The Elder Scrolls IV Oblivion Remastered Recensione: gli ultimi giorni della Terza Era

Ritornare a Cyrodiil con The Elder Scrolls IV Oblivion Remastered è un’esperienza che, da appassionato di vecchia data dei mondi Bethesda, ho accolto con una sana dose di curiosità, titubanza e aspettative. La qui presente riedizione, curata con accortezza dal distaccamento parigino di Virtuos sotto l’egida professionale di Bethesda Game Studios, non si configura come […] L'articolo The Elder Scrolls IV Oblivion Remastered Recensione: gli ultimi giorni della Terza Era proviene da Vgmag.it.

Apr 26, 2025 - 09:19
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The Elder Scrolls IV Oblivion Remastered Recensione: gli ultimi giorni della Terza Era
The Elder Scrolls IV Oblivion Remastered

Ritornare a Cyrodiil con The Elder Scrolls IV Oblivion Remastered è un’esperienza che, da appassionato di vecchia data dei mondi Bethesda, ho accolto con una sana dose di curiosità, titubanza e aspettative. La qui presente riedizione, curata con accortezza dal distaccamento parigino di Virtuos sotto l’egida professionale di Bethesda Game Studios, non si configura come un mero esercizio di upscaling visivo, bensì come una sincera e ponderata rielaborazione che affonda le mani nel cuore pulsante del codice sorgente e nel motore grafico, abbracciando la potenza e la flessibilità dell’Unreal Engine 5. Il risultato finale è un titolo che, pur preservando gelosamente l’anima e le meccaniche fondamentali del suo illustre predecessore, si presenta al pubblico con una veste tecnica sbalorditiva e decisamente in linea con gli standard qualitativi dell’attuale panorama videoludico.

The Elder Scrolls IV Oblivion Remastered
I nostalgici verseranno lacrime di gioia nel vedere la ricostruzione certosina del mondo in cui hanno vissuto anni e anni fa

The Elder Scrolls IV Oblivion Remastered: le tue stelle non sono le mie

L’impatto visivo è a dir poco sbalorditivo., il passaggio all’Unreal Engine 5 ha permesso una rielaborazione completa del comparto grafico. Le texture che un tempo apparivano sgranate e prive di dettaglio sono state sostituite da superfici in alta definizione 4K che rivelano la minuziosa cura riposta nella ricostruzione di ogni elemento del mondo di gioco. I modelli poligonali, interamente riprogettati, donano ai personaggi e alle creature un livello di dettaglio e realismo precedentemente impensabile. L’introduzione di un sistema di illuminazione dinamico e in tempo reale trasforma radicalmente l’atmosfera di Cyrodiil. La luce interagisce in modo naturale con gli oggetti e gli ambienti, creando ombre realistiche che si allungano e si accorciano a seconda dell’ora del giorno, e riflessi vividi che impreziosiscono le superfici bagnate e metalliche. La profondità di campo aggiunge un ulteriore livello di immersione, sfocando gli elementi più distanti e concentrando l’attenzione sui dettagli in primo piano. Si percepisce un’attenzione maniacale nella ricostruzione dei dettagli ambientali, dalle intricate venature delle foglie al muschio che ricopre le antiche rovine, rendendo l’esplorazione un vero piacere per gli occhi.

Le migliorie tecniche non si limitano al solo impatto estetico. Le animazioni che governano i movimenti dei personaggi, sia durante l’esplorazione che nelle fasi di combattimento, sono state notevolmente affinate, risultando ora più fluide, naturali e reattive agli input del giocatore. L’aggiunta della sincronizzazione labiale durante i dialoghi contribuisce in modo significativo a rendere le interazioni con gli NPC più credibili e coinvolgenti, colmando una lacuna che nell’originale poteva spezzare l’immersione. Dal punto di vista prettamente tecnico, il supporto nativo per la risoluzione 4K e un frame rate stabilizzato a 60 fotogrammi al secondo sulle piattaforme più potenti garantiscono un’esperienza di gioco di una fluidità eccezionale, permettendo di apprezzare appieno la rinnovata bellezza del mondo e la precisione dei controlli. Sebbene la mole di dati necessari per questa trasformazione sia considerevole, con uno spazio di archiviazione che supera i 100 GB, l’ottimizzazione sembra essere stata curata con la cura che ci si aspetterebbe da una revisione integrale, garantendo una stabilità di gioco elevata anche nelle situazioni più concitate e nelle aree maggiormente ricche di dettagli poligonali ed effetti particellari.

