiente desktop completo, ma fornisce la base per installare manualmente un desktop manager o altri strumenti grafici. È utile per chi vuole installare manualmente un ambiente desktop personalizzato.
Oltre ai driver grafici (per impostazione predefinita è selezionata l’opzione All open source), lo script archinstall dà modo di scegliere il Programma di benvenuto o Greeter ovvero il componente software che gestisce la schermata di login del sistema operativo, mostrando un messaggio di benvenuto e permettendo agli utenti di inserire le proprie credenziali per accedere al sistema. La routine archinstall propone una scelta di default a seconda del desktop environment selezionato.
Ultime scelte prima dell’installazione vera e propria
Nella sezione Audio, suggeriamo di scegliere Pipewire. Si tratta di un server multimediale che gestisce flussi audio e video su Linux. È progettato per sostituire PulseAudio e JACK, offrendo una gestione unificata e avanzata dei flussi multimediali con bassa latenza e maggiore compatibilità. Supporta sia applicazioni professionali che consumer, e include funzionalità come il routing complesso dell’audio e il supporto per dispositivi Bluetooth e MIDI.
Accedendo all’impostazione Kernel, invece, si può lasciare selezionata Linux mentre all’interno di Configurazione di rete consigliamo di optare per Usa NetworkManager: in questo modo si ha a disposizione uno strumento grafico per impostare la connessione di rete dall’ambiente desktop prescelto, come GNOME e KDE Plasma.
Portandosi all’interno di Pacchetti aggiuntivi, si possono eventualmente selezionare una serie di componenti software ai quali si fosse interessati e che si vorrebbero trovare già disponibili a installazione conclusa. Premendo / e digitando il nome del software, è possibile ricercare l’applicazione di proprio interesse.
Come ultime scelte, si possono scegliere fuso orario e impostare la sincronizzazione automatica dell’ora mediante il protocollo NTP.
Avvio dell’installazione di Arch Linux
L’opzione Install consente di avviare l’installazione del sistema operativo. Interessante il fatto che tutte le scelte operate in precedenza sono trascritte all’interno di un file in formato JSON. Il contenuto di questo file risulta utile per riproporre lo stesso setup anche su altri sistemi ed evitare di perdere tempo a dover configurare ogni singola personalizzazione.
Quando ci si trova dinanzi alla schermata di riepilogo, prima di confermare l’installazione, è possibile salvare il file di configurazione JSON. Scegliendo Esporta configurazione, si può indicare il percorso in cui salvare il file (eventualmente anche su un dispositivo di memorizzazione esterno).
Successivamente, per avviare un’installazione automatizzata con il file JSON generato, è possibile usare la seguente sintassi:
archinstall --config /percorso/file.json
Al termine dell’installazione, alla domanda Vorresti eseguire il chroot nell’installazione appena creata e fare la configurazione post-installazione?, si può semplicemente scegliere No per terminare il setup. A questo punto, basta digitare reboot e premere Invio per ritrovarsi, previo login, nel desktop environment prescelto.
Se non si fosse scelto alcunché nella sezione Pacchetti aggiuntivi, ci si trova dinanzi a un’installazione “asciutta” di Arch Linux. Utilizzando il package manager pacman, è tuttavia possibile installare subito tutto ciò che interessa. Ad esempio, per installare Firefox su Arch Linux con tutte le sue dipendenze, basta usare il comando:
sudo pacman -S firefox
Installer grafici, Flatpak e AUR
Su Arch Linux si possono comunque usare diversi installer grafici per facilitare la gestione dei pacchetti: citiamo ad esempio Calamares e Octopi. I vari desktop environment hanno poi le loro soluzioni integrate.
In KDE Plasma, ad esempio, c’è Discover che si basa a sua volta su Flatpak. Come spiegato in uno degli articoli citati in precedenza, Flatpak è un sistema di distribuzione di software sandboxed e indipendente dal sistema operativo, pensato per rendere le applicazioni facili da installare, aggiornare e far girare su qualsiasi distribuzione Linux.
Per installarlo è necessario digitare quanto segue:
sudo pacman -S flatpak
Infine, è bene essere consapevoli anche dell’esistenza di AUR (Arch User Repository), è un gigantesco archivio di pacchetti creati e manutenuti dalla community di Arch Linux, pensato per offrire software non disponibile nei repository ufficiali. Ogni pacchetto AUR è basato su uno script `PKGBUILD` che automatizza il download del sorgente, la compilazione e l’installazione del programma.
È una risorsa potentissima, ma richiede massima attenzione: non essendo gestita direttamente dal team ufficiale, bisogna sempre verificare il contenuto del PKGBUILD, specie nel caso dei pacchetti poco noti, per evitare potenziali rischi di sicurezza.