Mozilla chiude i rubinetti: addio Pocket e Fakespot
Mozilla annuncia la chiusura di Pocket (8 ottobre 2025) e Fakespot (1° luglio 2025), due servizi chiave acquisiti per migliorare l'esperienza utente e la sicurezza online. La fondazione intende razionalizzare il proprio ecosistema, investendo nelle funzionalità native di Firefox.

Mozilla si trova attualmente in una fase complessa e di transizione, caratterizzata da sfide tecniche, strategiche e finanziarie. Con una nuova mossa tesa a ridefinire le priorità dell’organizzazione, che mira a razionalizzare le proprie risorse e concentrarsi su funzionalità più integrate e sostenibili all’interno del browser Firefox, Mozilla ha appena comunicato la cessazione di due servizi chiave del proprio ecosistema: Pocket, l’app per il salvataggio di contenuti da leggere in un secondo momento, e Fakespot, lo strumento di analisi delle recensioni online.
Pocket: fine di un’era per il “read-it-later“
Pocket è stato uno dei primi servizi a offrire una soluzione completa per il salvataggio e la fruizione offline di contenuti Web. Nato come Read It Later e successivamente acquisito da Mozilla nel 2017, Pocket fu integrato direttamente in Firefox a partire dalla versione 38.0.5, contribuendo in modo significativo al miglioramento dell’esperienza utente.
Oggi Mozilla ha già provveduto alla rimozione dell’app dallo store, bloccando l’accettazione di nuove registrazioni. Per il prossimo 8 luglio è invece prevista la chiusura ufficiale del servizio. Gli abbonati con fondi non utilizzati riceveranno un rimborso.
Da luglio a ottobre 2025 è prevista la possibilità della sola modalità di esportazione su Pocket Web mentre dall’8 ottobre, Mozilla ha programmato la definitiva disattivazione della piattaforma e la cancellazione permanente di tutti i dati degli utenti.
Mozilla ha dichiarato che il servizio non risponde più alle esigenze degli utenti in un contesto digitale in rapida evoluzione. La fondazione intende riassegnare risorse verso funzionalità native del browser Firefox, concentrandosi sul miglioramento dei gruppi di schede, sulla gestione segnalibri e sulla sincronizzazione delle liste di lettura. L’obiettivo è sostituire strumenti esterni con soluzioni integrate, più sicure e manutenibili nel lungo termine.
Anche Fakespot verso la chiusura: addio all’intelligenza artificiale anti-truffa
In parallelo alla chiusura di Pocket, Mozilla ha annunciato l’interruzione del servizio Fakespot, acquisito nel 2023 per rafforzare l’affidabilità della navigazione e rendere più sicuri gli acquisti online.
Fakespot si è distinto per l’uso di algoritmi di machine learning in grado di valutare l’autenticità delle recensioni online, individuare valutazioni manipolate, venditori fraudolenti e sconti ingannevoli.
Per il prossimo 10 giugno è prevista la disattivazione del Review Checker integrato in Firefox mentre per il 1° luglio è fissata la chiusura del sito Fakespot nonché il ritiro definitivo delle app mobili e delle estensioni per il browser.
Nonostante il valore dell’idea, Mozilla ha spiegato che il progetto Fakespot non si è dimostrato sostenibile nel lungo periodo. Le sfide di scalabilità, la dipendenza da piattaforme terze e i costi di mantenimento hanno portato l’azienda a ritirare il supporto, preferendo investire in aree ad alto impatto come la privacy e l’intelligenza artificiale on-device.
Un segnale chiaro della nuova strategia Mozilla
La chiusura simultanea di Pocket e Fakespot è indicativa di un cambiamento strutturale nella visione di Mozilla. L’azienda, nota per il suo impegno verso un Web aperto e trasparente, sembra voler razionalizzare il proprio portafoglio di servizi, puntando su strumenti direttamente integrati nel browser Firefox, che offrano maggiore controllo agli utenti e riducano la dipendenza da infrastrutture esterne.
Questa transizione riflette una più ampia tendenza nel settore: consolidare le funzionalità all’interno del core del browser, limitando la frammentazione e garantendo una user experience più fluida e coerente.
Mozilla ha dovuto affrontare feroci critiche rispetto alla recente introduzione di nuovi termini di utilizzo per Firefox, che alcuni interpretano come un tentativo di sfruttare i dati degli utenti. Nonostante le smentite, Mozilla ha seri problemi di comunicazione che stanno mettendo in discussione la fedeltà di un’importante fetta di utenza. Inoltre, si trova a dover fare i conti con le “nuvole nere” che si stanno addensando su Google: se rami aziendali fossero venduti, potrebbero improvvisamente venire meno i principali sussidi che garantiscono l’esistenza di Firefox e di altri browser. L’azienda di Mountain View, infatti, paga per mantenere Google Search come motore di ricerca predefinito nei vari browser di terze parti.