Kuwait in allerta: scoperte 1.000 sedi illegali di mining di criptovalute

Il governo del Kuwait ha lanciato un severo avvertimento contro il mining illegale di criptovalute, chiudendo oltre 1.000 siti sospetti.

Apr 24, 2025 - 13:38
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Kuwait in allerta: scoperte 1.000 sedi illegali di mining di criptovalute
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Il governo del Kuwait ha lanciato un nuovo e severo avvertimento contro il mining illegale di criptovalute, dopo che un’indagine sul consumo elettrico ha permesso di individuare oltre 1.000 siti sospetti sparsi in tutto il Paese. 

Il richiamo formale arriva dal Ministero dell’Interno, che ha ribadito come il mining sia un’attività vietata e totalmente non regolamentata a partire dal luglio 2023, quando l’Autorità dei Mercati Finanziari aveva imposto uno stop totale a ogni attività legata alle criptovalute, inclusi scambi e trasferimenti.

Energia troppo economica per resistere alla tentazione: bloccate oltre 1.000 mining farm illegali in Kuwait

Nonostante il quadro legislativo sia chiaro, è evidente che il basso costo dell’elettricità in Kuwait – tra i più vantaggiosi al mondo – rappresenti una forte attrattiva per i miner clandestini. Le autorità sottolineano come questa attività comporti gravi conseguenze per l’intera popolazione.

Secondo una nota ufficiale del Ministero dell’Interno, il mining di criptovalute “provoca sovraccarichi alla rete elettrica nelle aree residenziali, commerciali e di servizio, causando blackout e mettendo a rischio la sicurezza pubblica oltre a interrompere servizi essenziali.” Oltre a ribadire il divieto, il Ministero ha intimato ai trasgressori di “correggere immediatamente la propria posizione,” avvertendo che in caso contrario saranno perseguiti “ai sensi delle leggi vigenti.”

Operazione congiunta e zone rosse sotto osservazione

Il blitz investigativo rappresenta una cooperazione tra diversi ministeri, in particolare con il Ministero dell’Elettricità, Acqua ed Energie Rinnovabili, il quale ha fornito dati fondamentali per identificare le attività illegali. In particolare, nella regione di Al-Wafra, sono state scoperte anomalie in 100 abitazioni, la cui domanda energetica si è mantenuta costantemente elevata per tutta la giornata, senza le normali variazioni tipiche delle case private.

La portavoce del Ministero, Fatima Jawhar Hayat, ha rivelato che, in alcuni di questi casi, il consumo di energia ha superato i 100.000 kilowattora solo nel marzo 2025, cifra pari a 20 volte il consumo medio delle case vicine. Questo tipo di attività energetica anomala rappresenta un chiaro identificatore del mining.

Kuwait: sanzioni imminenti per le mining farm illegali e monitoraggio continuo

Sebbene non sia chiara la sorte degli abitanti delle abitazioni indebitamente coinvolte, le autorità hanno assicurato che i controlli proseguiranno in tutto il territorio nazionale, mantenendo un’attenzione particolare ai consumi elettrici non giustificati. La sinergia tra il Ministero dell’Interno e quello dell’Energia evidenzia una nuova fase nella lotta al crimine digitale e all’uso improprio delle risorse pubbliche.

Nel 2022, secondo il Cambridge Bitcoin Electricity Consumption Index, il Kuwait rappresentava solo lo 0,05% dell’hashrate globale di Bitcoin, un dato che potrebbe sembrare marginale, ma che segna un punto di attenzione per le autorità kuwaitiane. Il basso impatto non ha tuttavia impedito al governo di adottare una linea rigidamente repressiva già a partire dall’anno successivo.

Criptovalute: ban legale, ma uso sociale in crescita

Nonostante l’esplicito divieto sancito a livello nazionale, esistono indizi tangibili che la popolazione continui a interessarsi e investire in asset digitali. Un caso emblematico risale al gennaio scorso, quando un token fraudolento chiamato Bitcoin Kuwait ha causato perdite ingenti ai piccoli investitori, crollando di valore appena dopo il lancio e provocando una perdita collettiva di circa 40 milioni di dollari.

A denunciare pubblicamente lo scandalo è stata la ricercatrice Dott.ssa Safaa Zaman, che in un post sulla piattaforma X ha accusato le autorità di scarse attività di vigilanza, chiedendo con forza una legislazione più solida e puntuale in materia. Le sue parole, “Dove sono i controlli? Dove sono le leggi? E il truffatore?”, riflettono il sentimento diffuso di frustrazione pubblica e la crescente richiesta di protezione e trasparenza nel settore.

Sfida tra innovazione e legalità

Il contesto kuwaitiano si inserisce in un panorama mondiale sempre più complesso, dove da un lato le tecnologie blockchain e le criptovalute attirano interesse economico e innovazione finanziaria, mentre dall’altro sollevano rischi per la sicurezza energetica, finanziaria e sociale. In Kuwait, questi rischi sono amplificati da un sistema energetico fortemente sussidiato, che rende il mining appetibile anche a fronte dei divieti legali.

La situazione attuale sembra indicare che, oltre ai proclami, sarà necessario per il governo kuwaitiano rafforzare le strategie di controllo, sviluppare nuove leggi specifiche e coinvolgere attivamente sia la comunità scientifica che quella giuridica per prevenire un’escalation di attività illegali e danni collaterali.

Conclusioni

Il Kuwait si trova di fronte a una doppia sfida: rafforzare l’applicazione del divieto già in vigore e affrontare una crescente sotterranea attività crypto, che rischia di danneggiare infrastrutture, investitori e credibilità istituzionale. Il rilevamento di oltre 1.000 sedi di mining illegale è un campanello d’allarme troppo forte per essere ignorato e preannuncia un possibile inasprimento delle sanzioni nei mesi a venire.

Se nel breve termine l’obiettivo sembra essere quello di sradicare le attività clandestine, nel lungo periodo servirà un approccio regolatorio più ampio e moderno, capace di affrontare una delle innovazioni più dirompenti dell’ultimo decennio: l’economia digitale basata su blockchain. Solo con trasparenza, monitoraggio e norme efficaci sarà possibile coniugare sicurezza e innovazione in una nazione che, per posizione e risorse, gioca un ruolo strategico nella regione.