The Elder Scrolls IV Oblivion Remastered
I Cancelli dell’Oblivion, liberi dai vincoli tecnologici, ora mostrano anche cosa si cela al di là degli stessi

Una voce più squillante di tutta la musica mi chiama

Uno degli aspetti più affascinanti, e potenzialmente complessi, di The Elder Scrolls IV Oblivion Remastered risiede nella sua architettura tecnologica: mentre la veste grafica è stata completamente rinnovata grazie alla potenza dell’Unreal Engine 5, il cuore logico e le meccaniche di gioco affondano le loro radici nel codice originale sviluppato con lo storico Gamebryo, il motore di Gamebase che ha rappresentato una pietra miliare per Bethesda, evolvendosi successivamente nel Creation Engine che ha alimentato titoli come Skyrim e Fallout 4. La sfida principale per Virtuos e Bethesda Game Studios è stata quella di far dialogare in modo efficace questi due “mondi” tecnologici distinti. L’Unreal Engine 5 gestisce la pipeline grafica, occupandosi del rendering avanzato, dell’illuminazione globale, delle nuove animazioni e della fedeltà visiva complessiva. Di contro, le regole del mondo di gioco, il sistema di combattimento, l’intelligenza artificiale degli NPC, la gestione delle quest, l’inventario e in generale tutta la logica di gameplay rimangono ancorate al codice Gamebryo originale. Ciò significa che è stato necessario creare un sofisticato strato di astrazione, un vero e proprio “traduttore” digitale, che permettesse al motore grafico Unreal Engine 5 di interpretare e visualizzare correttamente le informazioni provenienti dalle vecchie istruzioni eseguite in background.

Tale approccio ibrido presenta sia vantaggi che potenziali insidie, dove tra i primi possiamo annoverare la possibilità di preservare l’autenticità del gameplay e la ricchezza di contenuti che hanno reso Oblivion un classico, poiché non si tratta di un remake scritto da zero ma di un’evoluzione che preserva quanto realizzato dagli sviluppatori all’epoca. Tuttavia, la complessità di far interagire due motori così diversi porta sfide tecniche non indifferenti, a partire dalle incongruenze visive legate alle modalità con cui Unreal Engine 5 interpreta determinati eventi o stati del gioco amministrati dal codice del motore sottostante. La gestione della fisica, ad esempio, o la sincronizzazione tra animazioni e circostanze scriptate avranno sicuramente richiesto un’attenzione particolare per evitare artefatti o comportamenti inattesi. Inoltre, l’Unreal Engine 5 introduce nuove funzionalità grafiche avanzate che non possiedono corrispettivi diretti nella sintassi utilizzata con Gamebryo, dunque da un punto di vista prettamente tecnico è plausibile ipotizzare che Virtuos abbia dovuto implementare diverse soluzioni creative per sfruttare al meglio queste caratteristiche senza stravolgere il funzionamento interno del gioco. Ad esempio, l’illuminazione globale in tempo reale dell’Unreal Engine 5 potrebbe aver richiesto un’attenta calibrazione per integrarsi con il sistema di gestione della luce preesistente nell’originale, onde garantire un aspetto visivo coerente con le atmosfere volute dagli autori.

