Smartphone, l'Emilia-Romagna vuole vietarli ai bambini
Alla luce di alcuni dati allarmanti, come il +183% dei ricoveri in Neuropsichiatria infantile
L'assessora alla Scuola e al Welfare dell'Emilia-Romagna Isabella Conti ha appena lanciato una proposta destinata a far discutere. Non che in Italia questo non sia già un tema discusso; a colpire, nel caso in oggetto, sono solo il tono perentorio dell'intervento e i dati allarmanti portati a corredo. Dati sanitari, sulla psichiatria infantile, che metterebbero in evidenza l'urgenza di vietare lo smartphone ai bambini sotto una certa età e all'interno delle scuole.
"Dal 2010 al 2023 c'è stato un aumento del 183% dei ricoveri, mentre i disturbi d'ansia sono cresciuti del 265% e quelli alimentari del 483%. Hanno registrato un +396% i casi di schizofrenia nell'età evolutiva. L'impatto sui servizi è enorme, abbiamo una generazione sotto attacco". In numeri assoluti, in Emilia-Romagna, si è passati dai 38.0612 pazienti del 2010 ai 64.895 del 2023.
Il rimedio è doppio, dal punto di vista dell'Assessora. Da una parte, tassare le big tech, perché le piattaforme dovrebbero contribuire alle spese sociali e sanitarie che derivano dai loro modelli di business (aggressivi). Dall'altra, offrire delle alternative rispetto allo scrolling compulsivo sui social (ad es.): "Abbiamo investito 3 milioni in più nei centri estivi quest'anno – fa sapere Conti – e a settembre vogliamo creare le condizioni perché il tempo pieno sia capillare, sopperendo come Regione, dove non è possibile, con il progetto 'Scuole aperte' che vorremmo rendere strutturale".