Apple accusata di aver ottenuto favori sui dazi dall’amministrazione Trump

Apple accusata di aver ottenuto favori sui dazi dall’amministrazione Trump La senatrice statunitense Elizabeth Warren ha inviato una lettera ufficiale a Tim Cook, sollevando dubbi sulle modalità con cui Apple avrebbe ottenuto delle esenzioni dai dazi doganali annunciati durante la presidenza di Donald Trump. La Warren, in una comunicazione resa nota da Bloomberg News, esprime forti preoccupazioni in merito a quelli che definisce possibili casi [...]

Apr 24, 2025 - 13:35
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Apple accusata di aver ottenuto favori sui dazi dall’amministrazione Trump

Apple accusata di aver ottenuto favori sui dazi dall’amministrazione Trump

La senatrice statunitense Elizabeth Warren ha inviato una lettera ufficiale a Tim Cook, sollevando dubbi sulle modalità con cui Apple avrebbe ottenuto delle esenzioni dai dazi doganali annunciati durante la presidenza di Donald Trump.

La Warren, in una comunicazione resa nota da Bloomberg News, esprime forti preoccupazioni in merito a quelli che definisce possibili casi di “clientelismo da parte di grandi corporation ben collegate ai vertici del potere”.

All’inizio di aprile, l’ex presidente Trump aveva annunciato un nuovo pacchetto di dazi sulle importazioni dalla Cina, con tariffe che potevano raggiungere il 145%. Una mossa che rischiava di colpire in modo significativo i margini di profitto di Apple, considerando che la quasi totalità dei suoi dispositivi, dagli iPhone agli Apple Watch, viene prodotta proprio in Cina. Tuttavia, poche settimane dopo, la Casa Bianca ha annunciato una serie di esenzioni specifiche che hanno riguardato proprio alcune categorie di prodotti elettronici, tra cui quelli dell’azienda di Cupertino.

Secondo quanto riportato da diverse fonti stampa, Tim Cook avrebbe svolto un ruolo diretto nei contatti con l’amministrazione Trump per ottenere l’eliminazione o l’alleggerimento delle misure che avrebbero colpito il cuore del business di Apple. Secondo la senatrice, questa strategia non sarebbe un caso isolato, ma si inserirebbe in una prassi già consolidata durante il primo mandato presidenziale di Trump, periodo in cui l’imposizione selettiva dei dazi fu spesso accompagnata da deroghe mirate a favore delle grandi imprese tecnologiche.

Nella lettera, Warren scrive:

“l’apparente capacità delle grandi aziende di esercitare pressioni per ottenere esenzioni che non sono disponibili per le piccole imprese della Main Street rappresenta un problema serio. Nel migliore dei casi, il vostro impegno per eliminare le tariffe sui prodotti Apple e la decisione del presidente Trump di esentare alcuni dispositivi sollevano un evidente conflitto d’interessi. Ma le recenti notizie sollevano interrogativi ancora più seri sul livello di influenza esercitato dalle grandi aziende per ottenere trattamenti preferenziali”.

La senatrice democratica ha chiesto a Cook di fornire dettagli precisi in merito alle discussioni avute con i funzionari dell’amministrazione Trump: vuole sapere quando si sono svolti gli incontri, quale sia stata la natura delle conversazioni e in quale momento Apple è venuta a conoscenza dell’intenzione della Casa Bianca di introdurre le esenzioni.

Warren ha anche fatto riferimento ad alcuni eventi che, secondo lei, aiutano a definire meglio il contesto politico della vicenda. In particolare, ha citato la partecipazione di Tim Cook alla cerimonia di insediamento di Donald Trump, avvenuta lo scorso gennaio, e la donazione di un milione di dollari fatta dal CEO di Apple al comitato inaugurale del presidente. Un gesto, scrive la senatrice, condiviso anche da altri esponenti del mondo tecnologico, ma che oggi solleva interrogativi sul ruolo avuto da questi contributi nella decisione dell’amministrazione di concedere esenzioni mirate.

“Durante il suo primo mandato, la politica tariffaria di Trump è diventata una corsa agli armamenti da parte delle grandi aziende per ottenere esenzioni redditizie e trattamenti speciali”, si legge ancora nella lettera. La senatrice ricorda che in passato erano già state concesse esclusioni tariffarie a dispositivi come iPhone, Apple Watch e a diversi componenti hardware utilizzati nei computer Mac.

Apple, contattata da Bloomberg, non ha rilasciato alcuna dichiarazione in merito alla lettera della senatrice né ha commentato pubblicamente le accuse ricevute. Sebbene l’azienda sia riuscita a evitare un’immediata crisi nella catena di approvvigionamento grazie alle esenzioni ottenute, la situazione rimane fluida. La Casa Bianca ha infatti già preannunciato la possibilità di introdurre ulteriori dazi su prodotti elettronici che potrebbero nuovamente includere i dispositivi Apple.