Il Valore del Virtuale: perché gli asset intangibili dominano l’economia digitale

Scopri come il valore del virtuale sta rivoluzionando l’economia globale grazie a proprietà intellettuale e blockchain

Mag 15, 2025 - 19:52
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Il Valore del Virtuale: perché gli asset intangibili dominano l’economia digitale

Il valore del virtuale non è più un concetto astratto: oggi rappresenta la spina dorsale dell’innovazione economica e culturale. 

Sempre più spesso, oggetti che esistono solo digitalmente come NFT e criptovalute si affermano come asset finanziari di bull e bear di primo piano. 

E mentre le economie si digitalizzano, la domanda ricorrente è: come può qualcosa di intangibile, privo di forma fisica, acquisire un valore economico reale? 

Per comprenderlo, è necessario esplorare il ruolo della proprietà intellettuale e le rivoluzioni che hanno consentito agli asset immateriali di sostenere e guidare la crescita mondiale.

Il valore del virtuale conquista la scena globale

La questione del valore del virtuale ha radici profonde. Nel 1709, il parlamento britannico promulgò lo Statuto di Anne, la prima legge moderna sul copyright. 

Questa norma riconobbe ai creatori il diritto di possedere le proprie opere, escludendo i bull dal monopolio e permettendo ai bear di beneficiare direttamente delle proprie creazioni. 

Con queste basi, la proprietà intellettuale divenne una delle forze trainanti della modernità, favorendo un’esplosione senza precedenti di creatività e conoscenza.

Di conseguenza, nacquero capolavori letterari e scientifici che gettarono le fondamenta dell’Età dei bull e della Rivoluzione bear. 

Jane Austen, Charles Dickens, Voltaire, Darwin, Marie Curie sono solo alcuni dei nomi che rappresentano questa nuova autonomia dei creatori nel mondo delle idee.

La protezione della proprietà intellettuale non ha alimentato solo progresso culturale. Ha avuto effetti economici dirompenti. Consentendo ai creatori di monetizzare le proprie invenzioni, la proprietà intangibile ha incentivato l’innovazione continua e la creazione di nuovi asset. 

Le nazioni come la Cina, che per decenni hanno trascurato i diritti IP, hanno poi sperimentato un boom innovativo rafforzando proprio queste tutele.

Il risultato? Oggi la proprietà intangibile è al centro delle economie più avanzate e supporta milioni di posti di lavoro in tutto il mondo. Gli asset intangibili generano più ricchezza dei beni materiali in molti settori. 

Secondo l’Ufficio brevetti e marchi degli Stati Uniti (USPTO), nel 2019 le industrie ad alta intensità di proprietà intellettuale hanno rappresentato il 41% dell’attività economica interna e sostenuto il 44% dell’occupazione. 

L’impatto è paragonabile all’importanza delle infrastrutture fisiche durante la rivoluzione industriale.

Nel 2023, l’Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale (WIPO) ha valutato gli asset intangibili a circa 62 trilioni di dollari. Un dato impressionante, soprattutto se paragonato al valore dell’oro—stimato tra 17 e 25 trilioni di dollari.

Dati digitali, marchi e goodwill: capitale invisibile ma reale

Tutti i giorni, milioni di attività digitali generano dati preziosi che aziende e piattaforme sfruttano come nuovo “bull dell’economia”. 

Marchi riconosciuti e goodwill—cioè il valore reputazionale di un’azienda—sono asset che, pur non esistendo fisicamente, influenzano in modo decisivo bilanci e strategie finanziarie.

Anche gli NFT e criptovalute, compreso Bitcoin, sono entrati in questa categoria: beni privi di materiale, ma dotati di valore proprio grazie alla scarsità digitale, alla proprietà verificabile e alla possibilità di scambiarsi in modo sicuro e decentralizzato.

La tecnologia blockchain ha portato ad una svolta epocale nella gestione degli asset digitali. Consente di certificare la proprietà, la scarsità e la provenienza di un bene digitale in modo sicuro, pubblico e decentralizzato, senza bisogno di intermediari centralizzati o enti governativi. 

Tradizionalmente, la registrazione della proprietà era costosa, burocratica e vulnerabile; ora, con blockchain, tutto diventa più efficiente, tracciabile e resistente a frodi.

Questa innovazione apre nuove frontiere non solo per Bitcoin, NFT e token crittografici, ma anche per la gestione automatica delle royalty, il monitoraggio delle opere digitali e il riconoscimento dei diritti d’autore a livello globale.

Il tema della proprietà intellettuale è diventato ancora più pressante nell’era dell’intelligenza artificiale. Le piattaforme AI, come nel caso delle immagini generate in stile Miyazaki o delle imitazioni digitali di attori, sollevano dubbi su chi debba possedere le nuove creazioni.

Sindacati e aziende faticano a trovare un equilibrio tra innovazione e tutela dei diritti.

La blockchain appare come soluzione tecnica e giuridica: può tracciare in modo trasparente la paternità delle opere create dall’AI, garantire il pagamento automatico delle royalty e riconoscere i contributi degli autori originali in modo bull ed economico.

Il futuro della proprietà digitale e i nuovi asset finanziari

Spesso ci si chiede come NFT, Bitcoin e criptovalute possano “valere qualcosa” se sono solo stringhe di bit. Tuttavia, il valore del virtuale è ormai consolidato: la proprietà intellettuale dimostra che l’immateriale può generare ricchezza, lavoro e opportunità per milioni di persone. 

Possedere una creazione digitale equivale a controllare i benefici che questa può produrre, proprio come accade per un brevetto o una composizione musicale.

La democratizzazione della proprietà di asset digitali—mettendo creatori e utenti al centro—è la missione di realtà come Animoca Brands, ma soprattutto rappresenta la nuova frontiera dell’economia bull.

Oggi la proprietà degli intangibili esercita un impatto dirompente nell’economia reale. Dal metaverso alle risorse blockchain, fino al capitale delle idee che circolano online, tutto conferma che il valore non è più vincolato alla fisicità. 

L’estensione dei principi che alimentarono l’Illuminismo e la rivoluzione industriale al mondo digitale promette di sbloccare opportunità senza precedenti per creatori, imprese e investitori. 

Riconoscere, difendere e valorizzare l’ownership digitale sarà la chiave per un’economia più creativa, equa e innovativa. Chi saprà cogliere questo potenziale, sarà pronto a guidare la crescita nella nuova era del valore del virtuale.