L’arena della Città Imperiale consente di dimostrare a tutta Cyrodiil il nostro valore di combattenti

The Elder Scrolls IV Oblivion Remastered: chiudi le fauci dell’Oblivion

L’inclusione integrale di tutti i DLC originali – le inquietanti terre di Shivering Isles e le gesta cavalleresche narrate in Knights of the Nine – rappresenta un’aggiunta di valore inestimabile, espandendo in modo considerevole l’offerta ludica e fornendo una quantità di contenuti aggiuntivi che, presi singolarmente, potrebbero tranquillamente rivaleggiare con la longevità di molti titoli completi (e sì, c’è anche la famigerata armatura equina, stavolta acquistabile direttamente nel gioco). Inoltre, ho trovato particolarmente efficace l’approccio adottato per la rielaborazione del sistema di livellamento: pur mantenendo alcuni stilemi che hanno definito l’esperienza di Oblivion, come la progressione delle abilità strettamente legata al loro utilizzo pratico, sembra che il team di Virtuos abbia sapientemente introdotto accorgimenti volti a rendere la crescita del nostro avatar più lineare e meno frustrante per quei giocatori che non vogliono seguire i suggerimenti delle cosiddette build ottimali fin dall’inizio, mutuando alcune delle soluzioni più accessibili e immediate viste in Skyrim. L’aggiunta di nuove quest inedite, che culminano nella ricompensa di dotazioni esclusive come armature dal design unico e cavalcature decorate, rappresenta un incentivo tangibile a spingersi oltre i sentieri battuti e a svelare ogni segreto nascosto negli angoli più remoti della mappa. The Elder Scrolls IV Oblivion Remastered The Elder Scrolls IV Oblivion Remastered The Elder Scrolls IV Oblivion Remastered

Altro pilastro fondamentale di questa operazione di restauro è rappresentato dal rinnovamento completo dell’interfaccia utente. In The Elder Scrolls IV Oblivion, la gestione dell’inventario, la consultazione del diario delle quest e la navigazione tra i vari menu potevano spesso risultare farraginose e poco intuitive, specialmente per i giocatori meno avvezzi al genere. La nuova interfaccia è stata progettata con un occhio di riguardo verso la chiarezza, l’efficienza e l’accessibilità, facilitando enormemente la gestione dell’equipaggiamento, l’organizzazione degli incantesimi e il monitoraggio delle missioni attive. Questo cambiamento, sebbene possa apparire come un miglioramento “di contorno”, incide profondamente sulla fluidità complessiva dell’esperienza di gioco, rendendola molto più godibile e meno ostica, soprattutto per coloro che si avvicinano per la prima volta ad una simile perla del passato che, per molti altri versi, porta ancora sulle spalle scelte di design ormai vetuste. Ho apprezzato particolarmente la riorganizzazione dell’inventario e la maggiore chiarezza nella presentazione delle informazioni relative agli oggetti e alle statistiche del personaggio.


The Elder Scrolls IV Oblivion Remastered si erge, a mio avviso, come un’operazione di restauro non solo ben riuscita, ma esemplare per la cura e la dedizione profuse in ogni suo aspetto. L’impegno tangibile nel rivisitare dalle fondamenta il motore grafico, nel rifinire le animazioni, nel bilanciare il gameplay e nel modernizzare l’interfaccia utente dimostra una profonda riverenza per il materiale originale e un sincero desiderio di renderlo non solo giocabile, ma esaltante anche per le nuove generazioni di giocatori. Pur comprendendo il legame affettivo di alcuni veterani con le peculiarità, a volte anche pesantemente buggate, che hanno contribuito a definire l’identità unica del gioco del 2006, ritengo che questa remastered rappresenti la versione definitiva e più completa di un classico intramontabile, capace di affascinare e coinvolgere tanto i nostalgici quanto coloro che non avevano mai toccato con mano la leggendaria profondità ludica e narrativa, benché un po’ datata, di The Elder Scrolls IV, il tutto impreziosito da un comparto tecnico finalmente all’altezza della sua indiscussa grandezza.


 

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