Commodore 64 che parla con ChatGPT: come funziona l’esperimento

Il Commodore 64, icona degli anni '80, è protagonista di un esperimento affascinante a Città di Castello: grazie alla BBS di RetroCampus e all'uso di una scheda di rete, diventa possibile interagire con ChatGPT tramite terminale.

Mag 5, 2025 - 14:54
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Commodore 64 che parla con ChatGPT: come funziona l’esperimento

Il Commodore 64 è uno dei computer più indimenticati e indimenticabili dell’intera storia dell’informatica. Venduto negli “anni ruggenti” in cui il personal computing è diventato alla portata di tutti, tra il 1982 e il 1992, il Commodore 64 è ancora oggi venerato per il fatto di essere una vera e propria “icona”: era versatile (offriva buone prestazioni per l’epoca) e costituì una vera e propria palestra per moltissimi appassionati che hanno mosso i primi passi nella programmazione, grazie al BASIC integrato e alla possibilità di scrivere codice in assembly.

Un sistema come il Commodore 64 ha dato vita a una vivace comunità creativa, che ancora oggi sviluppa giochi, demo e software, mantenendo vivo lo spirito dell’epoca. Il decennio tra metà anni ’80 e ’90 ha per molti rappresentato un’epoca d’oro, fatta di prime esperienze digitali, giochi senza tempo e scoperte tecnologiche.

Così, per soddisfare l'”appetito” di tanti nostalgici, a Città di Castello (Perugia) è andato in scena un esperimento davvero gradevole. Gli utenti di un Commodore 64, tornato protagonista per l’occasione, hanno potuto inviare domande a ChatGPT e ottenere risposte in tempo reale.

Com’è possibile collegare il Commodore 64 con ChatGPT

Come fa un sistema vintage come il glorioso Commodore 64 a supportare ChatGPT?

In realtà, com’è facilmente intuibile, l’intelligenza artificiale dei modelli di OpenAI arriva sul Commodore 64 grazie al cloud. L’obiettivo non è far girare l’AI direttamente sul Commodore (tra l’altro OpenAI non fornisce i modelli per fare inferenza in locale…), ma piuttosto usarlo come terminale per accedere a servizi remoti.

La dimostrazione di Città di Castello, seppur molto suggestiva, inoltre, non è propriamente una “prima assoluta”. Come spiega il tecnico Fabio Antimi, l’idea di collegare il Commodore 64 con ChatGPT è di Francesco Sblendorio, che – attraverso l’associazione milanese RetroCampus – fornisce una BBS (Bulletin Board System) direttamente accessibile anche dallo storico computer.

Le BBS erano sistemi informatici accessibili via modem che, prima dell’avvento di Internet, permettevano agli utenti di scambiarsi messaggi (simili a forum o email), scaricare e caricare file, partecipare a giochi multiplayer testuali, consultare notizie, annunci e trovare software. Ogni BBS era generalmente gestita da un appassionato (sysop) e spesso aveva una comunità locale di utenti. Il collegamento avveniva tramite linea telefonica, con costi legati alla durata e alla distanza della chiamata.

Usando schede di rete come 64NIC+ o similari (ve ne sono diversi modelli in commercio, dedicati agli appassionati di retrocomputing), è possibile ottenere una porta Ethernet o stabilire una connessione WiFi per collegare il Commodore 64 alla rete locale. Lato Commodore, la scheda di rete si inserisce nello slot cartuccia.

Schermata principale BBS Retrocampus

Configurazione di rete e software

Una volta collegato l’hardware di rete, è necessario configurare il Commodore 64 per connettersi a Internet. Il primo passo consiste nell’eseguire un programma, come SetMac o similari dal disco. Sono programmi che permettono di ottenere un indirizzo IP privato e un indirizzo MAC, dialogando con la scheda di rete locale e permettendo al Commodore 64 di collegarsi a Internet.

Successivamente, è necessario caricare un terminale per raggiungere la BBS. Si può ad esempio ricorrere a KipperTerm, che supporta anche la visualizzazione della grafica PETSCII tipica del Commodore.

Avviando la sessione Telnet, si può quindi digitare l’indirizzo della BBS di RetroCampus (bbs.retrocampus.com, porta 6510) che aiuta a compiere “la magia” e ricevere risposte in tempo reale da parte di ChatGPT. Nello specifico, basta premere il tasto 9 per avviare la funzione ChatGPT.

Sblendorio ha messo a disposizione anche un’interfaccia Web, accessibile quindi non solo dai sistemi informatici di una volta ma anche da un moderno PC dotato di browser Web: basta accedere a questa pagina. Al momento l’utilizzo di ChatGPT presuppone il sostegno del progetto, attraverso una donazione in denaro, attraverso Patreon.

Utilizzo di ChatGPT dal Commodore 64

Una volta entrati nell’area ChatGPT della BBS, ci si trova di fronte a un prompt dove è possibile digitare il prompt ovvero avanzare una qualunque domanda. L’interfaccia può mostrare loghi e testi in grafica PETSCII.

Si digita la domanda e la si invia al server. La risposta di ChatGPT viene quindi ricevuta e visualizzata sullo schermo del Commodore 64. Se il testo della risposta è più lungo di una schermata, è necessario premere la barra spaziatrice per continuare a leggere la pagina successiva.

Dal Commodore 64, tramite la BBS, si possono porre a ChatGPT domande fattuali (ad esempio, informazioni sul Commodore 64 stesso, che l’IA può fornire in modo accurato), chiedere contenuti creativi (come scrivere una poesia o una storia sul Commodore) e persino ottenere codice di programmazione (ad esempio, un semplice clone di Pong in BASIC V2, il linguaggio fornito di default con il sistema). Sebbene la verifica dell’efficacia del codice generato richieda lavoro aggiuntivo, l’AI è in grado di produrre output con commenti esplicativi.

Conclusioni

L’esperienza di collegare un Commodore 64 con ChatGPT è davvero “molto cool” perché riesce ad affiancare brillantemente mondi lontani decenni. Le moderne tecnologie di intelligenza artificiale generativa divengono così fruibili addirittura da un computer di oltre 40 anni fa.

Il Commodore 64 funge, in questo scenario, essenzialmente da terminale per interagire con l’AI che risiede altrove. Lato server, RetroCampus e Francesco Sblendorio hanno evidentemente utilizzato le API (Application Programming Interfaces) di OpenAI per dialogare con i modelli AI, gestendo in tempo reale domande e risposte attraverso la loro applicazione.

Certo è che OpenAI chiede di versare un importo variabile a seconda del numero di token gestiti attraverso le sue API. Non è dato sapere quale volumi di richieste il sistema messo a disposizione del pubblico attraverso la BBS permetta di gestire all’atto pratico.

In alternativa, come si vede nella schermata pubblicata in precedenza, la BBS di RetroCampus permette di usare anche Mistral. Non è escluso che in futuro possano essere aggiunti modelli open source, magari in esecuzione in locale.

Credit immagine in apertura: Francesca Ussani (licenza CC BY-SA 4.0). Alla foto originale è sovrapposta la schermata principale della BBS di RetroCampus.