Mantra punta al rilancio: in arrivo il burn di 300 milioni di token OM
Mantra ha annunciato un burn di 300 milioni di token OM, pari a circa il 16,5% dell’offerta totale.


Mantra, la piattaforma specializzata nella tokenizzazione di asset del mondo reale (RWA), ha annunciato un burn di 300 milioni di token OM, pari a circa il 16,5% dell’offerta totale, per un valore stimato di 160 milioni di dollari.
Questa decisione arriva in un momento critico per la piattaforma, che ha visto il proprio token perdere il 90% del valore in un solo giorno, il 13 aprile, con una capitalizzazione di mercato evaporata di oltre 5 miliardi di dollari. Secondo il team di Mantra, la causa principale del crollo sarebbe da attribuire a liquidazioni irresponsabili da parte degli exchange, che hanno innescato una spirale ribassista.
Il ruolo di John Patrick Mullin e dei partner dell’ecosistema
Al centro dell’operazione di burn c’è John Patrick Mullin, fondatore di Mantra, che contribuirà con 150 milioni di token OM, equivalenti a circa 80 milioni di dollari. Questi token fanno parte dell’allocazione destinata al team e ai principali collaboratori del progetto, e sono stati originariamente messi in staking all’avvio della rete, nell’ottobre 2024.
Il restante dei token da bruciare proverrà da partner dell’ecosistema, anche se i dettagli specifici su questi contributi non sono stati resi pubblici. Il processo di unstaking dei token è già stato avviato e si concluderà entro il 29 aprile, data in cui i token verranno inviati all’indirizzo di burn della rete, rendendoli inutilizzabili e permanentemente rimossi dalla circolazione.
Impatto sul mercato: fiducia ancora in calo per il progetto Mantra e il token OM
Nonostante l’annuncio del burn, il prezzo del token OM ha continuato a scendere, registrando un ulteriore -3,3% nelle 24 ore successive. Questo dato evidenzia come la fiducia degli investitori sia ancora molto fragile, e che l’iniziativa, sebbene significativa, non sia stata sufficiente a invertire immediatamente il trend negativo.
Il burn avrà comunque un impatto tecnico rilevante: la bonded ratio, ovvero la percentuale di token in staking rispetto all’offerta totale, passerà dal 31,47% al 25,30%. Questo potrebbe tradursi in ricompense di staking più elevate per i partecipanti attivi, incentivando così una maggiore partecipazione alla rete.
Un passato recente brillante: la crescita di OM nel 2024
Prima del crollo, il token OM era stato uno dei protagonisti del mercato crypto nel 2024, con una crescita superiore al 400%. Questo rally era avvenuto in un contesto di bassa esposizione mediatica, rendendo la performance ancora più sorprendente agli occhi di analisti e investitori.
Un elemento chiave di questa crescita è stato l’annuncio, a gennaio, della partnership tra Mantra e il DAMAC Group, un conglomerato con sede negli Emirati Arabi Uniti. L’accordo prevedeva la tokenizzazione di un portafoglio da 1 miliardo di dollari, comprendente immobili, strutture alberghiere e data center. Questo aveva dato un forte impulso alla percezione di solidità del progetto e aveva alimentato l’interesse degli investitori istituzionali.
La missione di Mantra: tokenizzare il mondo reale
Alla base del progetto Mantra c’è l’obiettivo di rendere digitali e accessibili gli asset tangibili, come immobili e materie prime, attraverso la tokenizzazione conforme alle normative vigenti. In questo ecosistema, il token OM svolge un ruolo centrale, fungendo da strumento di governance e mezzo di scambio per le transazioni all’interno della piattaforma.
Questa visione si inserisce in un trend più ampio che sta guadagnando sempre più attenzione nel mondo della finanza decentralizzata: l’integrazione tra il mondo crypto e gli asset del mondo reale, con l’obiettivo di creare nuove forme di investimento più trasparenti, liquide e accessibili.
Le sfide future: ricostruire credibilità e stabilità
Il crollo del prezzo di OM ha rappresentato un duro colpo per Mantra, ma la decisione di procedere con un burn così significativo dimostra la volontà del team di prendere misure concrete per ristabilire l’equilibrio. Tuttavia, il percorso per riconquistare la fiducia del mercato sarà lungo e complesso.
La trasparenza nella gestione dei fondi, la comunicazione con la community e la capacità di evitare nuovi episodi di volatilità incontrollata saranno elementi chiave per il futuro della piattaforma. Allo stesso tempo, sarà fondamentale rafforzare le collaborazioni strategiche, come quella con DAMAC, per consolidare la posizione di Mantra nel settore emergente della tokenizzazione degli asset reali.
Conclusione: un test cruciale per Mantra
Il burn di 300 milioni di token OM rappresenta una delle più grandi operazioni di riduzione dell’offerta mai annunciate da una piattaforma di tokenizzazione. Sebbene l’impatto immediato sui prezzi sia stato limitato, l’iniziativa potrebbe gettare le basi per una ripresa più solida e sostenibile nel medio-lungo termine.
Mantra si trova ora di fronte a un bivio: da un lato la possibilità di emergere più forte da una crisi profonda, dall’altro il rischio di perdere definitivamente la fiducia di un mercato sempre più esigente. Le prossime settimane saranno decisive per capire se il progetto riuscirà a trasformare questa crisi in un’opportunità di rilancio.